37 - Pura magia

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  "Elise?" James bussando piano alla porta della camera della ragazza.
Non ricevette risposta e dopo qualche istante entrò lentamente richiudendo poi la porta dietro di lui.
La ragazza era girata di spalle che guardava fuori dalla finestra.
La raggiunse fermandosi al suo fianco.
"Lo sai che prima o poi la cosa sarebbe venuta fuori comunque, vero?" le domandò, ma non c'era traccia di rimprovero nella sua voce.
Elise annuì impercettibilmente.
"Sono passate settimane..."
"Lo so James, lo so" lo interruppe lei spostandosi dalla finestra andandosi a sedere su letto, la testa bassa, come se non sopportasse la sua vicinanza.




"Perché non sei arrabbiato?"
"Lo sapevo già..."


Avevano parlato tutti e due insieme, Elise non era sicura di aver capito sul serio quello che il ragazzo aveva detto.


"Tu... cosa?" domandò alzando la voce e perforandolo con lo sguardo.
James si mosse a disagio sul posto.
"Hai dormito per una settimana, Elise. I Medimaghi ti hanno fatto praticamente ogni tipo di analisi prima di decidere che stavi solo dormendo e avevi solo bisogno di tempo per svegliarti. Ad un certo punto ti hanno fatto anche il test che hanno fatto a Dan quando è rimasto senza poteri e... beh, era positivo"
"Chi altro lo sa?" domandò Elise. Era senza parole.
"Solo io, mio padre e il Primo Ministro" rispose svelto lui. "Volevamo che fossi tu a dirlo quando fossi stata pronta"


"Quindi... non ti importa? Che io non possa più usare la magia intendo"
James scosse la testa mentre un sorrisetto divertito gli curvava le labbra: "Pensi davvero che basterebbe così poco per farmi stancare di te?" domandò di rimando fingendosi offeso.
"Spero di no..."


"Elise" ripetè il ragazzo avvicinandosi e inginocchiandosi davanti a lei prendendole le mani, di colpo tornato serio.
"Pensavi davvero che un dettaglio come quello sarebbe bastato per farmi allontanare da te?" domandò ancora.
"Io..."
"Pensi davvero che dopo essere rimasto al tuo fianco per tutto questo tempo, dopo tutto quello che abbiamo passato, me ne sarei andato così solo perché tu non hai più i tuoi poteri?" proseguì interrompendola.
La ragazza fece per rispondere ma lui la fermò di nuovo.
"La risposta è no, Elise. No, non ti avrei mai potuta lasciare. Perché indipendentemente dal fatto che tu sia una strega o meno, sei tu e io non potrei mai lasciarti dopo averti conosciuta. Perché sono innamorato di te, e forse lo sono da quando una bambina di otto anni con i capelli biondi spettinati quasi più dei miei mi ha chiesto se volevo giocare con lei al parco, prima ancora di sapere che anche lei poteva usare la magia come me, quello è venuto dopo"


Elise era ammutolita, incapace di proferire parola, gli occhi lucidi mentre guardava James senza sbattere le palpebre come se avesse paura di non trovarselo più davanti se avesse chiuso gli occhi anche solo per una frazione di secondo.


"E ti prego non pensare mai più, neanche per un attimo, di non essere all'altezza, alla mia altezza, perché ti giuro che lo sei, e forse sono io quello che non ti merita. E forse non ti vedrai mai come ti vedo io: come illumini la stanza quando sorridi, come mi basta guardarti per sentirmi meglio; e ti prego di credermi, non sono pazzo – o forse sì – ma penso che tu sia assolutamente perfetta per me e non vorrei nessun'altra che non sia tu al mio fianco..."


Alla fine James aveva quasi il fiatone mentre Elise era ancora a bocca aperta.
Se non era una dichiarazione quella...

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