25 - Tempo scaduto

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  Come aveva previsto si svegliò che mancavano pochi minuti alle quattro.
Con la vitalità e l'entusiasmo degni di un Infero (che a quanto le aveva spiegato Hermione poteva essere considerato più o meno come un parente del più babbano zombie) si diresse in cucina per fare la colazione che, come ogni volta che aveva turno di notte, non aveva fatto di mattina.
Si concesse di continuare a non pensare nulla finchè non ebbe finito di farsi la doccia, ma quando arrivò il momento di scegliere i vestiti non potè più fare finta di niente.


Il tempo per rimandare era finito.


Si conosceva abbastanza bene da sapere che fare piani in anticipo non le si addiceva: per quanto fossero ben pensati avrebbe comunque trovato il modo di far andare storto qualcosa e rovinare tutto di conseguenza.
Tanto valeva andare avanti improvvisando prendendo le cose come venivano.


Dopo essersi assicurata di avere il cellulare –rigorosamente spento- in tasca insieme alle chiavi di casa decise che era pronta.


Fece un respiro profondo, e visualizzando nella sua testa l'immagine di una maestosa villa circondata da un grande parco si smaterializzò.








Evidentemente durante il viaggio i suoi pensieri si erano soffermati un po' troppo sul ricordo della fontana al centro del giardino: questione di centimetri e ci sarebbe finita dentro in pieno.
Riprese l'equilibrio aiutandosi con il bordo della vasca e si fermò ad osservare la villa che sorgeva davanti ai suoi occhi.
Da dov'era poteva persino indovinare quale fosse la finestra, con annesso terrazzo, della sua camera.


Cominciò a procedere a passo incerto: se da una parte non vedeva l'ora di riuscire a liberarsi di quell'incantesimo che le teneva letteralmente legata la lingua quando si arrivava ad un certo argomento, l'altra la parte più fifona e forse razionale di lei le intimava di fregarsene e di fare dietro front seduta stante.


Si ritrovò davanti al massiccio portone d'ingresso prima di quanto pensasse e, ancora decisa a non voler far piani ma ad improvvisare, bussò sonoramente con il pesante batacchio prima che potesse cambiare idea.




Si aspettava di trovare Nancy dietro la porta, Jack o la signorina Clark al massimo.
Di certo non avrebbe mai pensato che sua madre si sarebbe scomodata a fare una cosa come aprire la porta, eppure fu proprio lei che si trovò davanti non appena l'uscio si fu aperto.


"Lo sapevo che saresti venuta" la accolse Shayleen abbracciandola prima che Elise riuscisse a scansarsi.
"Vieni dentro, sei arrivata giusta in tempo: Silly ha appena servito il tè" continuò entusiasta sciogliendo l'abbraccio.
Elise fece per annuire automaticamente, ma la sua testa si bloccò di scatto non appena un pensiero le passò per la mente: tè?
E magari ci sarebbero stati anche i biscotti, oppure i tramezzini che aveva mangiato l'ultima volta...
Non ebbe bisogno di pesarci sopra ulteriormente per decidere che quella volta non avrebbe mandato giù una singola briciola.


Seguì comunque Shayleen all'interno fino al salone dove avevano parlato la volta precedente, di nuovo il tavolo era riccamente apparecchiato.

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