Pov Logan
Mi alzo dal letto per la prima volta dopo due giorni, e mi sembra un po strano. Mi gira la testa, perciò viene un'infermiera a sostenermi, finché mo padre non mi prende sotto braccio e mi accompagna. Kendall mi guarda, come se volesse aiutarmi ma avesse paura di non riuscirci.
Lentamente, a causa mia, raggiungiamo l'auto nel parcheggio, e io mi siedo sul sedile posteriore, vicino a Kendall. Lui mi tiene la mano per tutto il tragitto, come se volesse sostenermi, ma in realtà non immagina quanto lui è stato importante per me questa mattina. Senza di lui mi sarei sentito solo, anzi mi sarei anche preoccupato perché non avevo ancora avuto sue notizie.
Non mi accorgo che mentre penso a queste cose lo sto guardando. Non so perché, dopo essere stati lontani, mi sembra ancora più bello. Guarda fuori dal finestrino, ancora una volta perso nei suoi pensieri, chissà quali. È assente ma vicino a me allo stesso tempo, o almeno, lo sento vicino.
Metto una mano sulla sua, come a sigillare la nostra unione, e questo lo fa voltare. Osserva le nostre mani intrecciate, non dice niente, ma poi alza lo sguardo e mi guarda negli occhi. E io guardo i suoi, o meglio, vengo intrappolato da quegli occhi che mi colpiscono ogni volta, pieni di emozioni nascoste, dai quali non vorrei mai staccarmi, sono ormai una fonte di vita per me.Stiamo così, in silenzio, fino a quando arriviamo a casa. Solo allora lascio la mano di Kendall, per aprire la portiera. Provo ad alzarmi in piedi da solo, e mi sembra di riuscirci. Nel frattempo sento tutte le altre portiere chiudersi.
Non vedo più i miei genitori, saranno entrati in casa. Ma è come se non riuscissi a girare la testa, mentre la mia visione si restringe. Guardando a terra, vedo solo i miei piedi, e le macchie nere che si stanno formando su di essi. Un dolore acuto mi colpisce la nuca, per poi espandersi a tutta la testa, finché non vedo più niente, e cado.
L'ultima cosa che sento non è però la mia testa che sbatte sul pavimento, ma qualcosa che mi tiene sollevato da terra.Riapro gli occhi. Con le mani sento qualcosa di morbido sotto di me, e realizzo quasi subito che sono in salotto, steso sul divano. Provo ad alzare la testa per vedere se intorno a me c'è qualcuno, e dalla porta della cucina vedo mia madre e Kendall. Proprio in quell'istante, lui si gira, nota che mi sono svegliato e subito corre verso di me, seguito da mia madre che reagisce appena lo vede partire.
Si mettono in ginocchio, di fianco a me, chiedendomi come sto.
Non rispondo, faccio fatica a parlare.
Mia mamma mi mette una mano sulla fronte per sentire la temperatura, e non sembra per niente contenta. Kendall mi accarezza i capelli con delicatezza.«Cosa è successo?» chiedo appena riesco a recuperare la voce.
«Sei svenuto Logan» mi risponde mia madre, sedendosi accanto alle mie gambe e tenendomi le mani tra le sue.
«Mi dispiace di averti lasciato solo mentre scendevi dall'auto, ma per fortuna c'era Kendall lì vicino. Ti ha preso lui e ti ha portato qui» continua guardandomi negli occhi, come se stesse chiedendo perdono a me e a se stessa per quello che ha fatto.
Da parte mia, non riesco ad essere arrabbiato con lei, non è necessario, e non ne ho le forze. Tocco una spalla a Kendall per ringraziarlo. Lo guardo attentamente, e per una volta non lo vedo fragile, ma forte. È magro, sicuramente peso più di lui, ma è riuscito a fare la strada dal garage a qui con me in braccio.Mia mamma mi dà una pastiglia per la febbre, poi insieme al mio ragazzo mi accompagna a letto.
Lei se ne va subito dalla camera, lasciandomi prima un bacio sulla fronte.
«Vuoi venire giù con me Kendall?» gli chiede, quando ormai è sulla porta.
Lui guarda prima lei, poi me, forse indeciso.
«No.. Resto con lui» risponde guardando per terra.
«D'accordo, sta solo attento a non ammalarti» gli raccomanda, chiudendo la porta dietro di sé.
