Capitolo 3

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«Sul corpo ci sono segni di colluttazione. Proveremo a vedere se ci sono impronte» 

Andammo al centro di polizia trovando Sarah alla scrivania.

«Buongiorno»

«Buongiorno Clarissa, il comandante ti vuole nel suo ufficio» Disse sorridendo.

«Grazie Sarah»

Andai da Kyle.

«Comandante Sarah mi ha detto che voleva vedermi» Dissi.

«Si, detective Thompson, il nuovo caso è molto misterioso. State attenti! Non fate sapere alla stampa ancora nulla, l’assassino potrebbe scoprire che lo stiamo cercando. Meno si sa, meglio è»

«Certo comandante!»

«Può andare, detective Thomson»

Uscì e tirai un sospiro di sollievo.
È piuttosto severo.

«Clarissa! Abbiamo trovato nuove notizie su Knowles»

«Dimmi»

«Da quanto risulta è stato arrestato molte volte per violenza in questo caso indovina su chi.»

«Enya Blige» Mormorai.

«Esatto!»

«Ma perché avrebbe dovuto ucciderla per poi inscenare un finto ritrovamento?» Continuò.

«Per non essere nella lista dei sospettati!» Dissi ovvia.

«Ma non abbiamo prove»

«Le troveremo!» Dissi.

«Knowles è stato arrestato una volta, scontò cinque anni di carcere per aggressione e furto. Lì fece amicizia con Cliffer. Che indovina un po’… era anche lui un violento.»

Sulla lavagna attaccai le foto della vittima e scrissi tutti i dati.
Feci una freccia e misi la foto di Knowles.
Guardai nel l’archivio e trovai molte denunce di violenza e accesso nella proprietà privata senza permesso.  

«Knowles ha una bella fama» Dissi ironica.

«Eh già!» Rispose Scott.

«Ricapitoliamo, la vittima e Knowles litigano animatamente, lui perde il controllo e la uccide, per non essere sospettato inscena un finto ritrovamento. E qui c’è la ciliegina sulla torta, con chi pensi che avrebbe potuto parlare quando gli sono andata incontro?»

«Cliffer . . . »

«Bingo! Knowles per non sporcarsi le mani chiese aiuto a Cliffer. Che sicuramente accettò!» Dedussi.

«Chiama Cliffer e digli di venire!» Continuai.

Scott annuì e se andò.
Nel frattempo io provai a capire come poter incastrare quei due banditi senza ritengo.

«Clarissa, sta arrivando» Mi riferì Scott.

«Perfetto!»

Cliffer arrivò, andai nella camera dell’interrogatorio e lo trovai già seduto a torturarsi le mani.

«Signor Cliffer, sono il detective Thompson. Sa perché è qui?»

«In verità no» Rispose.

Alzai mentalmente gli occhi al cielo. Mi sedetti di fronte a lui.

«Per l’uccisione di Enya Blige, le dice qualcosa?»

«No.»

«Strano, a quanto pare era molto amico con il suo fidanzato Jack Knowles e non conosceva la sua fidanzata?»

«Ora che ci penso sì ma poco.»

«Ha per caso dei vuoti di memoria? Prima non la conosce e poi sì?»

«Senta se crede che lo uccisa io, si sbaglia, la risposta è no, non avevo motivo!»

«Non aveva motivo, questo è vero, ma se il suo caro amico Knowles gli avesse chiesto di uccidere Blige, oltretutto è un suo amico no? Non può dire di no alla persona con cui ha condiviso cinque anni di carcere. Andiamo Cliffer, entrambi sappiamo la verità. Ci dica quello che sa, o quello che ha fatto, e la pena sarà meno crudele o potrei trovare le prove per incastrare sia lei che il suo caro amico Knowles. Decida lei. »

«Senta so solo che da un po’ Jack e Enya avevono dei problemi, non so altro!» Ringhiò.

«Come dice lei, per il momento non esca dalla città. Le auguro una buona giornata!» Dissi sorridendo falsamente.

Se ne andò, uscì dalla camera e andai da Scott.

«Sa più di quanto dice di sapere, dobbiamo trovare il modo di farlo parlare» Dissi convinta.

Scott annuì.

«Io vado dalla madre della vittima, a darle la notizia, un’altra dolorosa scoperta da riferire» Sospirai.

«Ti accompagno» Disse Scott.

Andammo a Brooklyn.
Guardai il numero della casa della madre sul foglietto, dopo vari tentativi lo trovammo. Suonammo al campanello, una donna graziosa ci venne ad aprire.

«Salve, siamo detective Thompson e agente Carey, possiamo entrare?»

«Certo, accomodatevi.»

Ci sedemmo sul divano e lei sulla poltrona.

«Siamo venuti a darle una spiacevole notizia. Lei è la madre di Enya Blige?» Chiesi.

«La sorella, perché? Cos’è successo?»

«Ci dispiace informarla che sua sorella è deceduta, precisamente ieri sera.»

«Cosa, come è potuto succedere?» Disse portandosi una mano alle labbra.

«È stata uccisa, stiamo cercando il colpevole, vostra madre dov’è?»

«Lei è andata a fare delle commissioni ma non può essere, siete sicuri che è mia sorella?»

«Si, ci dispiace ma dovremmo sapere alcune cose: lei l’ha vista strana negli ultimi tempi?»

«No, veramente è da un bel po’ che non la vedevo, da quando si è fidanzata con un certo Jack Knowles non passava quasi mai da noi»

«E quando veniva certe volte. Avete notato qualcosa di strano?»

«Sì, era sempre nervosa.»

Occhi dannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora