Mi svegliai.
Non nella mia camera ma in una baracca trascurata.
Provai a muovermi ma non potei, le gambe e le mani erano legate con delle catene.
Un uomo che solo a vederlo mi faceva ribrezzo entrò e quando mi vide sveglia sul suo viso un ghigno malefico prese posto sul suo viso.«Benvenuta all'inferno.»
Provai a scalciare ma fu inutile.
Non potevo muovermi.
Si avvicinò a me.
Il suo alito di fogna mi colpì il viso. Avrei voluto vomitare.«Sai chi sono io?» Mi chiese
«No, se lo sapessi ti avrei già dato un calcio nelle palle»
Sorrise in sfida e vidi che non aveva gran parte dei denti , quelli che aveva erano quasi neri ormai.
Un conato di vomito mi venne ma lo trattenni.«Io sono Mark Smith, non ti dice niente?»
Ma chi è? Anche questo pazzo mancava!
«No»
«Allora, vediamo un po', se con Jocelyn Smith ti viene qualcosa in mente...»
«Tu sei s-» Mi interruppe.
«Sì, e sai cosa succede se qualcuno fa del male alla mia principessina?»
«E lei non ha il coraggio di affrontarmi vero?»
Guardò il suo orologio in oro al polso e sorrise.
«Dovrebbe arrivare»
«Siete dei bastardi, non provate a toccarmi!»
Mi diede uno schiaffo abbastanza forte, lo guardai sconvolta.
«Stai attenta a come parli, ragazzina» Ringhiò.
La porta cigolò e intravidi Jocelyn sulla soglia, con un sorriso per niente rassicurante.
«Bene bene, chi abbiamo qui? La valorosa guerriera Clarissa Thompson, ma che onore.» Sputò ironica
«Ti sei divertita con Edward? Ora sarò io a divertirmi» Continuò ambigua.
«Puttana!» Sputai acida
Lui mi diede un altro schiaffo mentre lei rideva divertita.
«Non fare la coraggiosa, te lo consiglio, anche se mi hai fatto abbastanza arrabbiare mi fa pena che sia così facile mettere fine alla tua insulsa vita» Disse sorridendo
«Non c'è divertimento» Continuò.
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
Venne verso di me e mi piantò uno schiaffo sulla guancia.«Non alzare gli occhi al cielo con me, troia!»
«Potrei dire la stessa cosa di te!» Dissi sprezzante.
«Non fare la dura.» Disse facendo finta di essere dispiaciuta.
«Io ho carattere, è diverso.»
Estrasse da un taschino di quei micro pantaloncini un coltellino e mi procurò un taglio sul viso.
Strinsi i denti al contatto con il metallo freddo sulla mia pelle.«Ad ogni parola che dirai ti farò un taglio quindi non ti consiglio di parlare ma di tacere»
Strinsi le labbra, riducendo gli occhi in due fessure.
Mi guardò divertita.«Portala in macchina» Si rivolse a suo padre.
Lui ghignò e mi strattonò fino alla sua BMW.
Mi mise nei sedili posteriori, assicurandosi che fossi legata bene. Jocelyn si mise nel sedile vicino al guidatore e suo padre al posto del guidatore.
Sfrecciarono via da quella baracca, arrivarono in autostrada, era l'ultima possibilità, pensai.
Potevo scappare dalla macchina e fare fermare qualcuno, di sicuro davanti ad altri non avrebbero fatto nulla ma era difficile essendo legata. L'unica cosa che non sapevano era che possedevo un coltellino.
Iniziai a tagliare la corda, stando attenta che non mi vedessero.
Sentivo i polsi bruciarmi, strinsi i denti e continuai a tagliare.
Sentì la corda allentarsi e capì che ce l'avevo fatta, feci finta di essere legata, l'unico problema era ai piedi. Non potevo muovermi essendo legata, senza che mi vedessero mi abbassai un po' e sciolsi la corda.
Quando girò la testa, di scatto mi riposizionai nella posizione di prima. Jocelyn ghignò e tornò a guardare il telefono.
