-XVI-

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Russell ha appena detto di amarmi. Dovrei scoppiare di gioia in questo momento e invece sto tremando fra le sue braccia. È tutto così confuso nella mia testa, troppe emozioni tutte insieme che cozzano l'una contro l'altra.
"Russell!" è la voce di mio padre. Sobbalziamo e ci sciogliamo dall'abbraccio.
"Russell!" lo chiama ancora.
Mi bacia la fronte: "Ne riparliamo, sai?" io annuisco, "adesso vado"
Esce dalla mia stanza e socchiude la porta. Sento che scende le scale e che inizia a parlare con mio padre però non capisco cosa si dicono.
Mi siedo sul letto con la testa che gira; se da un lato Russell mi ama, dall'altro c'è la sua famiglia. Annalise ma soprattutto Benjamin. Io sono certa che lui voglia bene a suo figlio e che non vorrebbe mai farlo soffrire ma di fatto questa situazione è esplosiva. Se si venisse a sapere sarebbe letteralmente la fine del mondo, del mio mondo. Del suo.

Alle due di notte sono ancora sveglia; quando è stata ora di salutarsi, tutti hanno fatto finta di niente come se la serata fosse passata tranquilla e divertente. Io morivo dalla voglia di sapere cosa fosse successo ma avevo paura di chiedere ai miei quindi mi sono tenuta la curiosità.
Sono stesa sul mio letto a boccheggiare dal caldo, la televisione accesa ma senza volume getta sul mio corpo seminudo luci e ombre in movimento. Il telefono mi vibra sulla pancia; un messaggio da un numero che non ho in rubrica. Lo apro e sussulto.

>Ciao Maggie. Sono Russell, non preoccuparti questo è un numero sicuro.

Non so cosa rispondere, sono imbambolata.
>Ci sei?
>>Sì, scusa è che mi sono stupita un attimo. Che numero è questo?
Attendo la sua risposta con trepidazione, se prima avevo qualche possibilità di dormire adesso sono sicura che non chiuderò occhio.
>Non preoccuparti, tu salvatelo mettendo che ne so Mary e nessuno verrà a saperlo.
Rimango a fissare lo schermo pensierosa prima di rispondere.
>>Va bene mi fido.
Dopo qualche minuto mi arriva un altro messaggio che mi toglie il fiato.
>Voglio che ci vediamo, ho un disperato bisogno della tua pelle, del tuo corpo, della tua voce.
Gli rispondo con le mai che tremano.
>>Vorrei tanto che fossi qui con me adesso....ma come faremo a vederci?
Ci mette un po' prima di rispondere, attimi infiniti.
>C'è un motel fuori città, ci arriva anche l'autobus c'è una fermata proprio davanti ma non so quale numero. Possiamo vederci lì domani. Io finisco il turno per le 2.30
Sento le viscere contorcersi.
>>Non si può domani, ho il ciclo e per fortuna anche...possiamo fare la prossima settimana?
>E come faccio a passare una settimana senza vederti??
Anch'io penso sia un'eternità.
>>Mi dispiace Russ, ma è meglio aspettare. Intanto...
Mi scatto una foto e gliela mando.
>Così mi fai soffrire però!
>>Appena mi finisce ci vediamo
>D'accordo. Buona notte Maggie

