Capitolo 27

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I'm back beautiful people!!

Scusatemi INFINITAMENTE se non ho aggiornato per tutto questo tempo (e quanto tempo!!)

In ogni caso, spero che vi ricordate cosa è successo nei capitoli precedenti. Caso mai, vi potete leggere la fine del capitolo precedente.

Buona lettura e scusatemi oer gli errori, l'ho scritto di fretta😁

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"Prima regola: dovete stare sempre vicino a me. Non intendo che dovete starmi appiccicati, ma dovete fare in modo che io vi veda sempre. Seconda regola: non fate casino, ma soprattutto, non urlate. Se vi succede qualcosa, venite da me e se non mi trovate, chiedete a qualcuno dove sono. Terza regola: non siate fastidiosi e non rompete le scatole a tutti. Quarta regola: è freddo e non potete uscire in giardino."

"Ma no!" Piagnucolò Caleb, battendo i piedi per terra "Io volevo giocare con il pallone!"

"Nessun 'ma', Caleb. In giardino non si esce, potete uscire in giardino solo se esco anche io. Quinta regola: non fidatevi di nessuno. È il compleanno di un mio amico, quindi è probabile che ci saranno molte persone. Se qualcuno vi fa qualcosa, ditemelo direttamente. Sesta ed ultima regola: non infiltratevi nelle camere degli altri, parlo soprattutto con voi due ragazzine" Alzai un sopracciglio, mentre le ammonivo "Non andate nelle camere di nessuno, senza il loro permesso. Capito?"

Loro si guardarono a vicenda e annuirono indecise, incuranti di quel che stavo dicendo loro. Alzai gli occhi al cielo e mi girai, questa volta verso Caleb, che aveva un'espressione triste poiché non poteva portare con sé il pallone.

"Tu, calciatore, non assilare tutti chiedendo loro di giocare con te. È già tanto che io ti lasci portare il pallone, anche se so già che Cameron mi ucciderà per questo." Gli lasciai portare con se il pallone, sentendomi in colpa.

Il senso di colpa scoparì e me ne fregai di cosa Cameron mi avrebbe detto, quando un sorriso spuntò sul viso di Caleb, facendo spuntare anche la fossetta che aveva nella guancia destra.

"Avete capito tutto, piccole pesti?"

Loro annuirono e, finalmente, uscimmo da casa. I bambini si misero direttamente a correre verso il cancello, mentre io mi occupai di chiudere la porta.

"Non uscite dal cancello!" Urlai ai bambini, mentre chiudevo la porta a chiave. Erano le 16:45 passate ed il sole sarebbe tramontato tra nemmeno un'ora.

Mi diressi verso il cancello, sperando di non essermi scordata nulla a casa. Grazie a Dio la casa dei ragazzi era vicina.

"Dai su, uscite ma non statemi molto lontani. La casa è qui vicino."

"Okay!" Mi urlò Anais, mentre si era già messa a correre assiemi agli altri.

Molto probabilmente i bambini mi stavano odiando in quel momento, per il fatto che continuavo a dare loro ordini in continuazione. Il problema era che avevo solo paura che succedesse loro qualcosa. Erano piccoli e non si rendevano conto di cosa sarebbe potuto succedere loro. Oltretutto zia Chantal li aveva lasciati sotto la mia responsabilità e se fosse successo loro qualcosa, la colpa sarebbe stata mia.

"Mi tieni il pallone?" Mi chiese Caleb, all'improvviso, spaventandomi. Due secondi prima era accanto alle gemelle che correva ed ora era qui vicino a me.

"Certo, passamelo." Dissi, prima che me lo lanciasse, riprendendo a correre verso Layla e Anais.

"Aspettatemi!" Urlò loro.

Dopo una manciata di minuti, arrivammo quasi vicino alla casa.

"Caleb!" Urlai a Caleb, cercando di attirare la sua attenzione. Lui si girò verso di me, così continuai a parlare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 10, 2017 ⏰

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