-VI-

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Non sono neanche le tre che stiamo già sparecchiando tutto perché il caldo si è fatto davvero insopportabile.
"Ragazzi, fate un po' quello che vi pare" dice Michael avviandosi verso la casa con alcuni piatti in mano, "questa è l'ora del mio pisolino" lo salutiamo mentre varca la porta.
Alle quattro ci sarà la parata per le strade di Fernandina Beach, ma non so se io ci andrò, è sempre la solita solfa da diciotto anni a questa parte. Si capisce bene che Benjamin non vede l'ora e tutti gli altri ci andranno un po' per dovere, un po' per tradizione. I miei sono contrariati ma mi lasciano decidere per conto mio, anche perché so che in fondo anche a loro rompe un pochino.

Quando mi sveglio la casa è immersa nel silenzio. Guardo la sveglia sul comodino che segna le quattro e mezza. Amo l'estate anche perché posso dormire al pomeriggio, se fosse periodo di scuola adesso sarei appena tornata a casa e dovrei mettermi a fare i compiti. Allontano l'orribile idea dalla mia mente prendendo un romanzo dalla valigia. Lo voglio leggere nella veranda posteriore dove c'è un comodissimo divanetto e anche un dondolo. In cucina mi riempio un bicchiere di succo d'arancia e mi dirigo sul retro.
Quasi mi scivola di mano il bicchiere: sul divanetto è seduto Russell che sta sfogliando una rivista, sul tavolino un bicchiere con ghiaccio e Jack Daniel's. Addosso ha soltanto dei pantaloncini lunghi fino al ginocchio.
"Ciao Maggie. Dormito bene?" si è accorto di me senza aver alzato lo sguardo.
"Ma...perché non sei andato...?"
"Alla parata?" adesso mi sta guardando, "A parte il fatto che non me ne frega un cazzo della parata, non sarei potuto restare un attimo di più in presenza di Annalise. O dei suoi genitori" si allunga verso il tavolino, afferra il bicchiere e tracanna in un sol sorso il suo whisky.
E adesso cosa faccio? Lui mi sta fissando, sta assaporando ogni centimetro del mio corpo coperto solo da degli shorts e da una canotta leggera. Non ho nemmeno il reggiseno addosso. No, non posso restare qui: "Beh...io me ne ritorno in camera"
"Hai un libro in mano, volevi stare qui a leggerlo?"
"Ehm, sì ma...fa troppo caldo qui fuori" senza dire altro volto le spalle e mi allontano velocemente, sforzandomi per non correre.
Il cuore mi batte ancora quando mi chiudo la porta alle spalle. Non riuscirei assolutamente a leggere adesso quindi decido di sistemare un po' la mia valigia.
Mi chino e inizio a prendere e piegare per bene i vestiti. Per solo tre giorni, mi sono portata via mezzo armadio.

La porta si spalanca all'improvviso facendomi balzare in piedi.
"Russ...!" non faccio in tempo a dire altro che mi sta già stringendo tra le braccia e baciando. Non oppongo alcuna resistenza, mi abbandono totalmente a lui. La sua bocca ha il sapore del Jack Daniel's, il suo corpo è così caldo. Le sue mani scorrono lungo i miei capelli, mi scivolano lungo la schiena, mi stringono i glutei.
"Oh Maggie..." sussurra lasciando le mie labbra e abbassandosi sul collo. Lo bacia, assaggia la mia pelle mentre io inspiro profondamente il suo profumo. La mia parte razionale è andata in frantumi, non ho dubbi, non mi interessa di niente. Voglio solo essere sua di nuovo.
"Russell scopami" sussurro stringendogli i capelli, "voglio che mi scopi"
Mi toglie la canotta e mi bacia di nuovo, le nostre lingue danzano frenetiche. I miei capezzoli strusciano contro il suo petto villoso e si inturgidiscono all'istante. Lui me ne afferra uno e inizia a stuzzicarlo e poi a succhiarlo. Abbasso le mani verso il bordo dei suoi pantaloncini e gliele infilo dentro: è inutile dire che c'è l'ha già duro e fremente.
"Vai giù" mi dice Russ. Non me lo faccio ripetere due volte e mentre sto andando in ginocchio porto con me anche i suoi pantaloncini.

