29 - Scoperte e foto

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  I piedi di Elise toccarono il terreno e la ragazza si affrettò ad appiattirsi contro il muro dell'edificio.
Aveva reputato opportuno non materializzarsi in mezzo al prato come l'ultima volta, dove sarebbe per altro stata in bella vista.
Mentre raggiungeva il portone d'ingresso sentiva le parole che le aveva detto James rimbombarle nella testa.




"Vai"
Ci fu un lungo istante di silenzio e poi: "Cosa?!" domandò Elise sgranando gli occhi, sicura di aver capito male.
Il ragazzo abbozzò un sorriso a quella reazione pur mantenendo un'espressione seria.
"Mi fido di te, Elise. Quindi vai" spiegò pazientemente.
"Ma... mi hai appena chiesto..."
"Volevo vedere come avresti risposto. E so che eri sincera, so che sei convinta che tornare a Skelton House sia l'unico modo per cercare di sbloccare la situazione..."
"Ma..."
"Solo promettimi, e questa volta dico sul serio, che tornerai indietro. Da me. E possibilmente sulle tue gambe e non ridotta com'eri l'ultima volta" la interruppe reprimendo un brivido al pensiero.
"Sarò di ritorno prima che tu possa sentire la mia mancanza" stabilì la ragazza un attimo dopo per poi lasciare un bacio veloce sulle labbra di James, concentrarsi e sparendo dal parco.
Il ragazzo sorrise tristemente: lui già la sentiva la sua mancanza...




Raggiunto il portone Elise esitò per un attimo prima di posare la mano sul grande pomello per aprirlo.
Una volta dentro avrebbe dovuto stare molto attenta.
Stranamente al suo arrivo non era scattato nessun allarme, non voleva rischiare di innescarne uno andando a zonzo per la casa.
Soprattutto considerato il fatto che una volta dentro, in caso di pericolo, non avrebbe più potuto smaterializzarsi.
Quasi trattenendo il respiro ruotò il pomello e la porta si aprì.


Entrò nell'ampio ingresso in punta di piedi, si sentiva una ladra, richiudendosi il più silenziosamente possibile il portone alle spalle.
Ora non le restava che scoprire dove fosse la Clark, o almeno la sua stanza.
Contrariamente all'ultima volta aveva già una mezza idea di cosa fare.


"Silly?" chiamò a mezza voce.
Si era fatta spiegare da James come funzionava la cosa.
Un elfo domestico è tenuto ad apparire quando il padrone lo chiama, e la prima volta l'elfa si era sempre riferita a lei chiamandola padroncina, quindi...
Trattenne un'esclamazione di sorpresa quando con un sonoro schiocco la creatura apparve davanti a lei, gli occhi a palla spalancati in un'espressione di stupore quando si rese conto di chi era stato a chiamarla.
"La padroncina è tornata..." cominciò con la sua vocetta stridula, ma la ragazza le fece cenno di smettere prima che attirasse troppo l'attenzione.
L'elfa ubbidì all'istante.
"Silly, Shayleen è qui?" le domandò come prima cosa.
"La padrona non è in casa" rispose diligentemente Silly che sembrava anche aver capito di dover tenere la voce bassa.
Sua madre non era in casa, non poteva sapere se ci fosse qualcun altro, ma almeno avrebbe potuto fare le cose con più calma: era lei quella che la preoccupava di più.
"Molto bene allora. Mi serve che mi porti alla stanza di Cheryl Clark per favore. Vive qui, vero?"
L'elfa annuì e le tese una mano facendole intendere che la doveva stringere.
Seppur perplessa Elise lo fece, e un attimo dopo non era più nell'ingresso ma nel corridoio di uno dei piani della villa, esattamente di fronte ad una porta chiusa.
"È questa" commentò Silly lasciandole la mano mentre la ragazza la stava ancora guardando confusa: Shayleen era stata chiara sul fatto che lei non potesse smaterializzarsi all'interno della casa.


"Silly... io non posso smaterializzarmi qui dentro. Come hai fatto?" domandò esponendo ad alta voce i suoi pensieri.
Le orecchie dell'elfa tremarono mentre quella le rivolgeva un sorriso furbo e timido allo stesso tempo: "Silly è un elfo domestico, per lei non valgono certe regole..." confessò.
Elise esultò internamente: forse allora poteva avere non solo una via di fuga ma anche un modo per far entrare altra gente dall'esterno...
"Ottimo lavoro, grazie davvero Silly" disse poi rivolta all'elfa che si piegò in un profondo inchino, le grandi orecchie a punta che quasi sfiorarono il pavimento.
"Se dovessi avere di nuovo avere bisogno di te verrai?"
"Tutto quello che la padroncina vuole" confermò l'elfa.
Un altro schiocco ed era di nuovo sparita.

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