Aprimmo la porta ed una forte ondata di polvere mi invase le vie nasali.
Tossii e mi misi a camminare.
La casa da fuori sembrava molto grande e anche da dentro lo era.
Il pavimento non era molto sicuro, faceva dei rumori striduli ad ogni passo e non era stabile.
Non c'era molta luce, se non quella che entrava dai lampioni fuori della casa, quindi non riuscivo a vedere bene cosa o chi mi stava d'avanti.
"Precisamente, perché siamo venuti qui?" chiesi.
"Non c'è un motivo preciso" disse Aaron "Volevamo solo vedere com'era la casa"
"Infatti, ora ci dividiamo" disse Nash.
"Ognuno va dove vuole" continuò.
Fantastico, no?
Feci un respiro profondo e salii le scale mentre gli altri rimasero di sotto.
Non volevo avere a che fare con nessuno di loro.
Ero così incazzata con loro, persino le ragazze, che normalmente hanno paura di tutto, avevano accettato.
Ma cosa avevano tutti al posto del cervello? Una nocciolina?
No, forse manco quella.
Entrai in una stanza, non c'era un buon odore.
La stanza era molto grande e per niente accogliente.
Aveva un letto matrimoniale posto al centro della stanza.
Accanto ad esso c'erano due comodini, mi diressi così verso uno dei due comodini accanto al letto e aprii una scatola.
Non amavo frugare nelle cose altrui, lo facevo solo quando ero annoiata.
La parte superiore era piena di ragnatele ed io l'avevo appena toccata.
"Oh, ma che schifo!"
Mi pulii la mano con un lenzuolo.
Quando volli rimettere il lenzuolo nel letto notai qualcosa, non riuscivo a vedere bene cosa fosse per via della poca luce proveniente da fuori.
Presi così il mio telefono e lo accesi affinché potessi vedere cosa c'era e alla sua vista mi alzai di scatto dal letto allarmata.
Misi una mano tremante d'avanti alla bocca.
Perché c'era un cadavere nel letto?
No, magari mi stavo sbagliando.
Cominciai a tremare e ricontrollai se era veramente un cadavere.
Sicura di quel che vidi volli uscire dalla camera per andare ad avvertire gli altri, ma poi sentii delle voci provenire dalla camera accanto.
Mi concentrai su di esse.
Non riuscii a riconoscerle bene, ma capii subito che non erano delle voci che conoscevo.
C'era qualcun'altro oltre a noi in questa casa.
Mi misi a camminare verso la porta e quando stavo per aprirla, la porta della camera si aprì di scatto.
Mi attaccai al muro in modo che, qualsiasi persona essa fosse, non mi avrebbe potuto vedere.
Smisi per un momento di respirare e cercai di fare meno rumore possibile, cosa che non mi riuscii per via del pavimento schricchiolante.
"Ah, maledette porte! Questa casa crollerà da un giorno al altro" parlò un uomo, per poi chiudere la porta bruscamente.
Sussultai e aspettai che se ne andasse.
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Escape
FanfictionWhy we're pointing fingers, when we're the same? A Cameron Dallas's story.