Capitolo 13

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Mi svegliai la mattina già di malumore, scesi dal letto e mi vestì comoda.
Scesi di sotto e feci colazione, non trovando Edward.
Non avevo voglia di vederlo e soprattutto litigare.
Andai verso il frigo e trovai un post-it.

Sono andato a risolvere alcune faccende, quando finisco tormo, oggi lavoro.
E~

Si, chissà che faccende, come scoparsi l'ennesima troia.
Presi del latte dal frigo e lo misi a riscaldare, appena finì di riscaldarlo lo misi in una tazza, mi sedetti al bancone della penisola, sullo sgabello. Presi il telefono ed iniziai a navigare su Internet.
Una notifica di richiesta d'amicizia su facebook.
Edward Monroe.
Mi sorse un dubbio, se io ero sempre in casa perché chiedermi l'amicizia su Internet se mi vedeva sempre. L'accettai comunque, finì di bere il latte e decisi di guardare un po' di TV. Mi arrivò un messaggio, lo aprì.

Sta volta l'hai fatta franca, non pensare che sarà lo stesso la prossima volta.

Jocelyn.
Ancora non aveva capito che mi doveva lasciare in pace, non sapevo cosa fare.
Mi vestì e presi le chiavi della macchina di Edward.
Sorrisi alla possibile reazione quando non avrebbe visto la sua amata macchina nel garage, andai spedita verso l'ufficio di polizia.
Quando arrivai, entrai e guardai cercando qualcuno che potesse aiutarmi, trovai un agente seduto dentro ad un bancone lavorare al computer.

«Mi scusi.» Dissi timida

«Mi dica» Disse guardandomi severo.

«Vorrei denunciare delle persone»

«Venga»

Lo seguì e arrivai in una camera, piccola e per niente accogliente.
Vi era solo un tavolo e due sedie una di fronte all'altra. Mi sedetti su di una e l'agente si sedette di fronte a me.

«Come mai vuole denunciare due persone e chi sono?»

«Intanto sono Mark Smith e Jocelyn Smith, sono padre e figlia. Mi hanno rapita e rinchiusa in una baracca, procurato questi tagli sul viso, poi mi hanno portato in un macchina, hanno guidato finché non arrivammo in autostrada. Decisi di scappare, tagliai le corde, alle mani e ai piedi, mi buttai di scatto fuori dalla macchina, vidi una macchina e feci segno di fermarsi, era una donna, le chiesi di aiutarmi ma si rifiutò essendo spaventata. Se ne andò, iniziai a correre finché non vidi un'altra macchina, un ragazzo mi fece salire e mi portò a casa sana e salva. Molto prima ricevevo messaggi inquietanti, come che mi avrebbe uccisa, ma erano anonimi, oggi mi è arrivato un altro messaggio anonimo ma ho dedotto fosse Jocelyn. Mi ha minacciata che la prossima volta non la farò franca»

«Perché avrebbe voluto rapirla?»

«Perché é la ex di un mio amico con qui convivo, lui l'ha lasciata e lei ora pensa sia colpa mia e si vuole vendicare»

«E suo padre cosa c'entra?»

«Lui è stato complice nel rapimento. Mi ha picchiata e poi ha guidato fino in autostrada»

«Mi potrebbe far vedere i messaggi?»

Gli feci vedere tutti i messaggi e li guardò attentamente.

«Allora signorina, noi manderemo i nostri agenti a perlustrare la zona, la sua casa sarà sorvegliata 24 ore su 24, quindi non tema che non potranno farle nulla. Se ancora riceve messaggi o vede uno dei due ci avvisi»

«Certo agente, grazie mille»

Lo salutai e andai a casa.
Pensai che Edward si sarebbe sicuramente trattenuto fino a tardi, quindi decisi di non aspettarlo per pranzo.
Mi feci un panino e mi misi come mio solito a guardare la TV. Suonò il campanello e mi chiesi chi fosse. Andai ad aprire, non prima di aver guardato dallo spioncino.
Era Charlie con una ragazza.
Aprì.

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