Sono a pezzi. Non ho dormito per tutta la notte e non ho nemmeno fatto colazione. Stiamo caricando la roba in macchina quando mia madre si avvicina: "Maggie, va tutto bene? Hai una faccia!" mi mette una mano sulla fronte.
"Non so, mamma. Forse mi sto ammalando" le dico debolmente. Mi sento proprio come se mi stesse per uscire un forte raffreddore, solo che non starnuto né tossisco. Ma il senso di debolezza e rincoglionimento è lo stesso. Non ho ancora rivolto la parola a Russell neanche quando sta mattina mi ha salutato. Mi sento stupidamente tradita e non voglio che lui lo capisca; ho paura che farei una scenata se gli parlassi, quindi è meglio che ognuno stia per conto suo. Salutiamo i Frost e verso le dieci ci mettiamo in viaggio. Voglio tornare a casa, alla mia vita normale, ai miei amici che mi pare di non sentire da secoli. Vorrei tanto riposare ma ogni volta che chiudo gli occhi vedo lo sguardo di Russell e quella scena odiosa. Per evitare che i miei mi tirino dentro le loro conversazioni, mi metto le mie preziose cuffie e mi sparo la musica a tutto volume. Mando un messaggio a Ellen, Judith e Jane per avvertirle che sto tornando e che se vogliono possiamo vederci oggi stesso. Di lì a poco mi arrivano le risposte: una è con gli scout, l'altra è in Europa con i suoi e di Jane non c'è traccia. Capisco che dovrò passare come minimo un'altra settimana in solitaria.
Vorrei poter schiacciare un pisolino ma appena chiudo gli occhi rivedo quella maledetta scena come se mi ci trovassi davanti e lo sguardo di Russell, quello sguardo che mi ha lanciato proprio poco prima di venire. Sento un brivido lungo la schiena.Ci siamo fermati. Probabilmente mi sono addormentata perché mi sembra mezz'ora fa che siamo partiti. Siamo all'autogrill, e questo significa che invece abbiamo percorso circa metà della strada. Me ne starei volentieri in macchina ma oltre al fatto che sembrerebbe strano, devo proprio andare in bagno. Russell mi gira alla larga ma mi guarda sempre, forse credendo che io non me ne accorga.
È quasi completamente deserto dentro visto che di solito si rientra all'alba del sette luglio. Ci siamo praticamente solo noi, i poveri e annoiatissimi impiegati e qualche camionista. Non voglio, non ne ho nessuna voglia di star qui con loro quindi vado verso i bagni con l'intenzione di starci per tutto il tempo. Le toilette si trovano in fondo a delle scale, a destra le donne e a sinistra gli uomini. Non c'è nemmeno la solita signora che sta lì seduta a raccattare le monete.
Tiro lo sciacquone e mi avvicino ai lavandini: ho l'aspetto di una persona stanchissima, ho delle profonde occhiaie e i capelli tutti incasinati. Penso che passerò questa settimana a dormire.
Mi volto per uscire ma! A bloccare la soglia c'è Russell. Il mio cuore inizia a battere fortissimo, assordante: "Non puoi entrare qui. Questo è il bagno delle donne" gli dico con non chalance. Sento però l'inquietudine diffondersi in tutto il corpo. Lui non dice niente ma entra e si chiude la porta alle spalle dando un giro di chiave. Fa un passo verso di me con il volto impassibile.
Tutta la mia ostinazione si sta sciogliendo, ora vorrei solo essere tra le sue braccia.
"Margaret", non usa quasi mai il mio nome intero e questo mi causa un'ulteriore fitta, "lo so che sta notte ci hai visti. Io ho visto te"
"E quindi?" mi impongo di stare calma ma intanto lui continua ad avanzare finché la mia schiena non tocca il muro.
"Ho pensato a te per ogni secondo, era da non so quanto che Annalise...e solo quando ti ho visto...beh, eri lì no?"
Mi sta dicendo che è venuto in bocca a sua moglie solo perché mi ha visto mentre li spiavo? Adesso è a pochi centimetri da me. Non resisto più! Gli getto le braccia al collo e lo tiro verso la mia bocca. Le sue labbra sono come acqua nel deserto, le sue mani sulla mia pelle sono scariche elettriche.
"Russ...non sai che gelosia mi era presa" gli dico mentre mi sta baciando il collo. Sapere che stava pensando a me mi riempie di una folle euforia.
Mi guarda dritto negli occhi: "Brutta sensazione vero?"
Mi viene in mente che ieri al mare anche lui si era ingelosito parecchio per quel ragazzo. Solo adesso riesco a capire davvero.
"Sì, hai ragione" lo bacio di nuovo, lui mi stringe forte a sé e posso sentire quanto si stia eccitando."No Russ, non possiamo qui" biascico quando le sue mani corrono sotto la mia maglietta, "ti prego"
Sembra più una supplica a continuare piuttosto che a smettere. Mi vuole togliere la maglia e io glielo lascio fare. Gli accarezzo i capelli mentre mi abbassa il reggiseno e inizia a stringermi e succhiarmi i capezzoli: "Sei come una droga, Maggie" mi dice. Si piega sulle ginocchia e mi bacia la pancia. Non capisco più niente, so che non dovremmo farlo qui e adesso ma non me ne frega niente. Voglio solo sentirmi sua di nuovo.
