Maddie: "Togliere le spine"

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Arriviamo agli appartamenti giusto in tempo per cambiarci i vestiti. Opto per un vestitino aderente nei punti giusti ma non volgare, sulle tinte del rosso e un decolleté nero e scomodo.

La Panamera romba sotto la mia finestra, segnale per cui Maddox mi sta aspettando. Mi ripasso il trucco, aggiungendo un rossetto rosso opaco.

Fortunatamente la colazione abbondante è stata fatta alle otto, perché il pranzo che ci aspetta è da re: antipasti vari, pastasciutta al pesto genovese fatto arrivare direttamente dall'Italia, tortina di pasta sfoglia ripiena di spinaci e tofu, torta alle carote e pezzetti di cioccolato fondente.

«Maddie, vuoi ancora una fetta di torta?» mi chiede Natalie.

«Sì, grazie, ma piccola perché sto per scoppiare nel vestito!»

«Tesoro, devi abituarti a mangiare un po' di più. Sei così magra.»

«Sono nel mio peso forma, Natalie. Comunque Maddox mi ha portata a fare colazione stamattina. A "La vecchia baita".»

James, a sentire quelle parole, ci guarda stupefatto.

«Davvero?» E nei suoi occhi riaffiorano miliardi di bei ricordi.

«Sì. E Franco ti saluta» lo informa Maddox.

James sorride e naviga verso un altro pianeta, dove, forse, c'è anche mio padre.

«Maddie, ti va un infuso caldo per digerire?» La domanda di Natalie interrompe anche i miei pensieri.

«Sì, ci vuole proprio.»

«Lo preparo subito. Vuoi andare in mansarda o in giardino?»

«C'è il sole. Andiamo in giardino?»

«Ottima scelta. Tu inizia ad andare che ti raggiungo subito.»

Metto la giacca e attraverso la cucina, dove lascio gli uomini a parlare di motori e politica. Com'è bello vederli così uniti.

La vista in giardino è spettacolare: l'erba profuma, i fiori, di qualsiasi forma e dimensione, con i loro colori, incantano e l'aria è tiepida. Mi siedo sull'altalena e, ripensando a E.T., ridacchio.

«Mi piace quando ridi. Mi ricordi Emma.» È Natalie, che mi ha raggiunta e che si sta sedendo sull'altalena accanto alla mia. L'infuso mi riscalda le mani ed emana una buona essenza alla pesca. Facciamo passare qualche minuto di silenzio e di meditazione prima di iniziare a parlare.

«Grazie ancora per la macchina. Non avreste dovuto spendere tutti quei soldi» la rimprovero.

«Non preoccuparti. Ora siamo tutti più tranquilli quando sei in giro in macchina. Stai bene?»

«Sì, solo un po' stanca. Oggi ero di riposo, ma il lavoro di per sé è stressante.» Ma la mia vocina interiore mi sgrida subito per aver omesso una cosetta: "E sono preoccupata per quello che sta succedendo con Maddox. Mi sto innamorando di lui".

«E tu, come va in ospedale?»

«Sempre la solita routine. Del resto, dopo vent'anni, ti abitui anche all'extra-ordinario» ammette lei.

Passa ancora qualche minuto di silenzio e pace, durante il quale il vento profumato di lillà ci accarezza i capelli. Una domanda a bruciapelo mi riporta alla realtà.

«Come va con Maddox?» Sobbalzo leggermente dall'altalena e faccio cadere un po' di infuso a terra. Come sarebbe "Come va con Maddox?", come dovrebbe andare? Insomma!

«In che senso? Va tutto bene direi.»

«Maddie, in lui c'è qualcosa di diverso. Lo vedo più maturo.»

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