Capitolo 23

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La luce del giorno filtra attraverso le tende indaco della camera andando a colpire niente di meno che.. la mia faccia. Dannazione. Mi sganchisco la schiena e sbadiglio. Sento un leggero fastidio alla caviglia destra che mi ricorda immediatamente due cose. Uno: La terribile giornata di ieri. Due: La "discussione" con Seth. Tre: ..che mi sono addormentata sul divano. E allora perchè sono qui, in camera da letto? Chi mi ci ha portato? Almeno ho lo stesso vestito ancora addosso. Il che vuol dire che nessuno si è preso la briga di cambiarmi, com'è giusto che sia.

Mi alzo e spalanco le tende. La vista di Alìtia mi lascia sempre senza fiato, soprattutto di mattina. Vado in bagno e faccio partire l'acqua nella vasca. Dieci minuti dopo sono già fuori. Pesco una maglietta e un paio di pantaloni dall'armadio, me li infilo di fretta e scendo di sotto. Le ragazze che di solito ci aiutano (anzi MI aiutano) a sistemare casa oggi non ci sono. Poi mi ricordo che è domenica e che oltretutto la popolazione è probabilmente rinchiusa dentro casa da ieri pomeriggio a causa dell'attentato.

Non c'è anima viva in giro perciò decido di prepararmi la colazione. L'occhio mi cade sul divano. Vuoto. Chissà dov'è. Mi siedo al bancone della cucina, e mentre mangio, il mio cervello mi invia indesiderati spezzoni di flashback di ieri sera, ma li caccio via con decisione. Ho cose più importanti a cui pensare, come ad esempio parlare con Quentin. Devo richiedere un incontro con lui immediatamente, anche se so che avrà il suo bel da fare oggi. Inoltre devo capire come arrivare all'appuntamento con Kora senza farmi beccare da Seth. Alle guardie basterà dire che abbiamo un incontro tra "donne", mi crederanno. Mi è sempre venuto facile mentire, anche se non lo facevo mai. Non è tra i principi di Alìtia, eppure ogni tanto mi tornava utile la credibilità che assumevo nel dire che avevo completato il mio compito della giornata scolastica quando invece non lo avevo nemmeno sfiorato. Ma come evitare Seth, non ne ho proprio idea.

Non vorrei mentirgli, ma non ho altra scelta. E oltretutto non posso portarlo con me. Nel messaggio c'era scritto "Vieni da sola". Più chiaro di così. Kora.. Cosa vorrà da me? Sento che c'è qualcosa di strano, ma non riesco a capire cosa. Ad ogni modo, lo scoprirò presto.

Sento una porta sbattere in fondo al corridoio, poi dei passi lenti che si dirigono verso di me. Sto quasi per girarmi a guardarlo quando lo sento salire le scale. Non mi ha neanche detto buongiorno. Ma in fondo, cosa mi aspettavo? Sono stata una stupida ieri, punto. La paura mi ha sopraffatta e non sono riuscita a lasciarmi andare. Si è aperto con me, mi ha parlato a lungo, mi ha confessato che è attratto da me e io cosa ho fatto? L'ho respinto. Sono una completa idiota. Se voglio che le cose funzionino, se voglio vivere in armonia il resto della mia vita deve esserci un buon rapporto tra noi. Non pretendo che ci sia amore, quello no, capita di rado tra le scelte; però almeno che ci sia rispetto e fiducia. Anche se ripensandoci.. non l'ho respinto proprio perché ho avuto paura quando ho sentito che provavo qualcosa?

Senza essermene accorta sono già in piedi diretta alle scale a chiocciola che portano alla nostra stanza. Voglio chiarire la situazione.

Sto quasi per entrare quando sento la sua voce. Ma con chi sta parlando? Non c'è nessuno in casa. Discosto leggeremente la porta e vedo Seth appoggiato al muro che parla al.. telefono? È un telefono quello? E per di più.. PORTATILE? Dove caspita l'ha preso? È impossibile trovarne uno. Li utilizzano solo i membri della Reunione in casi eccezionali. Però ho capito perché è in questa stanza: È l'unica camera (oltre al bagno, ovvio) a non essere sorvegliata dalle telecamere, giustamente, per lasciarci privacy. Certo, come se ci servisse privacy. Dormiamo addirittura in due stanze separate.

Mi avvicino leggermente per sentire meglio, ma non riesco a captare una singola parola. So solamente che sta parlando piano, molto piano, e che perciò nasconde qualcosa. Decido di tornare di sotto. Non me la conta giusta e, anche se il mio istinto è spesso inaffidabile, questa volta non posso che ascoltarlo. Faccio finta di piluccare qualcosa dal piatto quando lo vedo scendere le scale. Ovviamente del telefono non c'è traccia. Non posso fidarmi, c'è qualcosa sotto.

-Ciao, bimba. Dormito bene?- Dice con voce spiritosa, ma la sua faccia rimane seria. Ha il solito ciuffetto di capelli bronzei dietro l'orecchio sinistro fuori posto. Devo sforzarmi di non alzare le mani per sistemarglielo.
-Davvero molto bene, considerando che sono volata magicamente dal divano al letto durante la notte- Il mio tono è neutro. Non voglio insospettirlo.
Si accende una scintilla di ironia nei suoi occhi.
-Mi hai sbavato sulla maglietta- Oddio, che vergogna. Beh, poteva andare peggio. Almeno aveva una maglietta. -Ma tranquilla, non sei la prima a sbavarmi addosso- Mi da un buffetto su una guancia, a mò di presa in giro, e se ne va verso le altre camere con il solito passo noncurante. Mi irrita. E mi attrae. Non mi fido. Ma non riesco a tenerlo a distanza di sicurezza dal mio cuore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 18, 2018 ⏰

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