Capitolo 22

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"No! Perfavore prendete me, non lei. Non vi ha fatto niente!" dissi con le lacrime agli occhi. Non mi risposero. Dovevo fare qualcosa. Dovevo aiutarla. Mi aveva sempre detto che ero forte e che sarei riuscita a superare qualsiasi ostacolo, ma non era così. Non era vero. Io non ero forte e non l'avrei mai salvata. Lei sarebbe morta davanti ai miei occhi, la stavano per uccidere davanti ai miei occhi e io non potevo fare nient'altro che guardarla morire. Avrei fatto di tutto pur di salvarla. Era la mia migliore amica. L'unica amica che io avessi mai avuto.

Mi diedi forza e cercai di andare da lei correndo, ma uno di loro mi prese con il braccio e mi spinse, facendomi perdere l'equilibrio. Mi sbilanciai e il mio fianco andò a sbattere contro un chiodo che fuoriesceva dall'unico tavolo in quella stanza. Un leggero urlo lasciò le mie labbra e finalmente Abigail si decise a guardarmi. Anche lei piangeva, eccome se piangeva. I suoi occhi erano pieni di dolore e paura, anche se non voleva darlo a vedere. Mi appoggiai al tavolo ma, non ancora convinta dell'idea di vederli ucciderla davanti a me, mi diressi verso di lei.

Loro nel frattempo si stavano dirigendo a passo veloce verso la porta. Quando però uscirono e la portarono via dalla stanza, chiudendo la porta a chiave, il mondo mi crollò addosso. Caddi a terra, lasciando che ogni mio sentimento mi abbandonasse sottoforma di urla e pianti.

*****

Mi alzai di scatto, mettendomi seduta. Respiravo affannosamente. Mi coprii con una mano la faccia, cercando di restare calma. Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi. Era da quasi un anno che non facevo più questo tipo di sogni. Quando finalmente avevano smesso di tormentarmi, eccoli pronti a ricominciare.

Fuori c'era ancora un po' di buio, ma sarebbe sorto il sole da lì a poco, infatti, quando controllai l'ora nel telefono, trovai che erano le 5:47. Ancora leggermente turbata da quel sogno, mi alzai dal letto e mi diressi in bagno, cercando di fare meno rumore possibile. Usai il bagno che era nel corridoio poiché nel bagno in camera mia era finito il sapone, che avrei dovuto comprare. Dopo essermi lavata i denti, mi feci la doccia, sperando che mi rilassasse, ma non accadde. Uscii dal bagno dopo essermi asciugata e mi andai a vestire, per poi andare a fare colazione.

Erano appena le 6:50 quando finii di fare colazione e dovevo ammettere che mi stavo annoiando. Decisi così di andare a guardare qualcosa in televisone, sempre cercando di non svegliare nessuno. Mi sdraiai nel divano e accesi la televisione. La mia mente però non era concentrata nel programma che la televisione stava trasmettendo, piuttosto, stava pensando al perché di questo sogno dopo così tanto tempo. Perché all'improvviso avevo ricominciato a sognare quel giorno? Perché avevo ricominciato a sognare lei? Perché? Ogni volta che la mia vita incominciava ad avere un momento di quiete e di serenità, succedeva sempre qualcosa che travolgeva questa quiete.

Da quando Abigail era sparita, non avevo avuto nessuna amica. Cercavo di stare lontana da tutti, per paura di cacciarli in qualche guaio. Non volevo che a nessuno succedesse quel che è successo ad Abigail. Ho sempre cercato di stare alla larga da tutti, ma poi Matt, Nash, Shawn, Cameron, Alexis, Hailee, i ragazzi e le ragazze in generale, si sono avvicinati a me. Non potevano nemmeno immaginare in che casino si fossero cacciati. Loro pensavano che fosse un gioco, ma non lo era. Non lo era affatto. Scossi la testa e mi sdraiai nel divano a pancia in su, mentre guardavo il soffitto. I miei pensieri era concentrati solo su una cosa, precisamente, una persona. Cameron. Non lo vedevo da più di una settimana, forse quasi due. Chissà perché non veniva a scuola. Che cosa aveva di così importante da fare da saltare scuola? Non era solo però. Anche Matt e Nash non erano andati a scuola queste ultime settimane, sicuramente erano con Cameron.

"Eve, che ci fai già sveglia?" La voce di Tyler mi fece tornare con la testa per terra. Mi alzai e mi girai verso di lui e lo trovai che andava verso il frigo per prendere qualcosa da mangiare. Solitamente sono l'ultima ad alzarmi, quindi diciamo che era strano il fatto che io mi fossi alzata per prima.

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