Capitolo 8

111 3 0
                                    

«Grazie, Melissa»

Si scambiarono uno sguardo d'intesa.

«Ci sarebbe anche il mio caffè da servire»  Dissi sorridendo falsamente.

Lei ricambiò il sorriso altrettanto falso.

«È la tua sorellina? Che carina!» Esclamò.

«No, sono una sua amica o meglio dire la sua ex, ora grazie per il caffè e ciao» Dissi sorridendo, se ne andò imbronciata.

«Sei gelosa?» Disse Edward con quella dannata voce roca.

«No, non mi abbasso più a certi livelli» Sussurrai convinta.

«Devo andare!» Dissi alzandomi.

Edward mi seguì lasciando una banconota da 20$ sul tavolo e uscendo dal locale.

«Perché devi fuggire sempre?» Ringhiò Edward, ormai fuori dal locale.

«Non fuggo, semplicemente voglio andarmene, è tanto difficile da capire?» Dissi esasperata.

«Clarissa tu hai una certezza che non regge e cioè che io ti andrò dietro sempre, beh come vedi con te vicino non mi si alza quindi non ti sentire così importante» Disse sfacciato guardandomi tutto il corpo.

Boccheggiai incredula. 

«Sei un maleducato!» Gridai sconvolta.

«Che ti fa pensare che voglia venire a letto con te?» Continuai isterica.

«Il fatto che se mi avvicino. » Disse avvicinandosi, ad un passo dalle mie labbra.

«Impazzisci per me» Continuò sussurrando al mio orecchio.

Si allontanò e mi guardò divertito.

«Io-» Non riuscì a dire una frase di senso compiuto, me ne andai confusa.

«Grazie per la bellissima giornata» Gridò provocandomi.

Non risposi, me ne andai semplicemente.

«Thompson» Mi richiamò il comandante.

Mi girai, mi fece segno di seguirla nel suo ufficio. 

«Mi dica»

«Carey non può lavorare per un tempo indeterminato ancora, quindi avrà un sostituto, Monroe»

Quasi mi strozzai con la saliva quando sentì quel cognome.

«Monroe?» Mormorai incredula.

«Esatto»

«Va bene comandante, grazie per avermelo riferito, col suo permesso»

Lei annuì e uscì.
Il comandante era una donna sulla cinquantina, capelli tinti di un castano scuro con qualche ciocca bianca, labbra asciutte e naso all'insù caratterizzato dai suoi occhiali neri che li metteva sulla punta.
Nel vestire era sempre impeccabile, alla centrale quasi tutti la odiavano per il suo fare troppo severo, tranne un agente in particolare con cui andava a letto.
Si è capito da come ci parlava, lo guardava e sono anche stati beccati in posizioni poco professionali nel suo uffici, dopotutto il suo lavoro che lo faceva bene anche se era odiata, anche da me, sapeva come gestire il lavoro.

«Cosa voleva?» Mi chiese Sarah roteando gli occhi.

«Ci sarà un nuovo arrivato, per tempo indeterminato al posto di Scott» Dissi sbuffando.

«Sai già com'è?» Mi chiese maliziosa. 

«Sarah!» Esclamai sconvolta.

Rise.

«Tranquilla, è tutto tuo» Le rivolsi uno sguardo pieno di rabbia.

«Che confusione» Mormorai sistemando i fogli nel mio ufficio.

«Clarissa!» Mi richiamò Sarah.

Uscì e la trovai vicino alla persona che non avrei proprio voluto vedere in quel momento, Edward.

«Dimmi» Dissi indifferente.

«Lui è Edward Monroe, il sostituto di Scott» Lo presentò.

«Ciao» Dissi semplicemente.

Lui mi sorrise e ricambiò.

«Allora per adesso ancora nessuno si è suicidato, ammazzato o altri crimini quindi Clarissa ti mostrerà il tuo ufficio, sarai la sua mano sinistra» Disse sorridendomi maliziosa.

Avrei voluto ucciderla.
Annuì.
Lei tornò al suo lavoro.

«Ora sei diventato anche agente di polizia? Stai facendo tutti i mestieri» Dissi ironica.

«In uno me la cavo benissimo, però non è un vero mestiere» Disse malizioso.

«Ma nemmeno se mi paghi!» Esclamai disgustata.

«Clarissa!» Mi richiamò Sarah.

«C'è un emergenza!»

«Quale?»

«Una donna è in ostaggio»

«Si sa la motivazione e da chi?»

«No.»

Andai nel ufficio di Edward.

«Dobbiamo andare, c'è un emergenza» Dissi aprendo la porta. 

Edward annuì.

Occhi dannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora