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Alex mi accolse a casa sua, ero a pezzi e lui non mi chiese nulla preparandomi qualcosa di caldo, aspettò che mi rilassai per chiedermi che cosa fosse successo, "Perché stai così?"
"Tutti mi dicono di fermare Justin è che quella che ama, in realtà, sono io. Sono confusa, perché lui si sposerà con un'altra domani... non con me."

"Credo che quella ragazza non piaccia a nessuno... parti e svuota la mente, poi sarà tutto più chiaro... ne sono sicuro piccola." Tornai a casa la sera e sistemai le ultime cose, trovai un altro foglio... "Il tempo sta scadendo...." lo piegai e lo portai a Max, ma erano tutti nella sala giochi che parlavano. Non volevo rivedere Justin, ma ero troppo intimorita da quell'ultima minaccia.

Entrai e tutti rimasero sorpresi nel vedermi, "Tesoro la torta e in frigo." Disse la madre di Justin, "Grazie... Max ho bisogno di te, è molto urgente."
"Tesoro, vieni qui..." mio padre mi fece entrare e lo abbracciai, mi piangeva il cuore quando pensavo che sarebbe potuta essere l'ultima volta che lo stringevo.

"Puoi parlargli qui, non sarà un segreto... no?" Scossi la testa fingendo un sorriso e lui mi accarezzò la guancia, andai subito da Max, "Cos'è successo?" Parlò abbassa voce, gli porsi il foglio piegato e lui lo aprì leggendo, si fece subito molto preoccupato ed io lo ero almeno quanto lui.

"Hai già chiamato Alex?" Scossi la testa, "Ora lo chiamo io." Uscì in fretta dalla stanza e sapevo che gli occhi di Justin erano su di me, per un attimo pensai che avrei dovuto baciarlo e dirgli addio... ma lo avrei messo in pericolo e per quanto lo odiassi in quel momento, non se lo meritava.

Uscii dalla stanza stringendo quel foglio e stropicciandolo, lo ridussi in pezzettini e lo gettai nella pattumiera. Strinsi la pistola da sopra la maglia accertandomi di averla con me. Ero in ansia, vidi Alex avvicinarsi con Max "Dov'è il foglio?"
"L'ho ridotto in pezzi e buttato..."
"Stasera resterò con te... e domani partite subito, okay?"
"Si..." rimasi in ansia tutta la sera e decisi di allenarmi, ma la tensione non passò.... "Io dovrei andare all'addio al celibato di Justin.... ma resto qui."
"No vai... resto io con lei... "
"Sarete soli a casa."
"È tutto sotto controllo, ho messo dei sensori ed ho qualche amico che si è aggiunto alla sicurezza."

Max annuì ed uscì di casa, "Ti giuro che non so più che cosa sia peggio, se Justin che si sposa o se questa situazione di merda." Lui sospirò e mi diede ragione, "Andrà tutto bene... se non ti senti pronta a tornare resta lì ancora qualche giorno... finché non starai bene." Annuii passai la notte sveglia a camminare, avevo troppa ansia ed anche Alex credo... rimase sveglio accanto a me e fumò che per, quasi, tutta la notte.

Il mattino seguente preparai le cose e mi vestii pronta ad andarmene, trovai Max in cucina con tanto di occhiaie... "Nottata lunga?"
"No... non sono riuscito a dormire e come vedo neanche voi ci siete riusciti."
"Ti prego andiamocene."
"Volentieri." Prendemmo le valige e ce ne andammo, mi dispiaceva non salutare mio padre, ma avevo bisogno di fuggire.

Arrivammo in aeroporto con Alex e lo abbracciai, "Ci sentiamo appena arriviamo." Lui ci lasciò andare e facemmo il check-in per poi riprendere le nostre pistole grazie a delle nostre conoscenze all' interno della struttura.

Mangiammo e già mi sentii molto più tranquilla, salimmo sul nostro volo ed appena mi sedetti al mio posto guardai Max sorridendo... "Mi sento come se avessi perso venti chili..." rise ed io sorrisi rilassandomi "Hai proprio ragione...", il viaggio durò qualche ora ed io guardai il panorama fuori dal finestrino e mi concessi qualche caffè chiacchierando piacevolmente con Max durante il volo.

Scesi con Max e prenotammo un albergo usando dei documenti falsi, avevano una piscina sul tetto e ci catapultammo subito a fare il bagno, posai l'asciugamano sulla sdraio e chiamai Alex "Ehi, tutto bene?"
"Si, siamo arrivati... e si sta molto bene qui, sembra estate..."
"Ne sono felice, godetevela... ci sentiamo domani."
"Okay, per qualsiasi cosa cercaci."
"Divertitevi anche per me." Chiuse la chiamata e posai il telefono gettandomi in acqua.

