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"Pronto? Justin, tutto bene?"
"Devo parlarle, ha qualche minuto?... è molto importante."
"Certo, dimmi tutto."
"Credo che lei dovrebbe venire qui, il più veloce possibile."

"Mary sta bene?" Decisi di essere il più franco possibile, i miei occhi si fecero lucidi "No... per questo è importante che lei venga il più presto possibile"
"Sarò lì in un'ora..."

Chiusi la chiamata e tornai a lei tendendole la mano, piangevo in silenzio ed ero inconsolabile, Max posò una mano sulla mia spalla... "Andrà tutto bene Justin..."
"Sarebbe dovuta essere al sicuro accanto a me, avrei dovuto capire che non era un posto sicuro."

"Justin era il posto più sicuro che potesse esserci... se foste rimasti in quella stanza sarete morti entrambi."
"Se muore lei tutto questo non avrà un senso, per cosa sarebbe morta? Dimmelo, perché io non lo so..."

"Per colpa di Michael."
"Ma non ha un senso, se lei muore Michael non avrà vinto. Nessuno avrà vinto."
"Provoca più dolore uccider qualcuno che semplicemente disumanizzarlo... la persona esisterebbe."

"Io un mondo senza di lei non riesco ad immaginarmelo, senza di lei vedo solo il nulla."
"Questo era uno dei motivi per cui Richard non voleva l'amassi, non voleva ferire altre persone."

Tenni la sua mano e pregai qualsiasi cosa o persona ci fosse lassù per riaverla, "Pensavo che potrei risvegliarla prima... non avrò sotto controllo le funzioni vitali, ma la faremo vivere davvero per qualche giorno."
"Potrebbe solo aumentare l'agonia di tutti." Commentò Max

"Deciderà Herrison. Io ora ho bisogno di farmi una doccia." Baciai la mano di Mary e mi allontanai, andai in bagno e rimasi un'ora intera sotto la doccia a pensare.

Uscii e mi avvolsi un asciugamano intorno alla vita ed andai verso il rumore di alcune voci, "No, non la svegliare.." Herrison, "Richard..." c'era anche Nadine.

"No! Non per farle vivere i giorni più brutti della sua vita, abbiamo già fatto abbastanza... ora le dobbiamo almeno una morte in pace con se stessa, diamole quello che non le abbiamo mai dato, la calma... se la merita."
Entrai nella stanza ed Herrison uscì dalla camera con gli occhi rossi e colmi di lacrime.

In quel momento realizzai che la doccia non era servita a nulla, mi era bastato guardarla per piangere di nuovo come un bambino. Decisi di rifugiarmi di nuovo in camera mia e di non uscire più.

Erano passati quasi cinque giorni ed io uscivo dalla camera solo per mangiare qualcosa, ogni tanto andavo da Mary, ma guardarla mi faceva venire una voglia pazzesca di piangere.

Rob aveva sospeso i farmaci per tenerla addormentata dopo i tre giorni ed avevamo tutti scoperto che non si svegliava nonostante fosse ancora viva, solo lei poteva svegliarsi dal coma... ma dalla reazione di Robert avevo capito che non era una cosa positiva.

Restava costantemente con lei, Max era andato con Herrison, avevo deciso di entrare e di parlarle, Rob aveva detto che avrebbe potuto aiutare.

"Ehi piccola." Era davvero strano e frustrante parlare da solo, notai che la ferita si stava rimarginando, "La ferita è quasi del tutto guarita, ma tu no... resti lì a dormire e non pensi a come tutti noi qua fuori stiamo aspettando di riaverti tra noi, e soffriamo ogni giorno di più."

"Ma forse ce lo meritiamo, ti abbiamo fatta tutti soffrire... in un modo o nell'altro, ma poco cambia... hai sempre fatto la roccia di tutti, ma ora voglio essere io la tua... desidero che tu sappia cosa si prova ad averne una..."

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