il mio quaderno

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(Pov Alex)
Quando se ne andò via rimasi a fissare la porta per qualche minuto a ripensare a tutto.
Era venuta qui..a 4000km di distanza...per darmi un quaserno e dirmi che dopo 4 anni non si era ancora stancata di me.
Non potevo credere a quello che avevo letto...anzi...non potevo credere a quella giornata.
Era tutto così surreale e assurdo..
Sospirai e presi il quaderno.
La copertina era fatta a mano..copertina di cartoncino rosso e con sopra la scritta "i love you" in nero e ai 4 angoli dei cuori bianchi fatti col correttore assieme ad altri più piccoli. Accarezzai la copertina...sembrava quasi nuovo quel quaderno.
Lo aprii e cominciai a leggere alcune righe.
La prima pagina era una poesia che scrisse lei per me. Me ne ricordai vagamente. il quaderno era tutto così. Composto di poesie e lettere indirizzate o senza destinatario...
Ogni rigo che leggevo i ricordi riaffioravano.
Alcune pagine erano macchiate leggermente a chiazze ed era intuitibile cosa fossero.
Molte pagine parlavano di tristezza e solitudine, paura di non essere amati e di non riuscire a farsi capire.
Quando arrivai alle prime 5 pagine mi fermai. Chiusi il quaderno e mi poggiai con la schiena al divano e la testa indietro.
Mi veniva da piangere....si capiva alla perfezione cio che provava per me da quelle parole scritte nero su bianco.
Da come riuscissi a renderla felice come non mai a come renderla vulnerabile e fragile anche solo per un mio gesto..
Mi portai la mano sul viso e coprii le lacrime che avevano cominciato a reclamare la loro libertà.
Mi rendevo solo allora conto di cio che le avevo fatto. L'avevo lasciata sola...non gli avevo dato il mio sostegno neanche dopo esserci lasciati. Non le rivolsi più la parola...me ne ero totalmente dimenticato.
Sono stato un bastardo!
Come si fa ad essere innamorati di uno come me?!
La cosa peggiore fu che lei mi salutava sempre fin quando avevo quel numero..poi quando lo cambiai non glielo feci sapere...
Mi alzai e posai il quaderno e la lettera nella mia stanza e presi il cappotto. Quando aprii la porta stava nevicando e così decisi di prendere l'ombrello.
Volevo cercarla e chiederle scusa per tutto.
Camminai per un po e rassegnato mi diressi verso il piccolo parco che c'era li vicino...entrai e trovai un tappeto di neve che ricopriva ogni cosa. Sorrisi al vederla e mi incamminai verso la panchina più vicina.
Quando arrivai la vidi rannicchiata atterra che piangeva al centro di un cuore fatto nella neve.
Mi sembrò così indifesa...
Mi avvicinai e mi si il mio ombrello sopra la sua testa impedendo la caduta dei fiocchi di neve.
-alzati che altrimenti congeli stupida-
-non sono affari che ti riguardano no?- rimasi zitto a guardarla richiudersi in se stessa e allora la tirai per il braccio e......

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