"Credo che Alex ci invidi in questo momento." Rise con me e ci rilassammo, la sera decidemmo di uscire a mangiare del buon pesce in riva al mare e quasi mi dimenticai di Justin e del suo matrimonio imminente.

La sera facemmo una passeggiata sul lungo mare camminando sulla spiaggia a piedi nudi, "Che bello non scappare, per una volta riesco a vedere le meraviglie che mi circondano..." era una città piena di musica, di colori e di luci.

Tornammo in albergo molto tardi, dopo aver bevuto qualcosa in un locale dalla musica latino americana.... fui svegliata dal suono aggressivo del mio cellulare, mi sollevai a stento e mi stropicciai il viso, appena provai a rispondere la chiamata si chiuse.

Erano le dieci del mattino, era Robert ed io lo richiamai subito, ma non mi risposero. "Tutto bene?" Chiese Max sollevandosi e mettendosi seduto sul letto.
"Non lo so, mi hai chiamata Robert." Il telefono riprese a squillare ed io risposi subito.

"Robert, tutto bene?" Chiesi dolcemente, "No, tuo padre è in ospedale, tornate a casa il prima possibile." Si sentiva a scatti e capii che la ricezione stava lentamente morendo, "Cos'è successo?" Chiesi preoccupata, "Correte qui il prima possibile, siamo tutti a casa vostra."

La linea cadde chiudendo la chiamata, "Cosa succede?" Chiese Max preoccupato, "Papà è in ospedale" cercai di richiamarlo... "In sto posto il cellulare non prende un cazzo!" Sbottai, "Chiamo Alex..." ma neanche il suo prendeva, "Torniamo a casa subito."

Annuii e prendemmo subito le valigie andando in aeroporto il più velocemente possibile, "Scrivo un messaggio ad Alex." Disse Max, facemmo al più presto il check-in e salimmo sull'aereo, "Mi ha risposto... ha detto che è vero e che ci aspetta a casa.... merda."

Fummo costretti a spegnere il telefono per via dell'aereo e furono le ore più lunghe della mia vita, strinsi la mano di Max condividendo con lui le mie paure... appena atterrammo noleggiammo subito una vettura, "Chiama Robert e vedi se ti dice qualcosa..."

Lo feci, ma appena mi rispondeva la linea cadeva, fino a diventare del tutto irraggiungibile.... "Provo a chiamare quello di papà, il suo non è raggiungibile... lui sarà di sicuro con lui." Chiamai, ma non mi risposero... decisi di lasciare un messaggio in segreteria, "Papà, non ho capito bene cos'è successo o non so se sarà Robert  a sentire la segreteria, ma noi stiamo tornando a casa il più velocemente possibile... ci hanno detto che sei ospedale, chiunque senta il messaggio mi richiami subito o chiami Max" chiusi la chiamata e mi misi le mani tra i capelli.

"Non risponde?"
"No... credo che il mio telefono stia impazzendo..."
"Non importa, siamo praticamente arrivati." Infatti dopo un minuto parcheggiò davanti a casa e scesi con lui correndo verso casa, entrai con lui, ma non vidi nessuno... forse erano in un altra stanza.

"Papà? Robert?" Li chiamai preoccupata, "Vado a vedere sopra..." disse Max, "Okay, io controllo il piano terra." Girai per la cucina e controllai anche il salone, tutto iniziò a sembrarmi strano.... troppo strano, non c'era nemmeno una luce accesa, entrai in camera mia e vidi un altro foglio sul letto, tirai subito fuori la pistola intimorita.

Deglutii e mi avvicinai leggendolo, "Il tempo è scaduto piccolina...." Ero talmente spaventata che avevo anche solo paura a prenderlo in mano, "Max! Corri qui, ti prego!" Urlai ed indietreggiai guardandomi attentamente attorno...

"Mary! È una trappola!" Camminai verso di lui e sentii uno sparò, corsi e lo trovai a terra che perdeva sangue una marea, gli avevano sparato alla pancia. Urlai involontariamente ed appena mi voltai per cercare di intravedere chi potesse aver sparato fui colpita alla testa e caddi sbattendo quest'ultima violentemente contro il pavimento in legno dell'ingresso.

Mi misi le mani sul viso, vedevo tutto appannato e la testa mi scoppiava, "Max..." mormorai e cercai di allungarmi verso la mia pistola, ma mi presero per le caviglie e trascinarono verso l'uscita, fui investita da un raggio feroce di luce che mi fece riportare velocemente le mani sul volto e poco dopo persi conoscenza iniziando a veder tutto rabbuiarsi.

Fu così che i miei incubi presero brutalmente vita.

FINE PRIMA PARTE.

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Non vi preoccupate mi attiverò subito per scrivervi il sequel ed infatti sul mio profilo trovate il sequel con già pubblicato il primo capitolo. Vi aggiornerò una parte in cui ci sarà il nome della storia e la copertina.

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