La solitudine soltanto tra le mani, nel cuore mi giovava.
Si dice che i colibrì possano battere le ali più velocemente di qualsiasi altro animale, tanto veloce perché le loro tenere e fragili ali non sono capaci di fare altro per sostenere un corpo di così piccole dimensioni; sono esili, e fuggenti.
Un momento prima li scorgi, li guardi, e quando ti giri per un rumore futile loro sono già a metri e metri di distanza dal punto in cui li avevi lasciati. Questo, vuol dire nascondersi? I pettirosso non si vergognano, restano inermi a mostrare orgogliosi i loro colori meravigliosi, col sole in faccia e gli occhietti mezzi aperti, a bearsi del tenero calore sulle piume.
Mi chiedo, sono loro egocentrici, hanno ereditato involontariamente qualcosa dal lontano Narciso, o i colibrì sono solo timidi? Loro spariscono in fretta. E trovano un posto in cui tu mai li cercheresti, e quando l'hanno trovato sta pur certo che mai, nemmeno dopo mille anni, immagineresti che fossero più vicini di quanto tu pensassi. L'occhio vede ciò che vuol vedere, perciò si rifiuta di scovare il colibrì - che magari s'è solo fermato su un fiore, oppure ha fatto solo un passo più in là, o giù di lì.
Un pettirosso è qualcosa che cattura l'attenzione, è bello, certo, i suoi colori quasi trasmettono gioia involontariamente. Ma il colibrì, oh, quello è già tanto se lo vedi. E quando lo vedi, te ne innamori. E non lo lasci più! Cominci ad osservarlo assiduamente, sperando, dentro di te, che egli ritorni l'indomani alla stessa ora, per guardarsi ancora e poi sparire, e aspettare un'altra alba.
M'ero spinta solo oltre le piantagioni di vite del signor Crusher, non tanto lontano. Avevo camminato, superato ancora e ancora lo stesso boschetto che, su per giù, mi prendeva solo tre minuti quando stavo con la bici - giusto per portare con me una fetta di torta, una mela e un po' d'acqua, un libro e gli occhiali da vista. Raggiunte le rientranze sulla fiancata di alcune colline su cui s'affacciavano diversi frutteti mi fermai, presi il fagotto che m'ero preparata e cominciai a leggere, senza manco un rumore, la benché minima distrazione; calma, quiete e me.
Sono abitudini che col tempo perdi, che, magari, anche involontariamente, tendi a trascurare fino al punto di non pensarci più, di abbandonarle. Però non m'ero scordata dei miei momenti, anzi, ci pensavo più spesso!, mi concentravo a tal punto da farmi mancare il fiato, fino a desiderare ciò tanto intensamente da pensare che non puoi viverci senza. Lo sogni, lo immagini, e poi se non lo fai la tua vita, improvvisamente, non ha più un senso.
E quindi, fondamentalmente, ero seduta su un prato, senza la minima idea di che fare se non leggere e, nel caso, aspettare che una pioggia che non m'aspettavo mi obbligasse a tornare indietro. E invece no, c'era un sole che mi bruciava in testa, e, tra l'altro, non volevo manco tornare a casa, quindi rimasi lì per ore, fino a quando il sole non cominciò a nascondersi dietro ad una pianura lontana.
Vi dirò, la mia storia s'incentra su un incontro abbastanza bizzarro, quindi mi sembra prematuro dirlo ora; ma sono impaziente, tanto impaziente! Voglio che sappiate di cosa parlo al più presto.
M'ero spinta solo poco più lontano, in una rientranza che nemmeno avevo notato davanti ad un frutteto che costeggiava un - se così vogliamo chiamarlo - ruscello. Era abbastanza secco, era letteralmente senza una goccia d'acqua, ma ancora aveva la sua forma. Gli alberi da frutta erano meli, per la maggior parte. Non erano ancora sbocciati, i fiori, ma il profumo già aleggiava per metà nell'aria fresca. E dietro a cespugli, rami secchi e mille foglie, tutto raggomitolato su se stesso se ne stava da solo, con le ginocchia tenute al petto, i capelli sulla fronte e i piedi nudi, le braccia a circondare per intero le gambe e la fronte schiacciata su queste.
Tutto solo, circondato d'abbandono, a mugolare suoni indistinti, mentre a fatica si dondolava e un po' piangeva.
Tutto solo, circondato d'abbandono, a scaldarmi il cuore - - povera creatura; lì mero, senza affetto.
sto passando un momentaccio con me stessa, ma questa idea mi piace davvero tanto - avevo bisogno che voi la leggeste. quindi, l'ho messa in coming soon, ma presto arriverà anche un primo capitolo. xx
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Latĕbra
FanfictionTutto solo, circondato d'abbandono, a mugolare suoni indistinti, mentre a fatica si dondolava e un po' piangeva. Tutto solo, circondato d'abbandono, a scaldarmi il cuore - - povera creatura; lì mero, senza affetto. copyright reserved to @thescient...