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Pov Logan

Sono passati tre giorni. Nel frattempo mi sono ripreso, la febbre mi è passata del tutto, ora sono solo un po debole.
A Kendall nel frattempo, grazie alla sua ostinazione nel voler stare con me anche se ero malato, è venuto un mal di testa molto forte, almeno fino a ieri. Spero che questa mattina gli sia passato.
Lo vedo scendere le scale, mentre io, che mi sono svegliato presto, sono già seduto a tavola a fare colazione. Ha ancora l'aria assonnata, sbadiglia e tiene gli occhi semichiusi. Senza salutarmi, si siede anche lui al tavolo, prende qualche biscotto, versa del latte nella sua tazza e comincia a mangiare. Lo guardo di sottecchi, cercando di capire perché non mi abbia rivolto minimamente la parola, ma sembra semplicemente molto assonnato. Forse ha ancora mal di testa, oppure si è soltanto alzato con l'umore sbagliato.

«Buongiorno Kendall» decido allora di salutarlo io. Non mi risponde subito, ma apre un po di più gli occhi e fa come un balzo dalla sorpresa.
«Buongiorno Logan.. Scusa, ma questa mattina sono pieno di pensieri» dice infine.
«Stai meglio?» gli chiedo, avvicinandomi un po a lui.
«Più o meno, diciamo che almeno il mal di testa mi è passato» mi risponde guardando sul piatto. Ha un tono distaccato, più freddo del solito, e mi da fastidio il fatto di non riuscire a capire perché, anzi sentirmi addirittura colpevole del suo stato d'animo.
Capisco che cercare di fare conversazione potrebbe farmi sentire ancora più inutile, quindi decido di andarmene in camera mia.

Ma proprio mentre sto salendo le scale, sento la sua mano, che ormai riconosco al tocco, prendermi per il polso. Volto la testa di scatto, e incrocio i suoi occhi verdi che mi stanno silenziosamente pregando di restare con lui, di sopportarlo anche se non è esattamente di ottimo umore, e di scusarlo per questo.
E ancora una volta, mi perdo in quegli occhi profondi, restando fermo, senza riuscire a parlare, si bloccano anche i pensieri nella mia testa. Vengo completamente rapito da lui, ed è come se non potessi fare niente per scappare.

La presa della sua mano sul mio braccio si allenta, e questo mi fa tornare alla realtà.
«Ti devo parlare Logan» dice, e sbra faccia un grande sforzo per pronunciare queste parole.
«Ehm.. Va bene, dimmi tutto» incrocio le braccia.
«No, non qui, andiamo di sopra» guarda in direzione delle scale.
Fa qualche scalino senza guardarsi indietro, ma si accorge subito che io non lo sto seguendo. Sono rimasto bloccato, pensando a cosa vuole dirmi. Il fatto che sia così serio mi preoccupa, e non poco, vorrei che stesse fingendo per spaventarmi, ma non sembra per niente così.
Guarda indietro, verso di me.
«Beh, non vieni?» chiede con un tono strano, è determinato, e la dolcezza che di solito lo accompagna è scomparsa.
«E se ti dicessi di no?» replico senza pensare.
«Dai Logan non fare il testardo proprio ora... Devo parlarti sul serio» prova a convincermi, tendendomi una mano.
«Beh direi che ho tutti i diritti per fare il testardo, che sta succedendo Kendall?» lo sto sfidando praticamente.
«Se mi segui di sopra ti spiego tutto, è una cosa che non mi va di dire qui dove potrebbero sentirci, okay?» pronuncia le ultime parole con voce più alta.

«Ragazzi va tutto bene?» sento mia madre chiedere dalla cucina, non pensavo fosse qui.
«Certo mamma» la rassicuro, mentendo ovviamente. Kendall nel frattempo si zittisce, mentre mia madre non risponde, quindi l'ho convinta.
«Perfetto, ora hai capito perché non voglio parlarne qui?» dice Kendall, alludendo a lei.
«No, non ho capito cosa potresti dirmi che mia mamma non può sentire, quindi se prima non me lo spieghi io non vengo con te» mi impunto ancora una volta.
Nel silenzio che segue, finisco per chiedermi perché siamo finiti a litigare in questo modo. Non arrivo a una vera conclusione, solo al fatto che forse almeno io avrei potuto essere meno aggressivo.
«Devo parlarti della nostra relazione okay?» dice in tono deciso, ma senza alzare la voce.
Spalanco gli occhi, le braccia mi cadono lungo i fianchi, mi sento perfino cadere all'indietro.
In pratica, tutto il mio mondo mi cade addosso, in un solo istante, frantumato da due parole pronunciate dal mio ragazzo.