Avvistai una macchina e mi dissi ora o mai più.
Aprì di scatto la portiera e saltai fuori dalla macchina.
Finì nel prato.
Vidi la macchina di Jocelyn fermarsi di scatto e iniziai a correre verso l'altra macchina, era una giovane donna, feci segno di fermarsi. Mi guardò e si fermò.
Abbassò il finestrino.«Che ci fai in strada, ragazzina?» Mi disse confusa.
«Aiutatemi, mi stanno inseguendo»
Si girò e guardò di fronte a sé, vide una macchina.
La guardò impaurita.«Scusa ma non posso, ci andrò io di mezzo» Disse andandosene.
Gridai che tornasse, vidi Jocelyn scendere con il suo stupido ghigno in viso.
Iniziai a correre il più lontano possibile, guardai dietro e vidi suo padre rincorrermi.
Aumentai la velocità, vidi un'altra macchina, feci segno di fermarsi. Si fermò e mi avvicinai.
Stavolta era un ragazzo moro e atletico.«Ti prego aiutami, mi stanno inseguendo» Dissi in allerta
Lui mi fece segno di entrare.
Entrai in macchina e lo ringraziai.«Come mai ti stanno inseguendo?» Chiese curioso.
Sfrecciò lasciando dietro quei due psicopatici.
«Lunga storia . . . grazie, anche se l'ho detto tante volte, non smetterò mai di ringraziarti»
«Di nulla, non avrei potuto stare con il rimorso» Disse sorridendo.
Ricambiai il sorriso.
«Comunque, io mi chiamo Luke»
«Piacere, Clarissa»
«Allora, dove ti devo portare?»
«Beverly Street»
In poco tempo arrivai di fronte alla villa di Edward.
Ringraziai ancora Luke e scesi, stavo per chiudere la portiera però mi fermò.«Che ne dici se in un giorno ci vediamo?»
Gli lasciai il mio numero ed entrai in casa.
Trovai Edward scuotere i capelli con le mani e girare per il salotto nervoso. Quando sentì la porta chiudersi si girò di scatto.«Clarissa . . . »
Mi venne incontro come se non potessi essere lì, di fronte a lui.
«Dove cazzo ti sei cacciata?» Iniziò ad urlare.
«Senti, sono stata rapita e rinchiusa in una baracca dalla tua ex pazza e da suo padre, stavo per morire, quei pazzi cercavano di prendermi ma fortunamente un ragazzo mi ha aiutato e tu mi urli contro? Per colpa tua una troia mi voleva e vuole uccidere e tu mi chiedi dove fottutamente sono stata? Ma vaffanculo!» Dissi alzando il tono do voce mano a mano.
Mi guardò come se avesse visto un fantasma.
Feci per salire le scale ma il suo braccio mi bloccò.«Ora tu mi spieghi questa storia della mia ex che ti vuole uccidere.»
«Cosa c'è da spiegare? Guarda i tagli sul mio viso e capirai tutto.»
«La tua ex è una pazza da manicomio!»
«Io cosa c'entro se quella non vuole capire di lasciarmi in pace?» Ringhiò.
«Dovevi pensarci prima di scopartela!» Gridai come un'isterica.
Rimase zitto e mi avviai verso la mia camera.
Ero in uno stato pietoso.
I tagli sul viso, la maglietta in alcuni punto strappata e i pantaloni anch'essi strappati mi facevano sembrare una senza tetto.
Dopo essermi spogliata mi buttai sotto l'acqua bollente nella vasca e ci stetti più o meno mezz'ora, non volevo uscire.
Quando ero in acqua mi sentivo benissimo, come a casa.
Era strano ma era così.
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Occhi dannati
ChickLitPossono due anime totalmente diverse incontrarsi, diventare una cosa sola? Già so cosa starete pensando, troppo diversi per esserlo ma questo non sarà lo stesso per Edward e Clarissa, loro saranno l'eccezione alla regola. Tra regole trasgredite, una...