«Non so niente di te.» Dissi a disagio.
«Ho ventidue anni e il mio passato non è niente di ché, piuttosto tu quanti anni hai?» Sbuffò.
«Diciassette.» Sussurrai imbarazzata.
Mi guardò scioccato senza emettere fiato.
«Strano?» Continuai nervosa.
«Pensavo fossi maggiorenne, sei molto più piccola di me.»
«Ho fatto sesso con una minorenne.» Continuò.
Lo colpì sul braccio giocosamente sorridendo.
«Potrebbero arrestarti pensando che mi hai violentata.» Dissi maliziosa.
«Finché ti scopo bene sarò felice di scontare anni in galera.»
Arrossì e guardai altrove. «Stupido.» Borbottai mentre rideva.
Andai in cucina e mi preparai un tè.
«Ma preferirei che mi cavalcassi.»
Arrossì, ancora.
Presi un panno con la mira nel suo viso ma lo schivò ridendo.«E io preferirei che smettessi di sparare cazzate al minuto.» Dissi sorridendo ironica.
«Preparami la colazione, donna!»
«Ah si? Ti faccio vedere io che colazione!»
Iniziai a rincorrerlo per casa finché lo persi di vista. Mi toccai la nuca riflettendo su dove potesse essere. Iniziai a cercarlo per casa ma alla fine mi misi sul divano a braccia incrociate al petto, sbuffando.
«Sei una frana» Mi girai scontrandomi con il viso di Edward.
«Eh no, ora basta!» Dissi prendendo un cuscino tirandoglielo in viso.
Risi quando il cuscino colpì il suo viso. Cercò invano di nascondere un sorriso.
«Sei una stronza» Disse sorridendo
«Ma da' che pulpito!» Esclamai vittoriosa.
Gli squillo il telefono e si allontanò per rispondere. Mi fece un po’ rimanere di sasso, non siamo marito e moglie e non devo sapere i suoi spostamenti ma che bisogno c’era di andarsene. Tornò nervoso.
«Stanno venendo dei miei amici, attenta a cosa parli»
«Non posso crederci» Dico saltando in piedi furiosa.
«Di nuovo ricominci? Dammi un valido motivo per cui io debba stare come una asociale in un angolo»
«Perché non sono persone con cui poter parlare tranquillamente»
«Sono delle persone poco raccomandabili»
«E tu lo sei?» Mormorai inarcando un sopracciglio.
«Sicuramente no, ma non arriverei mai ad uccidere qualcuno, a differenza loro»
«Quindi, in parole povere mi stai dicendo che hai degli assassini come amici?»
«Non sono proprio assassini, se non li fai arrabbiare»
«Oh» Mormorai sorpresa.
«Quindi sapendo il tuo caratteraccio, sarebbe meglio se restassi in camera»
«Mi prendi in giro, caratteraccio? Non mi faccio mettere i piedi in testa.»
«Sì, certo» Disse roteando gli occhi.
Dopo un po’ arrivarono i suoi presunti amici, entrarono come se fossero a casa loro.
Charlie era slanciato e dallo sguardo mi resi conto che era uno stronzo di prima serie, Rodrigo se ne stava per le sue, non parlava molto, Ryan era sempre sorridente ma non ispirava tanta sicurezza e Ash era quel biondino che mi salvò quella volta al supermercato dalla furia di Edward. La serata proseguì bene finché Charlie non fece una battuta, se così si poteva dire.
«Allora, quanto la pagano? Quasi quasi me la prendo anch’io per qualche nottata»
«Senti figlio di buona donna non provare a darmi della puttana che ti faccio rifare tutte le strada di questa città a piedi!» Scattai.
«Ma come ti permetti troia?»
«Troia a chi, pezzo di merda?»
Gli diedi una ginocchiata nelle palle e si accasciò sul divano stringendo i denti.
«Clarissa!» Mi rimproverò Edward.
«Questo mi dice che sono troia e io dovrei stare a guardare, se vuoi mando anche te a fanculo.»
«Smettila Clarissa, sembri una bambina viziata!» Disse strattonandomi il polso.
«Ah certo difendi il tuo amichetto adesso, resta con lui, ciao!» Uscì di casa di corsa.
Cercai di seminarlo, mi inoltrai in un bosco, che non dava molta speranza di vita.
Iniziai a correre non sapendo dove andare per sfuggirgli.
Mi nascosi dietro ad un albero e mi accasciai con la schiena su di esso cercando di riprendere fiato.«Non c’è motivo che scappi!»
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Occhi dannati
ChickLitPossono due anime totalmente diverse incontrarsi, diventare una cosa sola? Già so cosa starete pensando, troppo diversi per esserlo ma questo non sarà lo stesso per Edward e Clarissa, loro saranno l'eccezione alla regola. Tra regole trasgredite, una...