Sembra accorgersi dell'effetto che hanno avuto le sue parole, il suo viso si addolcisce un po, non ha più l'espressione dura di qualche momento fa.
Ma questo non mi aiuta, come non mi incoraggia il fatto che mi sta tendendo una mano per seguirlo. Ammetto a me stesso che ho paura. Paura di perderlo, paura che fino ad ora mi abbia illuso, che all'inizio i miei genitori avessero ragione.
Ma ricordo anche che mi fido di lui, perciò mi affido a questa fiducia e comincio a salire le scale dietro di lui, ma senza prendergli la mano.
Andiamo nella sua camera, al terzo piano, lui si siede sul letto, ma io no. Sarò pronto a scappare, allontanarmi da lui prima che mi faccia troppo male. Non voglio soffrire.

«Logan... vieni qui per favore..» comincia lui, invitandomi ad avvicinarmi.
Un po diffidente, faccio qualche passo verso di lui, mi avvicino al letto, ma non mi siedo. Lui invece, a gambe incrociate, sembra molto rilassato.
«Eccomi... Ora dimmi tutto» lo esorto.
«E va bene... Ma prima mi devi promettere che non salterai a conclusioni affrettate..» mi chiede.
«Capisci che così non fai altro che peggiorare la situazione vero?» gli rispondo freddamente.
«Ti prego, promettimelo...» mi supplica quasi.
Penso per un attimo alle ragioni che potrebbe avere per farmi questa richiesta, e alla fine acconsento.
«Bene... Ti ricordi quando sei venuto a trovarmi in comunità?» mi chiede, come se stesse andando a piccoli passi.
«Sì, mi ricordo...» gli rispondo, pensando nel frattempo che avrei potuto scommetterci che sarebbe successo qualcosa mentre io non ero con lui.
«Ti ricordi del mio migliore amico, Eddie?»
Perfetto, lo consideravo anche un bravo ragazzo.
"Non saltare a conclusioni affrettate" ripeto a me stesso.
«Sì, mi ricordo anche di lui» incrocio le braccia e lo guardo storto.
«Oh andiamo, non rendi le cose più facili se mi guardi così!» scatta.
«E come dovrei guardarti scusa? Dovrei essere tanto felice del fatto che mi stai per dire che mi hai tradito con lui? Vai al punto comunque» gli urlo in faccia, ormai mi sono saltati i nervi.
«E va bene...» comincia, guardando sulle lenzuola.
«Lo stesso giorno che sei venuto, dopo che te ne sei andato, io e Eddie abbiamo cominciato a parlare... Il discorso è caduto sull'amore, non ricordo cosa ci siamo detti... Ma alla fine mi ha preso alla sprovvista, e mi ha baciato. Io... Non volevo... Ricambiare.. Ma alla fine l'ho fatto, non so nemmeno perché, è stata una cosa di un secondo..» finisce.

Non posso crederci. Il mio cuore non è nemmeno in pezzi, è in polvere. Mi manca la forza di reagire, non sono arrabbiato, non parlo perché sono crollato.
«Logan... Dì qualcosa per favore..» mi guarda negli occhi e mi prende un braccio.
«Kendall, io... Non ci posso credere...» riesco a rispondere solo questo.
«Ti giuro che io non ho provato niente di quello che ho sempre provato con te...» sembra pentito, ma non mi fido totalmente di lui ora.
«Però hai voluto provare vero? Lui ti bacia, e allora è una buona scusa per ricambiare, perché rifiutare non si poteva no? Magari sarebbe stato anche meglio di me... Sai che ti dico? Vaffanculo Kendall» urlo.
Mi libero dalla sua presa sul mio braccio con uno scatto.
Il mio peggiore incubo si è avverato.

My Escape || Kendall Schmidt - Logan Henderson (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora