10 - L'unica

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"E tu chi diavolo sei?"



La domanda era stata pronunciata con tono freddo e ostile, quasi indignato, ed Elise si sentì trapassare da parte a parte dall'occhiata che la ragazza le riservò subito dopo.
I capelli neri come la notte le ricadevano sulle spalle in boccoli perfetti che parevano essere appena usciti dal parrucchiere, occhi azzurri come il ghiaccio e abbronzatura impeccabile: la ragazza si era alzata in piedi, abbandonando momentaneamente il capezzale di James, lisciandosi con cura le pieghe del corto vestitino color pervinca che la fasciava in modo invidiabile e si era messa a fissare Elise con le mani sui fianchi, lo sguardo insistente in attesa di una risposta.



Il fatto che la ragazza avesse un fisico da modella e fosse praticamente perfetta sotto ogni punto di vista fece sentire la bionda non poco inadeguata nei suoi jeans scoloriti abbinati alla prima maglietta che in fretta e furia aveva pescato dall'armadio per non arrivare in ritardo a lezione.
"Ehm... io sono Elise" si presentò quasi balbettando.



La determinazione che l'aveva animata fino a qualche istante prima sembrava essersela data a gambe insieme alla sua autostima.



La mora alzò un sopracciglio continuando a scrutarla.
"Be', io sono Calliope. Ora, se non ti dispiace, vorrei essere lasciata sola con il mio ragazzo" rispose a tono facendo arrossire violentemente Elise: l'idea che James potesse essere... impegnato non l'aveva mai minimamente sfiorata.
Si chiese tra sé e sé cosa mai avrebbero potuto avere in comune quei due, per poi darsi della stupida subito dopo: lei era bellissima, era ovvio che James avesse scelto una come lei come fidanzata.



"Beh? Cosa ci fai ancora qui?" la voce infastidita di Calliope interruppe i suoi pensieri facendole notare che la ragazza era tornata di nuovo sul letto di fianco a James e facendola arrossire di nuovo.
Se avesse saputo che il ragazzo aveva compagnia non sarebbe mai entrata, non voleva certo mettersi a fare il terzo incomodo.
Ormai però il danno era fatto, e alla fine dei conti lei era lì per un motivo: tanto valeva andare fino in fondo.



"Sono qui perché forse potrei riuscire a guarirlo..." cominciò sforzandosi di mantenere un tono di voce udibile.
Calliope sembrò guardarla per la prima volta come se fosse stata una persona e non una mosca fastidiosa da scacciare.
Il tutto durò però meno di un paio di secondi: "Non ti sembra di aver già fatto abbastanza?" domandò infatti con astio.
Evidentemente anche lei era al corrente di quello che era successo al parco.



"No, non se posso porre rimedio" ribattè Elise.
Stavolta era lei quella che cominciava a infastidirsi: chi si credeva di essere quella lì?
"Ti prego quindi di accomodarti un attimo..." proseguì poi indicando la porta adottando il tono che aveva imparato ad usare in reparto quando parenti troppo apprensivi non volevano assolutamente staccarsi dal letto del paziente.
Calliope sembrò scandalizzata al solo pensiero e fece per aprir bocca, ma Elise fu più svelta: "Prima comincio e prima finisco" la zittì.
La mora sembrò per un attimo valutare le possibilità.
Alla fine si diresse verso la porta, la aprì e se la richiuse alle spalle non prima di aver lanciato un'occhiata assassina alla ragazza rimasta dentro.






Finalmente era rimasta sola.
Si diresse verso il letto concedendosi finalmente di osservare James da vicino.
Il viso solitamente sorridente era contratto da una smorfia di dolore, i capelli incollati alla fronte sudata.
Un brivido le corse lungo la schiena quando si accorse che il ragazzo era praticamente a petto nudo: a coprirlo parzialmente c'era solo un'abbondante fasciatura che copriva la ferita trasversale che gli attraversava il torace.
In un primo momento le era sembrata pulita, ma ad un'occhiata più accurata si accorse che in diversi punti stavano cominciando a spuntare dei puntini rossi che si allargarono a formare un'unica chiazza scarlatta ad una velocità che non avrebbe pensato fosse possibile: come aveva detto la signora Potter erano riusciti a fermare il sanguinamento solo momentaneamente.
Nessuno era riuscito a trovare una soluzione, lei era la loro ultima e unica possibilità.

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