Ho passato i cinque giorni più agitati della mia vita. Oggi alle tre Russell e io finalmente ci vedremo; il fatto che sarà in un motel rende il tutto ancora più elettrizzante. Mi sembra di essere dentro uno di quei film torbidi dove gli amanti si incontrano in malfamati motel nel deserto, dove in ogni stanza succede qualcosa di illecito. I miei saranno fuori per lavoro così potrò andare senza problemi. Non vedo l'ora.
Mi sono messa una gonnellina scozzese e una camicetta bianca, senza reggiseno. In effetti sembro un po' una scolaretta giapponese. Mentre sono in autobus mi arriva un messaggio. Devo andare alla stanza numero otto. Man mano che mi avvicino al motel l'agitazione aumenta sempre di più, e quando svoltato l'angolo vedo l'insegna da lontano, il mio stomaco inizia a fare le capriole. Scendo; c'è un caldo torrido, le cicale fanno un rumore infernale. Mi avvio verso il motel dall'altra parte della strada con le gambe che tremano. Ho come l'impressione che tutti mi stiano guardando, che stiano osservando le mie mosse. Ma tutti chi poi? In giro non c'è quasi nessuno. Trovo la stanza. Busso con il cuore in gola ma non viene nessuno; mi prende il panico e busso ancora debolmente. All'interno si sente movimento, poi la porta si apre: "Ciao Maggie. Scusa ma devo essermi addormentato"
Russell ha l'aria sonnolenta e indossa ancora la sua divisa, tutta stropicciata. Sorrido ed entro nella stanza scarsamente illuminata. Adesso che sono qui dentro mi sento più calma, più al sicuro.
"Ma quanto bella sei, Maggie?" dice Russ avvicinandosi. Mi ritrovo avvolta dalle sue braccia: "Mi sei mancata" dice stringendomi. Io mi sciolgo in quella stretta calda e morbida e penso a quanto sia cambiato il nostro rapporto da quella prima notte che pare lontanissima. Non avrei mai pensato che sarebbe mutato in qualcosa di simile, ero certa che dopo la vacanza in Florida sarebbe tutto finito. E invece si può dire che sia iniziato qualcosa di nuovo, quasi all'improvviso.
"Dovevo farmi una doccia ma mi sono appisolato" dice baciandomi la testa, "in cinque minuti me la faccio"
Lo guardo negli occhi: "Ma no! Io amo il tuo odore" dico e poi affondo ancora nel suo petto. È vero, non so perché ma mi fa veramente impazzire.
"Ma è da otto ore che..." non gli faccio finire la frase, lo tiro per il collo della camicia e lo bacio. Mi sembrano passati secoli dall'ultima volta.
Inizio a sbottonargli la camicia: "Lo sai che con la divisa sei davvero sexy?" gli dico ridacchiando un po' imbarazzata, "Ti ho sempre trovato irresistibile con questa addosso"
"Davvero?" mi chiede con un sorriso. Gli rispondo con un bacio mentre le mie mani scorrono sul suo petto, abbassandosi verso la cerniera dei pantaloni. Ma Russ mi blocca i polsi e mi trascina vicino al bordo del letto: "Spogliati per me" mormora sedendosi e puntando i suoi occhi scuri su di me. Sorrido; è così strana la sensazione di averlo tutto mio senza dovermi preoccupare di nient'altro al mondo. Voglio stuzzicarlo un po' e inizio sfilandomi le mutandine, lanciandogliele addosso. Lui le prende e ci strofina il naso dentro, le inspira rumorosamente: "Quanto mi era mancato questo profumo!" dice stringendole nel pugno. Mi sbottono i primi bottoni e faccio un passo verso di lui, poi altri due e mi avvicino ancora. Agli ultimi ci pensa Russ. Con la testa arriva giusto all'altezza del mio seno; mi attira verso di sé e inizia a baciarmi la pancia, lo sterno, il suo volto non perfettamente rasato mi fa il solletico.
"Oh Maggie..." mormora mentre assaggia la mia pelle. Mi sfilo la camicetta e gli stringo la testa al petto: "Anche tu mi sei mancato" gli dico. Lui guarda in su, occhi negli occhi, e con una mossa repentina si alza e mi getta sul letto. Si leva la camicia e in fretta e furia si spoglia completamente. Ce l'ha già duro e puntato dritto verso di me; mi trascina sul bordo del letto e si inginocchia. Sussulto quando la sua bocca mi avvolge. Succhia, lecca, mordicchia, mi infila dentro due dita. E poco prima dell'orgasmo si interrompe: "Che bastardo" bofonchio. Non l'ha perso questo vizio.

Russ sogghigna e si porta le dita alla bocca. Lo voglio, lo desidero come non ho mai desiderato niente e nessuno. Mi sfila la gonna e si allunga sul mio corpo, baciandomi con la bocca umida di me, costringendomi a indietreggiare strisciando sulla schiena. Riesco a percepire la sua fame, è come un'energia che mi travolge, che mi rende pronta a fare di tutto per sfamarlo. Si spinge dentro di me con forza, togliendomi il respiro con un bacio di fuoco. La sua pelle brucia sulla mia, come elettricità, come una fiamma. Mi afferra i polsi bloccandomi le braccia sopra la testa: "Sei mia sei mia" mi dice tra gli ansimi.
"Sì Russ sì, sono tua, solo tua" voglio che lo sappia, vorrei che lo sapesse il mondo intero.
Mi fa voltare a pancia in giù e mi prende da dietro con gran foga; io mi aggrappo alle lenzuola, le stringo, le mordo per soffocare gemiti di piacere. Si china su di me senza smettere di infliggermi colpi frenetici: "Ti amo Margaret" mi sussurra all'orecchio, "ti amo ti amo"
Non riesco ad articolare delle parole perché tutto il mio corpo è scosso dai brividi dell'orgasmo. Sono senza forze, così come Russell che si è fermato ansimante. Uno, due, tre colpi lenti e profondi prima di tirarsi fuori e bagnarmi la schiena.
Si distende al mio fianco stremato, io gli appoggio un braccio sul petto, giro la testa dalla sua parte: "Anch'io ti amo Russ, non sai quanto"

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