Atto ventisei - Ma come ogni bene anch'essa ha difetti: la felicità è incredibilmente scivolosa.
Siamo mai davvero felici?
Quando lo diciamo, quando effettivamente dichiariamo coi polmoni pieni d'ossigeno per l'enfasi, gli occhi spalancati e il naso che diventa lo scrigno dell'aria più pulita che ci sembra di aver mai respirato, lo intendiamo davvero?
Conservo questo dubbio tanto grande da quando ho capito quanto la vita possa rivelarsi essere burrascosa ed ignota nonostante tutto; non sempre le conseguenze sono quelle più logiche, positive o negative che siano.
La felicità sceglie di abbracciare le persone mentre tiene una benda sugli occhi, non si accorge davvero di cosa sta stringendo tra le braccia, e non lo saprà fino a quando non abbandonerà quel corpo per cercarne un altro a cui riservare il medesimo trattamento.
Ho pensato a queste casualità quando a mio padre fu diagnosticata questa strana condizione che lo vedeva succube di chissà quale parte di sé. Me lo sono chiesto quando mia madre preferì cedere a mio fratello la casa nel nord Inghilterra e me lo chiedo ora, mentre guardo Harry dormire con i suoi capelli del colore del grano sparsi sulle mie ginocchia, il viso rivolto verso lo schermo della tv che prima guardava con attenzione.
Sapete, non ho mai creduto che la felicità si potesse cercare né ottenere mediante nessuno dei mezzi a disposizione dell'uomo – e tutt'oggi ne sono convinta, a dir la verità. Sono sempre stata dell'opinione che anche chi se la merita spesso resta a mani vuote, e quindi non vedevo perché io, che non avevo contribuito in nessun modo a render qualcosa migliore pur di guadagnarmi un posto nella lista dei fortunati che ci speravano avrei dovuto soltanto poterne usufruire.
Un giorno, quando mi sono chiesta quale fosse davvero il mio obbiettivo avevo prefissato qualcosa di incredibilmente banale e facilmente ottenibile per paura di deludere me stessa, come laurearmi o riuscire ad avere una casa tutta mia; di base, riuscire a diventare indipendente come giusto che sia.
Non avrei mai immaginato che rendere la vita di qualcuno migliore e aiutare quel qualcuno a sentirsi nuovamente parte di qualcosa potesse essere così appagante e ristabilire quello strano contatto con la realtà – non ero mai stata capace di effettivamente instaurare un buon dialogo con l'esterno.
Il pensiero stesso che ogni giorno ci fosse qualcuno impaziente di rivedermi ad aspettare me a casa era così soddisfacente e sublime, come se davvero potessi prendermi la liberà di andare in giro a dire anche agli sconosciuti quanto fossi felice – non ne avrei mai avuto il coraggio comunque, la paura di sbagliarmi e rendermi conto di quanto superficiale fossi mi avrebbe davvero annientata.
In effetti, dare l'opportunità a qualcuno di distruggere una persona è di quanto più umano possa esserci, e non avevo paura – o almeno, non così tanta – di lasciare che accadesse. Ciò che non sarei riuscita a perdonarmi era permettere a quell'essere infimo che sapevo di poter essere di farmi del male e convivere nella mia testa come il padrone di casa e non come un semplice inquilino.
E questo mi terrorizzava così tanto perché ero incredibilmente certa di essere il candidato perfetto per questa presa in giro. Più volte mi ero trovata sul ciglio e a volte fare quel salto nel vuoto era invitante a tal punto da dire a me stessa cosa potrei davvero perdere, in fin dei conti?
Sapevo che prima o poi avrei del tutto ignorato il buon senso per dar retta alla parte malata che conviveva con me, aspettavo qualcosa che mi aiutasse a restare coi piedi per terra ancora un po', lontana il più possibile dal ciglio da cui avevo rischiato più volte di cadere.
Harry, con il semplice fatto di starmi accanto, mi aveva dato il motivo giusto per restare attanagliata alla realtà perché era diventata più comoda di qualsiasi altra via di fuga.
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Latĕbra
ФанфикTutto solo, circondato d'abbandono, a mugolare suoni indistinti, mentre a fatica si dondolava e un po' piangeva. Tutto solo, circondato d'abbandono, a scaldarmi il cuore - - povera creatura; lì mero, senza affetto. copyright reserved to @thescient...