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Pov Logan

Rivedere Kendall è stata un'emozione fortissima. Non ci siamo visti solo per pochi giorni, ma anche se in casa non lo davo a vedere, sono stati i tre giorni più tristi della mia vita. Perdere così all'improvviso una parte di me, non è stato per niente facile. È stato come perdere un pezzo del mio cuore, una parte vitale.
Ma ora, anche se non tornerà subito, so che non ci hanno divisi, non ci sono riusciti e non ci riusciranno.
E, contenti o no, i miei genitori dovranno accettarlo stavolta.
Già, i miei genitori...
Non dirò loro che sono andato da Kendall, ovviamente, e soprattutto senza il loro permesso.
Anche loro non mi avrebbero mai detto di cosa hanno accusato Kendall, e mi sembra una cosa ben più grave di quello che ho fatto io. Faccio ancora fatica a credere che abbiano potuto farlo, soprattutto mia madre. Ma anche mio padre che glielo ha permesso non è da meno. "Lo facciamo per il tuo bene" mi hanno detto. Ma loro non sanno cos'è il mio bene, loro mi trattano quasi come uno dei loro pazienti.

Sono tornato a casa mia, accompagnato dal prete. Kendall avrebbe voluto venire, ma non ha potuto lasciare la comunità.
Ma non importa, perché la lascerà definitivamente tra non molto tempo, e a quel punto tutto tornerà come prima. Magari la nostra relazione ne uscirà rafforzata, anche se di certo non era debole nemmeno prima.
Accendo il cellulare che prima avevo spento perché scarico, e cominciano ad arrivarmi dei messaggi in segreteria. Ascolto il primo, è di mia madre.
"Logan volevo solo ricordarti che oggi non torniamo per pranzo, preparati tu da mangiare " dice.
"Nessun problema, tanto ho mangiato insieme a Kendall oggi" le rispondo ora, parlando da solo in realtà.
Ma non è l'unico messaggio che mi arriva.
"Logan, tutto a posto? Perché non mi hai richiamata?" dice il successivo.
Via via, quelli dopo esprimono sempre più preoccupazione, più ansia, mentre nell'ultimo arrivato, di 10 minuti fa, è praticamente disperata.
Ho ricevuto anche diversi messaggi da parte sua e di mio padre.
E così, stasera quando torneranno mi tormenteranno di domande su perché avevo il telefono spento, dove ero andato, cosa ho fatto...
Quindi, dovrò passare queste ore a cercare una scusa accettabile, ammesso che ce ne sia una. Come spiegare che ero a casa, ma ho avuto il cellulare spento per tutto il giorno?

Nel frattempo...

Pov Kendall

Quando il prete torna, dopo aver accompagnato Logan a casa, vado subito a parlargli.
«Quando potrò tornare a casa?» gli chiedo forse con troppa euforia. Mi rendo conto dopo di aver chiamato quel posto "casa", anche se non è la mia, di casa. Anzi, io non ho una casa.
«Nel giro di una settimana penso che sarai tornato, io e gli assistenti sociali ci daremo da fare, tranquillo» mi risponde, mettendomi una mano sulla spalla.
«Grazie mille» gli sono sinceramente grato.
La sua risposta mi ha reso davvero felice, sono più emozionato di prima, e non vedo l'ora che questa settimana passi, per andarmene da qui.

