Capitolo 20

254 17 5
                                    

"Hailee, Bailey, Alexis possiamo tornare a casa?" Piangucolai.

Mi guardarono malissimo.

"Siamo ancora in tempo." ripetei cercando di convincerle guadagnandomi solo un'altra occhiataccia da parte loro.

Sapevo che non c'era modo di convincerle, ma provare non costava nulla.

"Ragazze, seriamente, sono stanchissima. È stata una giornata faticosa, possiamo tornare a casa?" Sbuffai.

Si cambiarono delle occhiate e Hailee disse sorridendo "No."

Eravamo davanti alla casa di un ragazzo di cui non ricordavo il nome, forse si chiamava James, e le ragazze mi avevano obbligata a venirci poiché credevano che sarebbe stato divertente e mi continuavano a ripetere che mi sarei dovuta divertire e godere la vita, non che avessi una vita orribile.

"Dai, ricordate cos'è successo l'ultima volta?" Dissi sbuffando di nuovo.

"Si, ma ciò non implica che debba succedere di nuovo" disse Alexis "E su, ti divertirai!" Esclamò sorridendo.

Annuii poco convinta e mi incamminai verso la casa.

Varacai il cancello ed mi diressi all'interno. La casa era splendida e davvero molto grande. Possedeva un vasto giardino, molto curato a parer mio, con piccoli alberi piantati qua e là e un paio di panchine, in cui erano sedute coppie occupate a scambiarsi effusioni, come d'altronde ad ogni altra festa.

Spostai lo sguardo e lo posai sulla meravigliosa casa di fronte a me. Ero sicura di non aver mai visto una casa del genere, peccato che venisse usata così. Dire che la casa era grande era un eufemismo.

Si vedeva che i suoi genitori avvessero molti soldi e lo si poteva vedere dal fatto che solo la gente riccona organizzava feste. L'altra volta Kai e questa volta questo ragazzo.

La casa era divisa in tre piani, che si affaciavano sulla vasta piscina che si trovava davanti. La facciata della casa era interamente fatta di mattonelle ognuna con diverse sfumature di beige,mentre il resto della casa era di color marrone. All'ingresso, pieno di gente che aveva bevuto, c'era il portone, in quel momento aperto.

Avanzammo, e dopo una decina di minuti, tra la strada e la gente poco sobria con cui ci scontrammo, arriviammo dentro la casa. Come al solito, varcata la porta, un forte odore di alcoolici, fumo e sudore mi invase il setto nasale.

"I ragazzi che ti hanno detto? Che venivano?" Chiese Alexis a Hailee.

Lei, per la forte musica, non capì e Alexis le ripeté di nuovo la domanda. Hailee annuì, dopodiché ci mettemmo alla ricerca dei ragazzi.

Trovammo i Jacks davanti al tavolo dove c'era da bere, intenti a prendere qualcosa. Sembravano aver già bevuto un pochino, ma furono abbastanza sobri da risponderci e dirigerci verso il gruppo, che stava fuori dalla casa, seduto nell'erba.

Appena ci videro, ci fecero cenno di andare da loro e così facemmo. I ragazzi erano tutti, fortunatamente, piuttosto sobri. Ci salutarono e ci invitarono ad unirci a loro.

"Ciao" dissero un po' tutti.

Le ragazze riposero mentre io feci solo un cenno con la testa e sorrisi. Non mi andava di parlare, perché ero stanca. Quando dissi alle ragazze di essere stanca, lo intendevo veramente. Certo, stavo cercando una scusa per tornare a casa e non andare a quella festa, ma avevo seriamente sonno.

Quella mattina mi dovetti svegliare alle 6:00 poiché mia madre avrebbe dovuto avere una visita alle 9:00 e voleva a tutti i costi che andassi con lei. Dopo l'accaduto era andata un paio di volte in ospedale per fare vari controlli e le dissero anche che, essendo incinta, sarebbe dovuta andare lì più spesso, sia per controllare la propria salute che per controllare quella del figlio. Ero entusiasta ad avere un fratellino, mi erano sempre piaciuti i bambini piccoli e credo che neanche a Tyler avrebbe dato fastidio, anzi.

EscapeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora