Capitolo 17

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Le parole di Seth mi rimbombano in testa all'infinito, e anche se cerco di relegarle in un angolo della mente, tornano imperterrite.

Ho mandato via Adam, con la promessa di rivederci il prima possibile.
Ora sono da sola in attesa che facciano i nostri nomi. I preparativi ormai sono al termine, e la folla comincia a placare gli animi. Non ho idea di dove sia lui, e la paura che mi abbia lasciato da sola si affaccia tra il caos dei miei pensieri.

-Ciao.
Mi volto, e una ragazza con i capelli rossi e occhi d'ambra mi guarda, studiandomi. Un abito del mio stesso taglio, ma di colore verde, le fascia il fisico formoso. La scelta della Gens Tellus: Cora.

-Ciao a te- Accenno un sorriso di cortesia. Mi chiedo cosa voglia da me.

"Dai Arya, magari vuole solo fare quattro chiacchiere. Sii più aperta verso gli altri."

-Dovevi dirmi qualcosa?- Continuo, ora con tono più amichevole.
-In realtà sì- È decisa e arriva dritta al punto. Mi piace. -Volevo sapere se ti eri accorta delle telecamere disseminate nelle Domus.- Mormora.
Ho sentito bene? Ci sono telecamere?
Poi ho un flash, e mi tornano in mente le parole di Quentin: "Avete una grande responsabilità sulle spalle, per questo verrete monitorati costantemente."

Non posso crederci. Quindi per tutto questo tempo ci hanno spiati? Quando avevano intenzione di dircelo?
Le guance mi si colorano istantaneamente. Ammetterlo mi imbarazza un pochino. -No, non ne sapevo nulla.
Chissà se Seth ne era a conoscenza. Non credo, altrimenti mi avrebbe informata.

-In ogni caso, passa a trovarmi domani. Noi scelte possiamo vederci.
-Mhm, d'accordo.- Mi mordo il labbro. Sento che deve dirmi qualcosa, lo percepisco da come sposta il peso da un piede all'altro e per come fa saettare lo sguardo da me all'altare, e viceversa.
Alla fine, scoppia in una fragorosa risata, e mi abbraccia. Io rimango rigida sul posto, non sapendo che fare.
Lei continua a ridere, mentre sento la sua mano infilarsi nella mia. Agli occhi degli altri, probabilmente sembriamo due amiche che scherzano tra loro. Ma non lo siamo.

Poi percepisco freddo sul palmo, e capisco che mi ha infilato di nascosto qualcosa tra le dita. Ovviamente, prima che lei si stacchi, ho la prontezza di nascondere questo oggetto di metallo in mezzo al seno.Il sorrisetto divertito di Cora, quando torniamo faccia a faccia, mi dice che ho appena fatto la cosa giusta. Non se n'è accorto nessuno, sono stata troppo veloce. O almeno lo spero.
-A domani, allora.- Mi sorride con gioia. Sembra che la prospettiva di vedermi domani le abbia migliorato la giornata. Le rivolgo un cenno di assenso, così lei si allontana.

Non ce la faccio ad aspettare di assere a casa per scoprire cos'è l'oggetto che ho infilato nel vestito, così mi incammino verso i bagni pubblici e, una volta dentro e controllata l'assenza di telecamere, lo tiro fuori: È una chiave, con annesso un portachiavi di piccole dimensioni, al quale è applicato un tesserino bianco con su scritte delle parole: 100 m prima Domus Tellus, destra, magazzino.

E poi, ancora più sotto, a lettere più chiare e marcate: Vieni da sola.

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