Capitolo 1 ✔️

859 26 2
                                    

Ti voglio bene mamma!

Guardai la tomba in marmo, sfiorandola con le dita.
Mi mancava così tanto, da quando non c'era la mia vita era andata tutta a rotoli, mio padre mi picchiava senza un valido motivo, mia sorella mi disprezzava perché era convinta che la causa della morte della mamma fossi io!

Non avevo molte amiche, anzi non ne avevo proprio!
E poi l'argomento ragazzi, essendo molto timida e poi a casa picchiata facevo fatica a relazionarmi con il mondo al di fuori di quella casa ormai un po' trascurata.
Avrei voluto non andarmene da lì, ma mio padre mi stava aspettando a casa per preparare la cena, pensavo che dopo aver mangiato avrei dovuto subire di nuovo la furia di mio padre. Mi chiese anche di comprare una bottiglia di vino dal supermercato, guardai per l'ultima volta il mio posto preferito che era ormai come una casa.
Andai al supermercato, e iniziai a girare tra i vari reparti. Presi la bottiglia e continuai a guardare i vari reparti, decidendo cosa fare da mangiare. Avevo ormai l'abitudine di coprire i lividi con il fondotinta, non si notavano più di tanto. Andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. Caddi a terra e imprecai massaggiandomi il sedere dolorante.

«Oh, ma guardi dove vai?»

Alzai lo sguardo e vidi un bellissimo ragazzo dagli occhi verdi smeraldo, erano così intensi, e poi quei capelli, una via di mezzo,tra corti e lunghi,erano un incanto.

«Ci sei? Secondo me tu sei pazza.»

Scossi leggermente la testa scacciando quei pensieri.
Mi alzai in piedi, in confronto a lui ero molto bassa, mi guardava con aria di sufficienza dall'alto in basso. In quel momento scattai per dargli uno schiaffo però mi prese il polso, stringendo sempre più forte.

«Non pensarci neanche!»

«E tu chi pensi di essere per trattarmi così?»

Iniziò a stringere leggermente più forte.

«Senti ragazzina, abbassa i toni con me, non stai parlando con i tuoi genitori.»

Liberai il polso dalle sue grinfie e gli tirai una ginocchiata in basso.

«Non provare neanche ad accennare mia madre, stronzo!» Sputai a denti stretti.

«Oh, la ragazzina non vuole che accenni di sua madre, poverina.»
Fece finta di essere dispiaciuto mentre lo guardai con totale disprezzo.

«Sei un verme!»

«Io sarei un verme?» Mi tirò per un braccio fino al retro del supermercato.

Feci per andarmene però mi scaraventò al muro.
La mia schiena venne a contatto con il muro in un modo tremendo, mugolai per il dolore sussurrando uno stronzo.

«Sai ragazzina, nessuno mi ha mai parlato così e non sarai la prima a farlo!»

«Io non prendo ordini da te, deficiente!»

Si scaraventò contro di me bloccandomi i polsi, pronto per colpirmi ma la porta si aprì, rivelando un biondino guardarci sconvolto.

«Edward, lasciala in pace.»

«Questa ragazzina mi ha dato dello stronzo.»

«E te lo meriti.» Risposi noncurante della sua furia.

«Ma io ti ammazzo!»

Mi coprì d'istinto il viso ma non arrivò nessun pugno. Aprì un occhio, ancora a denti stretti e vidi il biondino trattenere Edward.

«Stai calmo Edward!» Esclamò il biondino.

«Prima lei deve imparare a portarmi rispetto.»

«Ma se nemmeno ti conosco. Sei tu che mi hai trascinata qui senza un valido motivo!» Dissi incrociando le braccia al petto, serrando gli occhi a due fessure e mettendo il broncio.

Occhi dannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora