Capitolo 9

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Andai con cautela vicino ad una finestra con Edward.

«Al mio tre entriamo».

Spaccammo la finestra ed entrammo.

«Tu lì e io da questa parte» Sussurrai.

Lui annuì.
Iniziai ad avviarmi verso una camera.

«Ti prego non farmi del male!» Sentì una voce proveniente da una delle camera.

Iniziai a tastare ognuna, vedendo se si sentivano rumori.
Arrivai all'ultima e lì sentì dei passi. Entrai di scatto.
Un uomo era con un coltello in mano puntato alla gola della ragazza.

«Fermo, non si muova o sparo!» Dissi.

«Se spari, io uccido lei» Disse indifferente, nel frattempo anche Edward mi raggiunse.

«Oh perfetto, siamo al completo, ecco l'altro eroe» Sputò l'uomo ridendo.

«Io non riderei così tanto se fossi in te» Dissi a denti stretti.

«Ormai non ho nulla perdere, anzi, avrò l'anima in pace se uccido questa puttana» Disse rivolto alla ragazza.

Lei pianse.

«Stia attento a quello che dice e che fa, potrei sparare quando lei meno se ne accorge»

«Notizia del momento: non ho paura» Disse prendendo una bottiglia di vodka e scolandosi mezza.

«Noi posiamo le pistole ma lei deve lasciare la ragazza»

«Non ci penso proprio, ora che posso ucciderla posso anche morire» Disse indifferente.

«Ora finiamo il lavoro» Sussurrò.

Procurò un taglio molto profondo al collo della ragazza, lei strillò per il dolore, sparai.
Cadde a terra tremante e corsi verso la ragazza.

«Tranquilla, andrà tutto bene» Dissi abbracciandola.

Lei ricambiò tremante.
Edward mi rivolse un sorriso smagliante.

«Sei stata brava» Si congratulò con me Edward.

«Grazie»

«Ti offro un caffè» Disse all'improvviso.

Annuì poco convinta.

«Allora, come sei entrata a far parte della polizia di New York?» Chiese curioso.

«Studiando, ho frequentato l'Università e ho trovato posto qui come agente e detective» Dissi alzando le spalle.

«Tu?» Chiesi.

«Ho lasciato quel Club, mi sono reso conto che non era per me gestirlo, ho studiato medicina ma poi ho preferito cambiare e quindi ho fatto l'accademia»

«Io non l'ho fatta perché ho scelto di non provare come si è un soldato arruolato» Dissi ridendo

«Ho preferito fare l'università» Continuai.

«La tua amica Sarah è molto socievole» Disse ridendo.

«Sì, per lei sei carino e quindi non perde tempo»

«E per te, come sono?» Chiese avvicinandosi.

«Come puoi essere?» Chiese indifferente sbuffando.

«Carino, bellissimo, sexy, sensuale, seducente»

«Frena frena, nessuno di questi, quindi mettiti l'anima in pace»

«Io ci ripenserei» Disse convinto.

Mi prese per i fianchi e senza darmi tempo di reagire mi baciò.
La sensazione di tabacco e menta mi invase, le nostre lingue si muovevano insieme, come se fossero pezzi di puzzle.

«Edward» Sentimmo una voce rotta dal pianto e ci staccammo di scatto.

Edward sbiancò.

«Layla . . .» Sussurrò incredulo.

«Sono venuta a trovarti per farti una sorpresa ma vedo che la sorpresa me l'hai fatta tu» Disse ridendo amaramente.

«Layla, te lo volevo dire già da un po', ma non trovavo il giusto modo» Disse guardandomi.

«E così è stato molto efficace, vero?» «No, ma io non ti ho mai amata veramente» Disse rivolgendosi a Layla.

La ragazza che salvai quella sera al galà, nonché la sua fidanzata, o meglio ex.

«Lei è la donna che mi ha sempre rubato il cuore.» Disse indicandomi.

Mi guardò come per trasmettermi tutto quello che provava.
Abbassai la testa impotente, mi sentì in colpa, Layla scappò piangendo.

«Come hai potuto dirglielo in questo modo? Non vedi che le hai fatto male?» Sputai.

«Cosa dovevo fare? Chiederle di sposarmi?»

Una scossa mi attraversò lo stomaco.

«Questo no» Lo baciai.

Sorrise nel bacio afferrandomi per i fianchi.
Misi le mani nei suoi capelli e li tirai. Un gemito di apprezzamento uscì dalle sue labbra.
Qualcuno tossì e ci staccamo.

«Può essere che quando ci baciamo c'è sempre qualcuno che deve rompere» Disse Edward e io risi.

«Beh sì, se siete a lavoro. Quindi ora muovetevi il culo e mettetevi a lavoro!» Disse compiaciuta Sarah.

Edward fece una smorfia di disapprovazione e mi diede un bacio a stampo.

«Ci vediamo dopo» Sussurrò.

Se ne andò nel suo ufficio.
Sarah mi guardò con le mani incrociate al petto e con un ghigno.

«Che c'è?» Dissi isterica

«Hai fatto colpo» Disse ridendo.

«Veramente è il mio ex»

«Quel Dio di uomo è il tuo ex?» Chiese incredula.

Annuì.

«Wow. . .»

Occhi dannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora