Atto sedici.

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Atto sedici – Tu hai il sapore della mia casa.

Una volta, da piccola, ho visitato con i miei genitori l'Olanda. E' stato semplicemente un piccolo viaggio per il loro anniversario di matrimonio, una specie di "vizio" che si sono poi dimenticati nel tempo – poiché con esso sono cambiate fin troppe cose e la regolarità quotidiana a cui erano abituati si dissolse in poche settimane.

Durante il soggiorno olandese non facemmo altro che visitare gallerie, e trovandoci nella patria di Van Gogh non potemmo trattenerci dal dare un'occhiata al museo che gli era stato dedicato. Mio padre è sempre stato un appassionato d'arte, così come mia madre.

Loro si sono conosciuti proprio in una di quelle gallerie, per qualche corridoio pieno di turisti: papà perché in vacanza, mamma per i suoi studi universitari. Trovandosi con la stessa guida turistica e seduti l'uno accanto all'altro su quei bei traghetti bianchi e blu che li avrebbe portati a Buiksloterweg per qualche altra visita non difficilmente riuscirono a scambiarsi qualche parola – mia madre è una donna molto estroversa, papà un po' di meno ma comunque se la cavava coi flirt da ventenne.

Fatto sta che quei due, tornati poi in Inghilterra, non si persero mai di vista. Passarono mesi a chiamarsi ogni giorno poiché troppo lontani – papà viveva a Wansbeck nel Northumberland e mamma a Darlington nella contea di Durham – promettendosi che sicuramente si sarebbero prima o poi visti per scambiare due chiacchiere dal vivo o semplicemente vedersi per bere qualcosa.

Mio padre era già laureato, mia madre frequentava il secondo anno di università con grande successo, essendo una ragazza cresciuta in una famiglia che da lei non chiedeva altro che l'educazione e lo studio.

Non mi raccontarono mai veramente come accadde, ma un giorno di Luglio, dopo che mio padre decise di prendere un treno per raggiungere mia madre nella sua contea per restare con lei qualche giorno nel suo appartamento, finirono col fare quello che loro dicono l'inevitabile. Si fidanzarono, mia madre finì l'università ed entrambi, dopo essersi sposati, si trasferirono poco lontano da Darlington. Nacque mio fratello Niall e dopo due anni io, la piccola Bonnie – un nome tremendo, lo riconosco – più comunemente chiamata Bo.

Insomma, all'età di cinque anni visitai l'Olanda con la mia famiglia. Fu una bella vacanza, a quel tempo eravamo tutti molto legati, papà amava tantissimo i suoi figli e mamma si prendeva cura di noi in un modo impeccabile: ci ha cresciuti bene.

Nonostante i numerosi musei, le grandi giostre su cui papà mi faceva salire promettendomi che mi sarei divertita da matti, io restai affascinata solo quando vidi un immenso giardino pieno di tulipani tutti colorati: ce n'erano così tanti che non potevo crederci, e quando mia madre mi rivelò che erano tutti veri stentavo solo a fidarmi delle sue parole ché per me era del tutto impossibile.

Fatto sta che in un impeto di totale felicità mi lanciai correndo in mezzo al campo, dichiarando espressamente che volevo raccogliere più tulipani possibili per portarli con me in Inghilterra. Prima che potessi muovere un solo passo verso i fiori papà riuscì ad afferrarmi il braccio, tirandomi verso di sé per dirmi che non potevo raccogliere quei fiori, poiché durante il viaggio non avrebbero retto – sarebbero morti, appassiti.

Piangendo e colma di delusione fin su i capelli tornai con la mia famiglia in hotel, tenendo gli occhi bassi per tutto il tempo finché mia madre non decise di parlarmi.

Bo, e con dolcezza mi accarezzò una guancia, quei fiori non sono bellissimi? Quel campo era magnifico o no?, ed io, ovviamente, non feci altro che annuire, chiedendomi per quale motivo lei me lo stesse ricordando. Prima ancora che potessi ribadirle che volevo assolutamente uno di quei fiori lei mi disse queste parole: i fiori sono belli quando stanno nella loro casa, tesoro. Se tu raccogliessi un fiore, gli spezzeresti lo stelo, e sai cosa accadrebbe dopo? Il fiore morirebbe. A volte, per apprezzare qualcosa appieno bisogna rinunciarci e pensare al bene altrui. Vuoi ancora tagliare lo stelo a quel fiore e farlo morire?

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