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"Non mi hai mai detto il perché Herrison ci ha mantenuti... Avete una qualche relazione mamma?"
"Lui era un caro amico di tuo padre, si conoscevano sin da piccoli... Erano cresciuti insieme e lui ti ha visto crescere."
"Tu non avevi mai visto Marie?"

Lei ci pensò su per un po' e poco dopo scosse la testa "No, quando tu eri piccolo lei era con sua madre... Ha abitato solo dopo con suo padre."
"Perché?"
"Non lo so, Richard era molto riservato.. Non ha mai parlato liberamente di sua moglie, solo tuo padre sapeva tutto."

Annuii e la vidi prendere un vassoio, mise sopra un po' di tutto per poi guardarmi "Portale la colazione, da bravo gentiluomo"
Sbuffai e mi alzai prendendo il vassoio ed andando da Mary.

Era sveglia e continuava a guardarsi attorno spaventata e confusa, capii dalle sue guance leggermente arrossate che aveva la febbre... Posai il cibo sul comodino e lei mi guardò con occhi di fuoco.

"Come stai?"
"Cosa vuoi da me?"
La guardai confuso.... "In che senso, scusa?"
"Perché sono qui?"
"Perché ieri sera sei rimasta ferita ed io ti ho soccorso ed ora sei qui, a casa di mia madre, in convalescenza."

Lei guardò il cibo e deglutì per poi riguardarmi... "È avvelenato?" Aggrottai le sopracciglia e lei rimase impassibile, "Perché dovrei avvelenarti?"
"Io so chi sei, Justin Bieber... Cacciatore di teste, chi ti ha pagato per uccidermi eh?"

"Io non ti voglio uccidere..."
"Allora perché mi spii da una settimana? Perché mi segui ovunque?" Rimasi sorpreso... Si era accorta di tutto, beh.. Se non fosse stato per quel coglione di Luke sarei stato ancora sotto copertura.

"Perché ti sto proteggendo..."
"Da chi?"
"Da chi vuole farti del male.."
"Perché mai dovresti proteggermi, tu uccidi, non proteggi."
"Perché me l'ha chiesto tuo padre... Perché conosco tuo padre da molti anni."

La vidi disperdere gli occhi nel vuoto... A che pensava?

MARIE

Per un attimo ebbi qualche flashback, io avevo conosciuto un Bieber... Ma quando ero molto piccola. "Io ho conosciuto un Bieber, quando ero bambina"

Lui andò verso lo scaffale e prese una cornice, me la mostrò e riconobbi l'uomo nella foto.. "Lui?"
"Si...."
"Lui era mio padre."
"Era?" Cavolo, come poteva esser morto? Era così cortese e gentile

"È morto sette anni fa..." Rimasi senza parole, ma piena di tristezza... "Mi dispiace..."
"Non importa, va tutto bene ora.."

Annuii e mi porse un vassoio, mi mise una mano sulla fronte "Scotti leggermente... Mangia un po'..."
"Quindi tu mi stai facendo da guardia del corpo?"
"Si, esattamente..."
"Allora chi è che cerca di uccidermi? Chi è che mi ha spinto fuori dalla vetrata?"

Ero spaventata e lui mi guardò dolcemente, "Si chiama Michael Johnson, non so se sia direttamente lui a volerti uccidere... Ma ieri ti ha fatto volare fuori da quella vetrata ed ha tirato fuori una pistola"

"Mio padre?" Il mio cuore batteva con furia e deglutii spaventata "Non lo so, gli ho detto di mettersi al sicuro e che a te avrei pensato io.... Lui é andato a mettersi al sicuro."

Deglutì e si sedette sul bordo del letto guardandomi, mi sollevai e mi avvicinai a lui "Ti prego, portami a casa mia..."
Lui mi sembrò scosso è triste, disperse lo sguardo nel vuoto "Hanno dato fuoco alla vostra casa... Ma sono sicuro che tuo padre sta bene, ha la pelle dura"

Mi venne solo da piangere e mi asciugai le lacrime spaventata e disorientata, si avvicinò e mi abbracciò cullandomi...
"Justin! Corri qui! È Richard!"

Justin si tolse subito e corse dalla madre, "Come stai?" Lo sentii tornare da me, ma rimase in silenzio e con il telefono contro l'orecchio. "Si, le dirò tutto.. Vuole salutarla, è un po' dolorante... Ieri è rimasta ferita, ma nulla di grave."

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