Tra poco è il compleanno di mia madre e, come ogni anno in questo periodo, io e mio padre siamo alla ricerca di un regalo. So già che finiremo per regalarle il suo solito profumo preferito, esattamente come ogni volta, ma questo giro è una tradizione che sono ben felice di mantenere.
Stiamo camminando tra i negozi del centro quando dietro di noi una voce: "Ciao Steve!"
Mi blocco di scatto riconoscendo all'istante la voce di Russell. Mio padre si volta: "Ehi ciao sbirro"
Quando mi giro rimango di stucco vedendo che si è tagliato i capelli, rasati quasi a zero. È da qualche giorno che non ci vediamo però, soprattutto alla sera, ci scriviamo sempre. Non mi ha mai detto niente. Per quando ne sappia mio padre l'ultima volta che io l'ho visto è stato quella sera a cena a casa nostra.
"Stai bene così, sembri un ragazzino" lo prende in giro.
Lui si passa una mano sulla testa: "Eh sì infatti l'ho fatto apposta per rimorchiare le giovincelle!" sposta lo sguardo su di me, "Ciao Maggie, come va?"
Percepisco un'angoscia pazzesca che mi stringe lo stomaco e mi rallenta i pensieri e le parole: "Bene" rispondo debolmente. Anche se amavo i suoi capelli, così è ancora più affascinante ed è davvero difficile far finta di niente. "Benjamin ha voglia di vederti, lo dice sempre" mi dice col tono più calmo e naturale di questo mondo, "un giorno dovresti venire a casa nostra"
"Certo" la mia voce sembra rifiutarsi si uscire.
"Sei da solo?" gli chiede mio padre. "No, sto con Reynolds che è andato un attimo dalla moglie nel negozio là" fa un cenno alle nostre spalle.
Continuano a parlare ma io non sento più le loro parole, mi sto perdendo in Russell, nel suo fisico imponente, nei suoi occhi scuri, nella sua divisa, nel manganello appeso al fianco, nelle manette di cui ricordo bene la morsa. Se solo mio padre sapesse...non oso neanche pensarci, mi sento male all'idea.
"Va bene Maggie?"
"Eh? Cosa?" mio padre mi ha detto qualcosa che non ho assolutamente capito.
"Se andiamo a mangiare qualcosa con Russell adesso"
Entrambi mi stanno guardando.
No, non voglio! Scappiamo!, è la cosa che mi sta passando per la testa ora: "Va bene"Siamo seduti tutti e quattro in una tavola calda; ci ha raggiunti anche questo Reynolds, uno sulla trentina con l'aria un po' da rincoglionito. Discutono tra loro mentre io cerco di scomparire in un angolo, pensando che non credevo sarebbe stato così difficile sopportare questa situazione. Quando sono con Russell la mia testa si svuota e tutto il resto smette di esistere, solo ora mi rendo conto che invece esiste eccome il "mondo reale" e in questo momento mi ci trovo proprio in mezzo senza una via d'uscita.
Ma un'idea folle mi attraversa la mente, talmente folle da non sembrare mia. Russell è proprio seduto di fronte a me, sta dicendo qualcosa e all'improvviso sobbalza e da un colpo di tosse: "Tutto bene?" gli chiede mio padre.
"Sì sì è che ho avvertito un dolorino al ginocchio, niente di che"
Il fatto è che mi sono sfilata uno dei sandali e gli ho toccato una gamba. Sento il cuore battermi nelle tempie da quando sono agitata, terrorizzata, eccitata per quello che sto facendo; il mio piede si muove su e giù lungo il suo polpaccio, gli sfioro il ginocchio e l'interno coscia. Lui si sforza di far finta di niente ma sta iniziando a sudare e il suo volto sta diventando rosso. Per una volta ho io la situazione in pugno ed è Russell a trovarsi in balia della mia volontà. L'idea che un domani vorrà sicuramente punirmi per questo scherzetto non fa altro che incentivarmi a continuare, a spingermi sempre più in là. Mentre mio padre sta parlando con Reynolds, Russ mi guarda, un lampo furioso attraversa i suoi occhi, lo sento che vorrebbe sbattermi qui su questo tavolo. Arrivo a toccargli tra le gambe e tutto il suo corpo viene attraversato da una scossa; senza farsi notare sposta una mano sotto il tavolo e mi afferra il piede, lo stringe, lo accarezza, se lo strofina sul cavallo dei pantaloni guardandomi con una tale intensità da farmi venire i brividi. Intanto arriva quello che abbiamo ordinato ma neanche mentre iniziamo a mangiare la smetto di stuzzicarlo e ormai ce l'ha bello che duro. Se si alzasse in piedi si vedrebbe sicuramente.
Per tutto il tempo il mio piede rimane lì, appoggiato al suo cazzo e anche se inizio ad avere i crampi alla gamba non la sposto di un centimetro. Quanto vorrei sgusciare sotto questo tavolo e dare sollievo alla bestia rinchiusa nei suoi pantaloni!
Reynolds guarda l'orologio: "Ehi Reed, è ora che andiamo"
Lui si schiarisce la gola: "Sì, vado un attimo al bagno prima" veloce come il vento si alza, passa dietro a Reynolds e si avvia.
"Devo andarci anch'io" dico quando sono certa che Russ sia già là. Mi sta aspettando, lo so.Devo prendere un gran respiro prima di entrare, la testa mi gira dall'eccitazione, riesco quasi a percepire l'adrenalina scorrermi nelle vene. Appena apro la porta lui è lì. Mi afferra per un braccio del tutto incurante del fatto che qualcuno possa vederci: "Maledetta troietta, senti qua!" si infila la mia mano nei pantaloni, dentro le mutande. Porca miseria! Le mie dita si avvolgono attorno ad un pezzo di marmo bollente. Sembra incazzato sul serio, incazzato e straeccitato.
"Non chiamarmi in quel modo" dico strizzandolo, gettando benzina su di un fuoco che sta bruciando fin troppo.
"Lo so che ti piace quando ti chiamo cosi, perché è quello che sei. La mia piccola troietta, sei"
Cristo! Mi bacia con tanto impeto da togliermi il respiro.
La maniglia della porta si abbassa ma Russell, fulmineo, mi trascina a sinistra, nel bagno degli uomini. Per nostra immensa fortuna è una donna che ovviamente entra dall'altra porta.
"Non sai quello che ti farei adesso" bofonchia infilandomi una mano sotto la gonna, trovandosi a stringere le mie mutandine fradice e tutto il loro contenuto, "ma non c'è tempo, quindi ora tu te ne vai e io mi faccio una sega, hai capito?"
Annuisco e lo tiro per il colletto verso la mia bocca: "Questa te la faccio pagare" sibila sulle mie labbra, "e ora vattene" mi da una spinta verso l'uscita.
Tramortita e barcollante, esco dal bagno degli uomini proprio nel momento in cui dalla porta principale sta entrando Reynolds. I nostri occhi si incrociano per un istante e nella mia testa prende forma un unico pensiero urlante mentre torno al nostro tavolo: siamo fregati.
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Playing Dangerous
ChickLit{COMPLETA} Mio padre e Russell si conoscono da quando fecero l'Accademia militare insieme. [...] Russ è sempre stato un bell'uomo e lo è tutt'ora che ha oltrepassato la quarantina da un pezzo: grande e dalle spalle larghe, con i capelli brizzolati e...