"Cameron, Cameron, Cameron!" Urlai correndo verso di lui. Eravamo uno peggiore dell'altro. Ieri, nonché lunedì, saremmo dovuti andare dalla preside per dirle la meta che avevamo scelto per la gita. Ma entrambi, avendo una memoria fantastica, ci eravamo scordati di andare da lei. Conoscendola, sapevo che lei odiava le persone non puntuali.
In questo momento stavo correndo da Cameron, che stava parlando con un gruppo di ragazzi che non conoscevo. Probabilmente andavano con lui in classe o facevano con lui calcio. O magari erano suoi amici solo perché lui socializzava molto più di me. Io oltre ai ragazzi e Alexis, a scuola, non conoscevo nessuno. Diciamo che non ero mai stata una persona molto sociale. Ma avevo le mie ragioni. Diciamo che eravamo piuttosto diversi.
"Eveline." Affermò Cameron sorpreso, dopo che si era girato verso la mia direzione. "Ciao."
"Ti devo dire una cosa." Gli dissi, mentre avevo gli sguardi di tutti i suoi amici puntati addosso. Cercai di ignorarli, concentrandomi solo sulla mia conversazione con Cameron.
"Certo, dimmi tutto." Mi incitò a parlare, mentre il mio occhio andò a finire sul ragazzo che stava dietro a Cameron. Oh no, di nuovo lui. Pensavo che avesse cambiato scuola.. anzi città. Che cosa era tornato a fare? E soprattutto, ora che mi aveva vista, mi avrebbe tormentata a morte. Il ragazzo moro mi guardò e, per un momento, non sembrò riconoscermi. Quando lo fece, potei notare un pizzico di rabbia nei suoi occhi. Mi vennero i brividi a guardarlo. Scossi la testa come una scema, tornando con la testa sulla terra.
"Dicevi?" Sussurrai, sorridendo leggermente a Cameron. Lui sembrò capire e ricambiò il mio sorriso.
"Dicevo" disse sempre sorridendo "Che se hai qualcosa da dirmi, me la puoi tranquillamente dire."
"Uh si, vero." Mi fermai e i miei occhi rincontrarono quelli color verde del ragazzo moro "Possiamo andare da un'altra parte?"
Cameron mi guardò confuso, ma mi disse "Sì, certo."
Si girò verso il gruppo e si scusò con loro, dicendo loro che doveva andare. Ci dirigemmo verso il cortile accanto alla scuola, era merenda ed ora era affollato di gente che mangiava e parlava felicemente. Mi fermai e mi girai verso di Cameron, che era accanto a me.
"Ieri dovevamo andare dalla preside." Affermai guardando i suoi occhi color nocciola. Prima che parlassi erano tranquilli, cosa che non erano più appena gli dissi che ci eravamo scordati di andare dalla preside.
"Cazzo." Si portò una mano tra i capelli, perfetti come al solito "Credi che se andassimo da lei adesso, si incazzerebbe?"
"Beh, in realtà non lo so. Ti dico solo che, conoscendola, so che a lei non piacciono le persone che non rispettano i loro impegni o che arrivano in ritardo a qualcosa." Scossi la testa, nel momento in cui la campanella suonò.
"Andiamo da lei, allora. Magari oggi è la nostra giornata fortunata." Disse, alzando le spalle.
Annuii e ci dirigemmo verso la presidenza, mentre parlavamo.
"Oggi ti va di venire a casa mia? Ho invitato un paio di amici a casa, per il compleanno di Aaron, e mi piacerebbe che tu venissi. Ci sono anche i ragazzi e Alexis." Si girò verso di me, aspettando una mia risposta.
"Certo." Dissi senza neanche pensarci "Comunque, chi hai invitato?"
"Non so se li conosci. Sono Blake Gray-"
"Capelli biondi, occhi azzurri e del secondo anno? Oggi indossava una felpa grigia, vero? " Chiesi io.
Lui annuì e continuò a parlare "Hunter Rowland."
"Ah sì, occhi verdi?"
"Si."
"Anche lui del secondo anno, ha una faccia dolciosa." Affermai ridacchiando, mentre mi immaginavo la sua faccia.
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Escape
FanfictionWhy we're pointing fingers, when we're the same? A Cameron Dallas's story.