È sabato.
Tutto ciò che vorrei fare ora sarebbe infilarmi sotto le coperte e collassare in un sonno profondo, ma non posso farlo.
Mi fisso allo specchio e non riesco a distogliere lo sguardo. Sono davvero io, o è tutto frutto della mia immaginazione?L'abito blu elettrico mi cade perfettamente lungo il corpo risaltando oltremodo le curve che in un'altra situazione risulterebbero nella norma.
I capelli biondi, che solitamente sono un ammasso di paglia, oggi risplendono e incorniciano il mio viso in onde apparentemente naturali.
Al posto degli occhi ho due abbaglianti fari azzurri grazie al trucco applicatogli intorno, mentre ai piedi un paio di sandali color carne relativamente alti che ho pescato a caso dal mio armadio.
In conclusione non mi riconosco proprio, e non so se esserne contenta o meno.-Grazie- Dico solo, rivolgendomi alla ragazza che mi ha praticamente "trasformata". -Possiamo andare.
Mentre scendo le scale lei mi segue passo passo, poi si dilegua. Dov'è Seth?-La ragazzina che gioca a fare la donna.- Ed ecco che sbuca dal cono d'ombra del salotto nel quale si era nascosto.
Il completo gli sta alla perfezione, e non sto scherzando. La sua vista mi porta alla mente tante cose, troppe da elencare. Una di queste (perché le altre sono tutt'altro che negative) è l'irritazione. Mi concentro su quella.
-Il ragazzino che dimostra d'essere un ragazzino.
-Oh, come ti sbagli- Mi si avvicina pericolosamente, tanto che il suo profumo mi solletica le narici: bagnoschiuma?. -Arya-
Poi si allontana e io riprendo fiato. Non mi ero accorta di esser stata in apnea tutti questi secondi. Cerco di regolarizzare il respiro, ma Seth se ne accorge ugualmente.
Ride, probabilmente è fiero dell'effetto che mi fa. Io, al contrario, divento bordaux.
Mi apre la porta di casa e mi fa passare. È un'usanza vecchia come il mondo in cui viviamo, ma lui la usa ancora. Sorrido tra me e me.Un'auto nera ci aspetta davanti la Domus e, una volta scese le scale, l'autista esce e ci apre la portiera. Saliamo a bordo: Io non senza qualche difficoltà, ovviamente.
I vetri sono oscurati per non far vedere i nostri visi alla gente poiché la maggior parte delle persone sa i nostri nomi, ma non conosce i nostri volti.
Tutto sarà svelato durante la cerimonia. È celebrata all'aperto, per cui sarà presente tutta Alìtia. Qualche anno fa mia madre mi raccontò di un evento singolare del mondo precedente, chiamato matrimonio, durante il quale una coppia di innamorati suggellava il loro legame nel nome di un dio. Mi disse che la Cerimonia è più o meno la stessa cosa, solo con un altro nome.
Dichiariamo le nostre unioni davanti a tutta Alìtia, mostrandoci come le coppie di genitori che un giorno faranno la differenza.Tutto ciò è così frustrante. Io non volevo questo futuro per me, e suppongo d'essere l'unica a pensarlo. Chiunque sarebbe contento e incredibilmente fiero per questa opportunità.
Ma non me.
E neanche Seth, credo. In realtà su di lui ho le idee molto confuse. Non so cosa pensi su tutto questo ma potrei arrivarci: Scommento non ne sia stato contento. Né per quanto riguarda l'essere abbinato a me, né per quanto riguarda la scelta. O almeno, è quello che traspare.Mi volto verso di lui, e lo becco a fissarmi. Cosa vuole ora? Ma i suoi occhi sono nell'ombra, perciò non riesco a decifrare il suo sguardo.
-Volevo dirti una cosa- Finalmente apre bocca, dopo un lungo minuto, durante il quale non sapevo se essere imbarazzata o passare all'attacco e chiedergli il motivo per cui mi stesse fissando tanto insistentemente.
Lo guardo in attesa. Cosa c'è?Sospira. -Volevo dirti che, nonostante tu non mi sia mai piaciuta e io faccia davvero fatica a sopportarti- Mhm, iniziamo bene. Nonostante non me ne importi nulla, percepisco un fastidio sulla sinistra del petto. -Se ti serve qualsiasi cosa, io ci sono. Siamo una cosa sola ora, ricordi?- Continua.
-Lo terrò a mente.- Rispondo, a fatica.
Poi mi rendo conto di essere stata troppo fredda. Insomma è la prima (e probabilmente unica) volta in cui si comporta da persona gentile e altruista. -Ed è lo stesso per me.- Sussurro, rivolgendogli il mio sorriso più sincero. -Grazie.Non riesco a scorgere il suo viso, ma lo vedo spostarsi leggermente sul sedile, allontanandosi. Ora che ci penso, cosa intendeva con quel "Non mi sei mai piaciuta?" Insomma, ci conosciamo da poco. Quanto sarà mai lungo questo mai?
-Siamo arrivati- L'autista interrompe i miei pensieri, e per la prima volta dopo una settimana mi assale in panico. Cosa dico? Cosa faccio? Ho paura di fare una figura penosa. E se mi ci mettettessi d'impegno, ne sarei perfettamente capace.
Le Guardi sul retro del veicolo scendono immediatamente ed all'unisono. Nel frattempo lancio uno sguardo a Seth, ma lui non mi sta prestando attenzione. Fissa invece la folla raccolta ai margini della strada: Sono tantissimi, tutti composti in file ordinate, ovviamente. E leggo qualcosa di nuovo sui loro visi: Eccitazione.
Faccio un respiro profondo.
L'auto si ferma, e un paio di Guardie si accingono ad aprirci le portiere. "Cosa sarà mai, Arya?" Mi dico. "Non devi fare nulla, solo sorridere e partecipare, dando quella parvenza di serenità e soddisfazione che basta a fargli credere che non desideravi altro che questo dalla vita."Nulla potrebbe essere più lontano dalla realtà.
Chiudo gli occhi un istante e li riapro, poi finalmente scendo dall'auto nera metallizzata.
Sono pronta.
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Alìtia (In revisione)
FantasyÈ il 312 d.g. (dopo guerra) Arya ha diciotto anni e una vita assolutamente perfetta. Il mondo stesso in cui vive è perfetto, ma non è più quello di una volta: Cruenti guerre e irrimediabili malattie hanno messo in ginocchio l'intero pianeta, porta...