Rimango un attimo stupita nel vedere le effettive dimensioni del suo cazzo, scorte appena nella frenesia e nella fioca luce dell'alba di qualche giorno prima. È davvero massiccio, come del resto tutto lo è in Russell.
Lo inizio a succhiare con vera e propria ingordigia anche se non mi sta tutto in bocca; Russ mi tiene stretta per i capelli seguendo i miei movimenti con il bacino. Sono così affamata di lui! La sensazione del suo cazzo in bocca è sufficiente per farmi bagnare da matti.
"Maggie, Maggie basta! Sennò finisce subito" dice con voce strozzata.
Appena mi alzo mi spinge sul letto e con uno strattone mi leva gli shorts e le mutandine. I suoi occhi scuri si piantano nei miei mentre si avvicina lentamente. Ha lo sguardo del predatore famelico; mi spalanca oscenamente le gambe e inizia a strusciarsi facendomi bagnare ancora di più: "Ti prego Russ" mormoro, "mettimelo dentro"
Non ce la faccio più, sento che sto per avere un orgasmo quando lui si ferma lasciandomi sull'orlo del piacere. Quando le mie mani scivolano in basso per completare l'opera lui me le afferra e le blocca guardandomi soffrire compiaciuto: "Decido io quando puoi venire"
Lo guardo con un misto di stupore fastidio ed eccitazione; vuole dominarmi e io sono pronta a lasciarglielo fare.
Le sue dita si infilano in me e cominciano ad agitarsi come vermicelli impazziti. Ancora ancora e ancora mi porta al confine e mi abbandona prima che io possa oltrepassarlo fino a che non sono esausta, fino a che non mi fa male perfino la gola. Le lenzuola sono zuppe dei miei umori e lui mi guarda con l'aria trionfante: "Lo vuoi?" mi dice strofinandoselo lentamente con la mano bagnata.
"Sì ti prego, ti prego Russell" lo sto letteralmente pregando.
"Sei la mia piccola troietta vogliosa?"
"Sì, sì" ansimo. È esattamente questo che mi sento di essere.
Si allunga su di me appoggiandosi su un gomito, i nostri volti si sfiorano. Sento che con una mano si sta sistemando il membro davanti alla mia entrata: "Dillo!" con l'altra mi accarezza la fronte e mi liscia i capelli sudati.
"Sono la tua troietta" quando cerco di baciarlo mi tiene giù la testa e sorride sprezzante davanti al mio fallimento.

Con un colpo secco mi penetra ed io mi sento completamente riempita dal suo grosso cazzo. Inizia a infierirmi profonde stoccate mentre si gode la mia espressione di estasi. Sto andando a fuoco, sento brividi bollenti lungo tutto il corpo che sembrano esplodermi nel ventre a ogni suo assalto; le mie unghie affondano sulla sua schiena mentre sto avendo un orgasmo dietro l'altro. Una continua onda di piacere che sembra non finire mai finché Russell non si ferma con un roco gemito che gli raschia la gola.
Mi è venuto dentro, ma siamo su un altro universo in questo momento perché possa fregarcene qualcosa.
Rimane immobile sopra di me, ansimiamo entrambi come mantici. Gli passo le mani tra i capelli arruffati costringendolo a baciarmi. Si lascia fare e anche lui mi accarezza.
Quando si allontana dal mio corpo, un rivolo di sperma imbratta le lenzuola già disastrate: con due dita Russell raccoglie il proprio succo mescolato al mio e me lo porta alla bocca. Io succhio avidamente fissandolo con occhi stralunati. Si stende accanto a me e ridacchia: "Forse non avrei dovuto sborrarti dentro" dice con un tono tra il sarcastico e il compiaciuto.

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