Torno in camera mia con un sorriso che va da un orecchio all'altro.
«Hey, come mai così felice?» mi chiede Eddie appena entro. Ride per il modo in cui sto sorridendo.
«Tra una settimana me ne vado da qui!» gli rispondo, forse un po troppo bruscamente. Spero non pensi che non mi è piaciuto conoscerlo.
«Davvero?» chiede ancora.
«Sì, certo!» gli dico, calmandomi un po questa volta, perché mi è sembrato di percepire una punta di invidia nella sua voce.
«Quindi tornerai dagli Henderson?» si siede sul letto, forse ha voglia di parlare, perché lascia un po di spazio, come se mi stesse chiedendo di sedermi accanto a lui.
Io lo faccio, ho voglia di parlare anche io in effetti, con qualcuno che ha vissuto la mia stessa situazione.
«Sì, torno da loro, anche se ammetto che non mi sono mancati molto» potrebbe essere una frase ironica, ma non lo è.
Non capisco come sono passato da euforico a serio in un minuto.
«L'unico che ti è mancato deve essere Logan, no?» sembra leggermi nel pensiero.
«Sì, l'unico motivo per cui stavo volentieri in quella casa, per cui non volevo tornare qui, per cui sopportavo i suoi genitori» ammetto.
«Lo immagino.. È sicuramente speciale per te».
«Non immagini quanto, non riuscirei ad esprimermi a parole, perché non sono mai stato bravo ad usarle, ma lui è l'unica cosa bella che mi sia capitata nella vita» gli dico.
Sto cominciando ad aprirmi con lui, proprio ora che me ne devo andare presto.
«L'unica, davvero?» mi chiede stupito.
«Sì, diciamo che non ho avuto per niente una vita facile» e non ho molta voglia di parlarne.
«Beh, neanche io, credo sia per questo che sono qui ora e non là fuori a fare la vita della gente normale» c'è una punta di sarcasmo nella sua voce.
«Lo so, è sempre grazie a Logan che ho imparato che siamo normali anche noi, ognuno ha una strada che il destino ha scelto per lui, e la nostra è questa» cerco di consolarlo.
«Ma ci sono gli altri che ti giudicano, le altre persone si credono normali, pensano che abbiamo dei problemi, che siamo persone da evitare» è triste.

Mi ricorda me stesso, anche io avevo paura del giudizio delle persone, è sempre stata la cosa che mi ha ferito di più. Poi è arrivato Logan, e mi ha aiutato lui, in questa come in tutte le altre mie paure. Lui ha reso più forte me, e ora io devo aiutare un altro ad essere più forte.

«Le persone pensano questo perché non hanno vissuto una situazione come la nostra. Ma a chi non capita di sbagliare, almeno una volta nella vita? C'è chi fa sbagli più grossi, chi meno. Ma bisogna ricordare che le persone possono cambiare» gli dico.
«Penso che dovrebbero aiutarti a cambiare, non ostacolarti» stavolta, si sente un leggero odio nel suo tono, freddo.
«Forse non sanno come farlo, semplicemente. Certo che se anche i tuoi psicologi lo pensano, la cosa è diversa» aggiungo.
«Intendi gli Henderson?» mi chiede.
«Sì, proprio loro. Forse non ti ho già detto che la mia vera cura è stato Logan, fin dall'inizio, anche quando eravamo solo amici» mi sembra passato così tanto tempo.

Anche quando eravamo amici, Logan aveva sempre cercato di convincere sua madre del fatto che io potessi cambiare, e aveva cercato di convincermi ad ignorare i suoi giudizi negativi, che non erano per niente veri.
Ma infine, ecco dove ci hanno portati i giudizi dei suoi genitori, dove hanno portato me, soprattutto.

«L'ho immaginato. Oggi ti ho visto felicissimo con lui, sorridente come non eri mai stato. Ho capito che c'entrava lui, non è stato difficile» accenna un sorriso.
«Spero non vi sia dispiaciuto se c'era lui oggi...» dico.
«Assolutamente no, tranquillo. Sembra anche un ragazzo simpatico» mi risponde.
Sono felice che abbia fatto una buona impressione.
«Sai, a volte vorrei anche io incontrare qualcuno di speciale, qualcuno con cui mi sento davvero bene, qualcuno che mi accetta come sono» si sta confidando con me.
«Se è capitato a me, capiterà anche a te, vedrai. Nessuno lo merita di più o di meno» gli metto una mano sulla spalla.

Guardo l'orologio, che segna le 19:30.
«Oggi tocca a noi preparare le tavole giusto?» gli chiedo alzandomi.
«Già è vero, andiamo dai» si alza anche lui.
«Prima mi cambio, tu meglio che vai a chiamare gli altri intanto» gli dico.
Vado verso il mio armadietto per prendere qualcosa da mettermi, ma non lo sento uscire.
Appena prendo una maglietta e mi giro per tornare al mio letto, trovo Eddie davanti a me. Mi ha circondato con le braccia, sono stretto tra lui e l'armadietto, e il suo volto ha un'espressione del tutto diversa da prima.

Angolo autrice
Buonasera persone!
Non credevo di riuscire ad aggiornare stasera, e invece eccomi qua.
A parte questo, oggi non è un giorno esattamente bello perché Grace, la bambina malata di cancro con cui Kendall aveva passato San Valentino, se ne è andata😢❤
Anna_darkheart

My Escape || Kendall Schmidt - Logan Henderson (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora