35 - Scintille

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Piccolo pensierino di metà settimana...


 Di colpo il pavimento si rimaterializzò sotto i suoi piedi e per poco le ginocchia di Elise non cedettero per il contraccolpo.
Era ancora circondata dalla luce accecante, lo sentiva, ma allo stesso tempo c'era qualcosa che le diceva che doveva aprire gli occhi.
E così fece.
Vedeva le figure di tutti gli altri intorno in bianco e nero, come se fossero state ombre, mentre lei si trovava esattamente sotto la volta dell'arco.



Individuò Shayleen vicino al signor Potter: sapeva cosa doveva fare.



A passi rapidi si spostò dalla sua posizione e la raggiunse.
Le afferrò il braccio, quello che la donna stava tendendo davanti al visto per proteggersi dalla luce, spostandoglielo.
Da riflesso, sentendosi toccare, Shayleen aprì di scatto gli occhi tenendoli poi sbarrati per lo stupore.
Il contatto con la ragazza permetteva anche a lei di vedere nonostante la luce, ed Elise era di certo l'ultima persona che si aspettava di trovarsi davanti.
L'espressione della ragazza però non era arrabbiata, dura o minacciosa come si sarebbe aspettata.
Al contrario, il suo viso era sereno e disteso: le stava addirittura sorridendo.
Elise lasciò la presa sul braccio di Shayleen per prenderla per mano, cominciando poi a camminare portandosi la donna appresso.
Quella la seguì senza opporre resistenza.
Elise continuò a guidarla finchè entrambe non furono davanti all'arco.



Shayleen la guardò: adesso era lei che aveva un'espressione spaventata in viso.
"Mi hai chiesto di riportarti Evan..." disse semplicemente la ragazza indicando con la mano libera la superficie al di sotto dell'arco lasciata scoperta dal velo che era tirato in parte da un vento invisibile.
Ed Evan era lì, al di là della superficie che Elise stessa aveva attraversato poco tempo prima.


L'uomo tese una mano in avanti: un chiaro invito a prenderla per Shayleen.
La donna la guardò come ipnotizzata.
Per un attimo Elise, che ancora la teneva per mano, ebbe paura che Shayleen si sarebbe svegliata da quello strano stato di trance e avrebbe mandato tutto all'aria.
Con suo grande sollievo dopo qualche istante la donna cominciò a sollevare il braccio protendendosi verso Evan.
Nel momento in cui l'avambraccio della donna affondò al di là dell'arco, accettando la mano che Evan le aveva teso, Elise la lasciò andare.
Un ultimo ti vogli bene, detto dall'inconfondibile voce di suo padre, le risuonò nella testa prima che le due figure sparissero definitivamente dal suo campo visivo inoltrandosi nel buio che c'era oltre.



Elise si rese conto che la luce si stava pian piano affievolendo mentre le forze sembravano tornarle: però non erano quelli i patti.
Infatti più si sentiva in forze e più le sembrava di essere attirata come una calamita verso l'arco.
Si riconcentrò per rinforzare la luce e in quel momento realizzò come mai quella sensazione che sentiva quando la emetteva le era così familiare: era la stessa che provava quando doveva guarire qualcuno.
Si concentrò ulteriormente per assicurarsi che non cambiasse: adesso poteva non solo guarire le persone che erano lì, poteva fare molto di più...
Prima però doveva sistemare tre piccoli particolari.


Sfruttando il fatto di essere l'unica che riusciva a muoversi in tutta quella luminosità si avvicinò furtivamente a Jack, Nancy e all'Auror che aveva fatto la spia che avevano a mala pena fatto in tempo a raggrupparsi quando la forte luce aveva cominciato a diffondersi.
Schiantarli e legarli insieme in modo che una volta svegli non creassero problemi le riuscì incredibilmente facile, e quando ebbe finito si sentì straordinariamente soddisfatta.

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