Capitolo 14

1.4K 185 8
                                    

La folla mormora: I loro visi sono incuriositi, a tratti stupiti. Seth mi affianca immediatamente e mi cinge la vita con un braccio, come se dovesse proteggermi. Apprezzo molto lo sforzo che sta facendo. Il tuo tocco mi brucia la pelle, ma non batto ciglio.

Siamo gli ultimi ad essere arrivati. Vicino a noi ci sono altre macchine, e le altre tre coppie sono di fronte alla folla come noi.
Salutano con sorrisi enormi stampati in volto. Li imito, ma non riesco a farlo più di tanto. Dal loro punto di vista probabilmente sembro una maschera di ghiaccio. Seth non si scompone, alza solo una mano in segno di saluto, poi la fa ricadere lungo il fianco.

Noto che la gente ci indica. Cosa abbiamo che non va? Mi muovo un pò sul posto, nervosa. C'è troppo rumore. Seth mi da una lieve stretta in vita, come a dirmi di stare tranquilla e non combinare qualche pasticcio. Non ci riesco. Le attenzioni sono troppe, i palmi delle mani mi sudano, sento le gambe tremare leggermente.
Poi Seth si avvicina di più. Il suo profumo è un calmante. Vorrei abbracciarlo e inalare il suo odore finché non mi sentirò meglio, ma non posso farlo. Anzi, non devo farlo. "Che cose assurde ti metti a pensare?"

Ma non mi sento meglio di prima. Non capisco il motivo di questa reazione e anche se so di odiare le troppe attenzioni, di solito riesco a trattenermi. Ma non oggi, non ora.
Pensavo di essere pronta ma non lo sono, per niente. Non sono in grado di affrontare una tale responsabilità. Questo pensiero mi da la botta finale e i miei occhi si inumidiscono. Abbasso velocemente lo sguardo, mentre qualche lacrima mi riga il viso. Mi odio. Mi odio tantissimo.

Poi, come in un sogno, una mano ferma mi prende il mento e mi gira il viso e mi ritrovo le labbra di Seth sulle mie. Lo stupore cancella qualsiasi cosa io stia provando in quel momento: rabbia, ansia per le troppe attenzioni, tristezza per un futuro già segnato, consapevolezza di non poter mai essere all'altezza di tutto ciò. Mi dimentico di essere lì, davanti a tutta quella gente, mentre mi bacia. Non mi tiro indietro. Le sue labbra sono morbide all'inverosimile, esattamente come le avevo immaginate. Passa la lingua sulle mie e con i pollici mi asciuga le guance ancora bagnate, mentre mi tiene il viso fermo tra le mani. Sono totalmente persa nel suo profumo, nella sua bocca, come una nave in balia delle onde.

Poi la nave affonda, Seth lascia cadere le mani, la sua bocca sfiora un'ultima volta la mia, e labbra contro labbra, sospira. Infine si allontana, ma mi cinge di nuovo la vita con un braccio, come se temesse una mia imminente caduta sull'asfalto. Cos'è stato? Troppo breve, quello è poco ma sicuro.

"Ma cosa mi prende?" Oddio, sono andata completamente fuori di testa.
Mi darei due schiaffi, se solo potessi. Sono praticamente caduta ai suoi piedi, mentre mi baciava. Avrebbe potuto farmi quello che voleva in quel momento, e io glielo avrei lasciato fare. Perché?
Ma soprattutto: Perché l'ha fatto?

Mentre mi ronzano in testa milioni di ipotesi, mi accorgo che ci siamo mossi e stiamo raggiungendo il luogo della Cerimonia.
E in quel momento capisco.
L'ha fatto perché la folla non vedesse le mie lacrime, perché non pensasse che non sono felice di essere stata scelta, perché tutto ciò sarebbe inevitabilmente andato in frantumi. In sostanza l'ha fatto per me, ma l'ha fatto anche per se stesso.

Alìtia (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora