Era notte fonda e qualcosa non andava, non sapevo cosa fosse, ma era un'orribile sensazione. Sentii un rumore metallico e guardai Justin notando che era ancora in un sonno profondo.
Mi alzai per vedere se era tutto apposto, giusto per sicurezza... camminai per casa e non vidi nessuno, nemmeno le guardie, mi legai i capelli e camminai scalza per casa. C'era troppo silenzio, davvero troppo. Sentii degli scricchiolii, "Voi vi occupate di Justin, io penso a lei."
Era Michael, mi passò accanto, ma ero vestita di nero e non si rese conto della mia presenza... mi preoccupai seriamente per Justin. "Non c'è nessuno."
"Non è possibile, non sono usciti di casa. Si saranno nascosti."
"Quindi accendiamo le luci capo?"
"No. Vogliono giocare? Giochiamo. Tanto lei sarà nascosta e lui sarà vicino a lei per proteggerla, troviamo lei, troviamo Justin.""Okay, partiamo dalla camera da letto." Si allontanarono ed io camminai velocemente in punta di piedi fino alla cucina raccattando un coltello. Tornai verso il salotto ed appena sentii qualcuno avvicinarsi mi nascosi accanto al frigorifero.
Il problema stava nel capire se erano le mie guardie o quelle di Michael, aspettai cercando di capire se fosse in compagnia o se fosse uno dei miei. "Michael la cucina è libera per ora. Mi nascondo ed aspetto."
Corsi da lui e gli tappai la bocca portando il coltello al suo collo, si ribellò facendomi sbattere contro un ripiano e facendo rompere qualcosa di vetro che fece molto rumore. Tagliai la gola all'uomo e lo lasciai andare sentendo vari rumori farsi sempre più vicini, rotolai scendendo dal piano e camminai in fretta e furia fuori dalla cucina, mi accucciai accanto ad una poltrona e sentii molto male appena posai la schiena contro la parete.
Avevo qualcosa nella schiena, probabilmente delle schegge di vetro appartenenti all'oggetto che mi aveva fatto rompere quell'uomo. Erano in un punto abbastanza complicato da raggiungere, ma con fatica le tolsi restando in silenzio come non mai.
Posai i frammenti sulla poltrona accanto a me e proseguii restando attaccata alla parete, si sentì altro rumore di lotta e capii che era Justin corsi verso di lui e mi bloccai sentendo delle voci "Rispondimi Marcus! Merda!"
Era Michael ed io entrai nella stanza chiudendo, silenziosamente, la porta a chiave."Bene, quindi è uno scontro tra me e te Justin... credo tu sia molto arrabbiato per Joe, ma non ti preoccupare, distoglierò i tuoi pensieri, perché non ti ucciderò stanotte, la casa è circondata dai miei uomini e verrai preso insieme a Mary. Ti farò conoscere l'orrore."
Rimasi in silenzio e lo guardai, non sapevo se essere o meno svantaggiata, forse lui era armato di pistola ed io ero in svantaggio.Sentii un rumore metallico e capii che aveva buttato a terra la pistola, ma non la vedevo. "Ti sento respirare, che c'è? Hai paura Justin?"
Mi colpì e caddi per terra tossendo, mi sollevai e lo bruciai con lo sguardo... mi colpì, ma mi parai e ricambiai colpendolo anche con i gomiti... anche se mi facevo male da sola, lo respinsi con un calcio. "Niente male, ma ti sento un po' debole." mi venne addosso ed io lo schivai facendolo finire contro l'armadio
Tornò da me e lo colpii parandomi alla buona, iniziammo a sentire la porta sbattere.... qualcuno cercava di buttarla giù, approfittai della sua distrazione per colpirlo più volte. I colpi di fecero più forti e la porta si spalancò, accesero le luci ed i miei occhi bruciarono. "Mary!" Guardai Justin e lui approfittò della mia distrazione intrappolandomi.
Justin si sentì in colpa ed io tossii leggermente rendendomi conto che il labbro mi sanguinava, "Complimenti-" si interruppe e vidi mio padre ed i suoi soci entrare formando un semicerchio davanti a noi. "Quanta gente... sai tesoro, mi sa che ti toccherà morire stanotte, comunque stavo dicendo che sei diventata un mostro come tuo padre."
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Revivαl [Jelenα]
Fanfic- Ho imparato che le persone sono messe nelle nostre vite per delle ragioni, diverse ragioni ed anche per insegnarci delle lezioni.- Selena Marie Gomez - Ogni mattino ci svegliamo con un'altra ferita. Segui i tuoi sogni e non lasciare che qualcuno...