«Perché vuoi stare con me Kendall?» gli chiedo debolmente, preferirei che non si ammalasse, potrei stare anche da solo qui.
Non mi risponde, anche se sono certo che ha capito benissimo la domanda.
Si alza dal letto, penso che se ne stia per andare, ma non lo fa, anzi gira intorno al letto per andare dalla parte opposta alla mia. Solleva le lenzuola e si sdraia sotto di esse, ancora vestito, accanto a me. Rimango sorpreso del suo gesto, non si preoccupa per niente della sua salute, ma della mia.
Vorrei dire qualcosa a riguardo, ma il sonno mi prende prima, quindi mi giro verso di lui. Si avvicina a me, mi mette un braccio attorno alle spalle e mi fa appoggiare la testa al suo petto, proprio sopra il cuore.
Al contatto con il calore del suo corpo, mi addormento subito. Prima di sprofondare nel sonno, mi sembra di sentirlo dire «Perché ti amo Logan» ma forse è solo la mia immaginazione.Al mio risveglio, è ancora lì, nella stessa posizione di prima, e sta dormendo. È sereno, si sarà addormentato mentre mi teneva accanto a sé, ma sono contento che sia rimasto. Gli accarezzo il petto attraverso la canottiera, rimanendo chiuso nel suo abbraccio, per non svegliarlo, ma anche perché non me ne voglio staccare.
Guardo la sveglia sul comodino, che segna le 19.00, e mi rendo conto di aver dormito un bel po, e anche Kendall. Si sveglierà tra poco, penso, dato che mia mamma preparerà la cena.
Questo mi ricorda che anche io avrei un po di fame, anche se ho mangiato oggi a pranzo, ma prima era da più di un giorno che non toccavo cibo. Ovviamente però non avrò le forze per scendere, ho ancora un forte mal di testa e l'impressione che sverrò di nuovo appena proverò ad alzarmi.Le mie previsioni non tardano ad avverarsi, infatti dopo poco tempo bussano alla porta. Sveglio il mio ragazzo con qualche colpetto sul petto, poi scuotendolo un po per le spalle. Finalmente apre gli occhi, si stiracchia un po, sciogliendo il nostro abbraccio, e va ad aprire la porta. Io rimango steso sul letto, e da quella posizione vedo moo padre. Chiede a Kendall se va a mangiare con loro, e lui risponde di sì.
Poi entra, si avvicina a me e mi accarezza la fronte, mentre lo guardo senza dire una parola.
«Tu te la senti di scendere a mangiare Logan?» mi chiede con il solito tono con cui ci si rivolge a una persona malata.
«Ci provo» gli rispondo, cominciando a togliermi le lenzuola.
Appoggiandomi con una mano alla sua spalla e con l'altra al cuscino, mi tiro su lentamente, per fare in modo che non mi giri troppo la testa. All'inizio mi sembra di riuscirci, anche se il mal di testa preme ancora, così infilo le ciabatte per poi alzarmi in piedi. Da dietro, anche se non lo vedo, so che Kendall mi sta sostenendo con lo sguardo.
Mi alzo in piedi, e siccome da una parte mi manca l'appoggio, lui viene subito in mio soccorso, tenendomi in equilibrio. Faccio qualche passo, fuori dalla stanza per poi raggiungere le scale, ma a questo punto mi prende un giramento improvviso. Fortunatamente, sono pronti a prendermi, sento le loro mani premere sulla mia pelle per sostenermi.
«Forse è meglio di no» dico.
Loro annuiscono, e sempre tenendomi così mi riportano nella mia stanza, dove mi stendo di nuovo sul letto.
Dopo che è uscito mio padre, Kendall rimane sulla porta, guardandomi, indeciso se rimanere o se andare a cenare.
Non so perché, ma alla fine sceglie me.Angolo autrice
Eccomi! Scusate per l'immenso ritardo, ma è stata davvero una settimana impegnativa, e sicuramente lo sarà anche questa, quindi non aggiornerò prima di domenica, scusate❤
Anna_darkheart
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My Escape || Kendall Schmidt - Logan Henderson (#Wattys2016)
Fiksi PenggemarKendall Schmidt: 17 anni, riservato, chiuso verso gli altri da quando ha iniziato a drogarsi ed è finito in riformatorio. Logan Henderson: 17 anni, ricco, solare, buona famiglia, molti amici e un grande segreto. Due ragazzi molto diversi con un filo...