Mi slaccia i pantaloncini e con uno strattone li abbassa, mutandine comprese. Affonda la faccia nella mia zona pubica e comincia a leccare.
"Oh mio Dio..." mormoro stringendogli i capelli. Non me l'ha mai fatto nessuno; affonda la lingua, succhia, mordicchia e guarda in alto verso di me. Devo serrare la mandibola, digrignare i denti per non gridare, credo che se non fossi appoggiata al muro mi cederebbero le gambe. Lo sento sorridere, soffiare sulle mie fradicie piccole labbra. Poi si solleva e mi bacia facendomi assaporare i miei stessi umori: "Adesso" mi dice prendendomi per le spalle e spingendomi verso i lavandini, "ti scopo davanti allo specchio, così vedi quanto sei bella quando ti faccio venire" mi volta e mi piega a novanta sul piano di marmo accarezzandomi la schiena scendendo fino ai glutei. Io guardo il suo riflesso mentre si abbassa i pantaloni, mentre se lo tira fuori. Ha uno sguardo concentrato, infiammato. Apriamo la bocca entrambi quando si infila dentro di me; mi afferra i capelli con una mano e mi tira indietro la testa costringendomi a guardare lo specchio. È eccitante e straniante allo stesso tempo, è come viverlo in terza persona, come guardare un porno provandone però le sensazioni. Vedo il mio seno muoversi al ritmo di Russell, delle sue spinte. Vedo il modo in cui strizza gli occhi, arriccia il naso, apre la bocca, sembra un leone che si avventa sulla preda. Vedo il mio volto sopraffatto dall'estasi; mi mette una mano sul collo e mi solleva senza fermarsi un attimo. Il mio corpo seminudo aderisce al suo completamente vestito. Con l'altra mi mano strizza un seno, mi accarezza la pancia, si abbassa sempre di più fino ad arrivare al clitoride stuzzicandomelo finché i miei occhi non si capovolgono dal piacere. Sposta la mano dal collo alla bocca per impedirmi di urlare.
"Guarda! Guarda quando sei meravigliosa" mi dice ansimante all'orecchio mentre mi preme forte le labbra. Ma io non guardo lo specchio, ho la vista annebbiata e ho l'impressione che mi manchi l'aria, le mie mani gli stringono il braccio.
Quando mi lascia, lentamente mi riappoggio con le braccia sul freddo marmo: "Russell...Russ..." non riesco a dire altro se non il suo nome. Si piega su di me e mi bacia il collo, mi succhia la pelle, la morde quasi.
Sento che il suo respiro sta cambiando, che le sue spinte si fanno sempre più lente e profonde. Ormai ho imparato a percepire quando è sul punto di eruttare: "Russ...non venirmi dentro" mormoro. Ma lui mi appoggia una mano sulla testa spingendomi giù, mentre l'altra mi stringe un fianco come una tenaglia.
"Russell!" non faccio quasi neanche in tempo a dirlo che con un forte colpo secco si lascia andare dentro di me.
Alzo lo sguardo per vedere il suo riflesso, la sua espressione di goduria assoluta e sento un brivido bollente in tutto il corpo. Rimane lì immobile con gli occhi serrati e il respiro affannato mentre pian piano ritorna su questo pianeta.Mi alzo e gli do una spintarella all'indietro: "Ti avevo detto di stare attento" gli dico, ma la verità è che ho percepito le contrazioni del suo cazzo mentre mi riempiva e il suo calore liquido, ed è stata una cosa eccitante come poche altre al mondo.
Sento che già inizia a colarmi tutto giù per le gambe e in fretta afferro delle salviette. Anche lui ne prende alcune e si pulisce prima di rimetterselo dentro ancora abbastanza in tiro. Mi guarda mentre mi rivesto e sorride: "Che c'è?"
Si avvicina e mi solleva i capelli dal collo, sulla destra: "Guarda"
Mi giro verso lo specchio. Ho una grossa macchia rossa poco sotto l'attaccatura dei capelli quasi dietro al collo: "Mi hai lasciato il segno!"
I suoi occhi scuri scrutano i miei attraverso il riflesso. Sul suo volto compare un sorriso compiaciuto.
Usciamo uno alla volta, lui per primo e mentre aspetto un po' prima di uscire anch'io la mia mente si riempie di ansie intervallate a sensazioni di pace assoluta.Camminando verso la macchina sento le mutandine inumidirsi e diamine!, so che il suo seme sta continuando a colare. Prego solo che non mi macchi i pantaloni.

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Playing Dangerous
ChickLit{COMPLETA} Mio padre e Russell si conoscono da quando fecero l'Accademia militare insieme. [...] Russ è sempre stato un bell'uomo e lo è tutt'ora che ha oltrepassato la quarantina da un pezzo: grande e dalle spalle larghe, con i capelli brizzolati e...