Capitolo 5

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Entrai e c'era un silenzio di tomba. Era inquietante, mi chiesi dove fosse Edward.
Non volevo saperlo, sarebbe stato meglio.
Presi i miei vestiti dal guardaroba, ma prima di andarmene presi anche una camicia di Edward, profumava di lui. Misi tutto nella mia ex camera, nascosi la camicia di Edward sotto il cuscino.

Perché non era a casa? Dove sarà andato?

Andai a rilassarmi con una doccia, mi immersi dentro la vasca.
Ero veramente rilassata, finché non sentì una porta sbattere.

Edward

Chiusi a chiave la porta, non per paura ma perché non volevo affrontarlo e col cazzo che scendevo.

«Clarissa» Gridò.

Non risposi.

«Se ci sei, ti devo parlare» Continuò

Non risposi neanche allora.
Finì di lavarmi, mi vestì e uscì dal bagno.
Sgattaiolai nella mia camera.

«Clarissa» Mentre stavo per entrare fui fermata.

Mi girai lentamente.

«Sì?»

«Ti devo parlare»

«Ora avrei certe cose da fare, non possiamo parlare dopo?» Dissi speranzosa.

«No»

«Dimmi» Mi rassegnai

«Volevo chiederti se per stasera potevi non scendere, verrà una mia amica.»

Rimasi a bocca aperta.
Mi chiesi con che coraggio mi chiedeva una cosa del genere.

«Ma certo!» Dissi annuendo continuamente .

Andai nella mia camera, che giornata di merda.
Guardai la TV e lessi alcune storie su Wattpad o Instagram.
Si fece sera, come non detto, il campanello suonò.
Avevo deciso di non dargliela vinta. Quindi scesi e aprì precedendo Edward.

«Tu, saresti?» Chiesi con aria di sufficienza.

«La ragazza di Edward, tu?» Mi rivolse un'occhiataccia.

«La coinquilina di Edward» Dissi sorridendo falsamente.

Lei mi guardò sprezzante ed entrò in casa.

«Edward c'è la troia, cioè . . . la tua ragazza» Gridai.

«Come mi hai chiamata?»

«La sua ragazza, non ci senti?»

«Mi hai chiamata troia, cogliona!»

«Perché lo sei o vuoi affermare il contrario da come ti vesti» Dissi sorridendo.

«E tu sembri la monaca che va a pregare. Tesoro, impara un po' di buon gusto»

«E con un po' di buon gusto intendi vestitini striminziti, trampoli al posto della scarpe e un kilo di trucco in viso? Non fa per me.»

«Brut-»

«Ehi, che succede qui?»

Arrivò Edward confuso.
Mi rivolse un'occhiataccia e andò dalla gatta in calore.

«Clarissa, potresti lasciarci da soli» Disse sottolineando l'ultima parola.

«Certo, attento che la gatta scappa da un'altra banana» Dissi indifferente salendo le scale.

Entrai in camera e come mia abitudine, guardai la TV.


Chiamai Charlie e gli dissi di venire da me dopo che Edward e quella ragazza se n'erano andati.
Arrivò e gli spiegai velocemente il piano, cioè far finta di essere andata a letto con lui.

«Clara poi se la prende con me e non voglio perderlo come amico»

«Tranquillo, se la prenderà sicuramente con me non con te»

Dopo alcune obiezioni alla fine si convinse.
Si tolse la maglietta restando a torso nudo. Io andai e mi cambiai, mi misi un top che non copriva le spalle in modo che sembrassi nuda. Ci mettemmo nel letto, mi coprì fino a più sopra del seno, mi scompigliai i capelli e mi misi in una posizione di relax.
Misi una mano sul petto di Charlie abbracciandolo.
Presi il telefono e scattai una foto, Charlie si rivestì, lo ringraziai, mi disse di avere un impegno e se ne andò. Decisi di non cambiarmi per sembrare più credibile quando sarebbe tornato.
Inviai la foto a Edward e scrissi un messaggio.

Occhi dannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora