Capitolo 8

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Non potrebbe andare peggio. Sul serio.

Perché non mi hanno abbinata ad Adam? Perché sono stata scelta? Perché i miei geni sono perfetti se combinati a quelli di Seth?

Non riesco a farmene una ragione.
Sarei stata bene con Adam, ma evidentemente io e lui non eravamo compatibili geneticamente.
Mentre io e Seth lo siamo, nel miglior modo possibile, ma non per quanto riguarda il carattere, questo è certo.

Me lo sentivo. Sapevo mi avrebbero abbinato ad un ragazzo che non mi piace, e così è stato.

Cerco di assumere un'aria indifferente. -Ciao a te.

"Fai finta di niente" mi dico.

-Oh, vi conoscete già? Meglio così!-
Come non detto.
Quentin sposta lo sguardo da l'una a l'altro, e ci guarda con un misto di curiosità e aspettativa, inconsapevole della nostra battaglia interiore.

Sto cercando di essere il più noncurante possibile, ma per un attimo il muro che ho creato ha qualche tentennamento e a quel punto per Seth è facile riconoscere quello che si cela dietro i miei occhi: risentimento e ostilità.

Ma lui non sembra esserne per nulla turbato, anzi, il suo sorriso si amplia di qualche millimetro.

Per un nano secondo perdo totalmente la concentrazione ma la riacciuffo subito. Non devo, non POSSO guardarlo. Scaccio immediatamente dei pensieri che non mi appartengono, senza ragionarci troppo sopra.

Quentin interrompe in nostro contatto visivo. -Come già saprete, la vostra casa sarà separata dalla vostra Gens, come anche per le altre coppie scelte. Avete una grande responsabilità sulle spalle, per questo verrete monitorati costantemente.

Che cosa vuol dire?

Il sorriso di Seth si spegne all'istante, e al suo posto appare una maschera fredda e calcolata: Non traspare nulla.

-Ora saliremo a bordo di un veicolo che ci porterà direttamente alla Domus, ovvero il luogo in cui vivrete per il resto della vostra vita. Avrete la possibilità di vedere i vostri parenti stasera. Seguitemi!- Si rivolge sia a noi che agli altri della Gens Venus.

Quando siamo fuori dall'edificio, il resto dei ragazzi si dilegua. Ho un fastidio al petto, cos'è? Ah, invidia. Mi vergogno di me stessa all'istante, e sopprimo subito l'emozione.

Un'auto si ferma proprio davanti a noi, e un pò impaurita salgo a bordo.

Non sono mai stata all'interno di una macchina. Non perché non ci è permesso, ma semplicemente perché non ci servono. Abbiamo altri mezzi, come ad esempio una locomotiva che passa sotto le fondamenta della città e che fa tappa ovunque. Le auto sono riservate all'organismo dei Sorveglianti e messe a servizio della Haus.

Una volta infilata la cintura, mi metto comoda. Noto che fa un pò freddo, così infilo le mani nelle tasche del giubotto.. e sento qualcosa.

Lo tasto, ma non capisco cos'è, così lo tiro fuori: Sembra un minuscolo pezzettino di carta.
Ho la tentazione di lanciarlo dal finestrino, ma a una seconda occhiata noto un puntino nero tra la carta stropicciata.

Lo apro, attenta a non farmi vedere da nessuno, perché il mio sesto senso mi dice c'è sotto qualcosa.
Infatti, sul bigliettino di due centimetri quadrati c'è scritto qualcosa a lettere minuscole, quasi illegibili, sul bordo.

Per un attimo faccio fatica, ma poi non ho più dubbi:
'Fidati solo del tuo istinto'

Alìtia (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora