Maddie: "Non sono pronta"

44 3 0
                                    

Quando Laureen apre la porta, rimane a bocca aperta.

«Sei bellissima» si complimenta con me e con il mio vestito. Il bacio che mi dà è forte e violento, ma forse lo percepisco così perché è per me anche inaspettato, visto come ci siamo lasciate l'ultima volta. Lei indossa la sua solita vestaglia, di un azzurro confetto e più corta del solito. Ha il trucco un po' rovinato, il mascara sembra essere colato leggermente, come se avesse pianto. Sembra così fragile appena la vedo, ma il bacio mi smentisce subito, così come le sue parole.

«Questa è una delle nostre ultime sere. Voglio goderti fino in fondo. Vieni.» Ci mettiamo davanti alla stufa e inizia a spogliarmi. Io non proferisco parola. Mi toglie il vestito e anche le calze.

«Ieri ero molto arrabbiata con te; ciononostante, adesso che ti ho qui, vorrei che tu non andassi più via. Ti voglio nel mio letto» mi sussurra.

Mi fa togliere anche le scarpe e mi bacia il sedere, poi con due dita mi accarezza dentro le mutandine.

«Togliamo anche queste. Ti voglio tutta nuda stasera, hai un corpo stupendo.» Pian piano mi toglie anche quel piccolo pezzo di stoffa, che lascia il posto alla sua mano, esploratrice della parte più bagnata di me.

«Sei già pronta? Non devi avere fretta: abbiamo tutta la notte.» Mi slaccia anche il reggiseno. Io cerco solo di isolarmi da tutto quello che è successo oggi, come se ci fosse la Maddie diurna e pacifica e la Maddie notturna e completamente fuori di testa. Non so così sicura di voler continuare queste sere con lei, mi fa sentire sporca e, anche se si tratta di poco tempo, odio il pensiero di essere sfruttata così, a suo godimento. Ma anche mio. E odio il fatto di non poter dire nulla a Maddox, tra noi non ci sono mai stati segreti. La nausea si fa sentire, grazie a Dio non ho cenato.

Più lei mi tocca, più mi irrito e più penso a Maddox e alle mie spine.

Improvvisamente mi arriva un colpo sul sedere.

«Non sei concentrata. Andiamo a letto: devi rilassarti» mi ordina.

Sono completamente nuda ed inerme, sempre sottomessa al suo volere.

«Sdraiati, ti metto un po' d'olio su questa magnifica schiena. Sei così bella stasera. Hai una pelle perfetta.»

Sento delle gocce cadermi sui polpacci, sulle gambe e sulle braccia, poi arrivano le sue dita a massaggiare ogni centimetro di me, facendomi fremere. Inizio a rilassarmi.

«Brava, Maddie, sciogliamo tutti questi muscoli. Anche qui sotto.» altre gocce cadono all'interno delle mie cosce e, prima che possano scivolare sulle lenzuola color avorio, le sue dita le raccolgono e le portano verso le mie parti intime. Sussulto e muovo le gambe per il piacere.

«Stasera devi stare buona e ferma. Devo legarti» mi annuncia. Posso farcela, e ci credo finché non vedo che i foulards sono stati rimpiazzati da alcune corde e che il frustino delle volte precedenti non c'è più; infatti, accanto ai cuscini ce n'è uno più grande, più sottile e lungo e con delle frange in cuoio. Prima che possa rendermene conto, mi lega, prima le mani, poi i piedi e, nel frattempo, non smette di darmi piacere.

«Fammi sentire anche qui» mi sussurra, mettendomi la mano sopra i capezzoli. Me li stringe forte e me li punzecchia con le unghie lunghe, facendomi godere. Poi torna al sedere e all'inguine, lasciandomi sempre a pancia in giù. Più mi tocca, più sussulto; ma più godo, più le corde si stringono attorno alla mia pelle. Quando sento che sto per arrivare all'orgasmo, Laureen si ferma e prende in mano il frustino.

«Ora ti darò venti frustate con le frange e, se farai la brava e resisterai, ti farò arrivare all'orgasmo.»

I primi colpi arrivano sui polpacci, facendomi tornare al dormitorio di qualche anno fa, mentre Anthony e Ricky mi picchiavano. E la visione è talmente inquietante che la caccio subito via. Poi Laureen passa alle cosce e alle natiche.

«Uno, due, tre... undici» urla la Dea, mentre io cerco di sopportare il dolore. Purtroppo, ogni numero pesa sempre di più sulla mia pelle e ogni sua sferzata ha più potenza.

«Sedici, diciassette...»

"Forza, Maddie, puoi farcela. Manca così poco!" mi incita la mia vocina interiore. La pelle brucia tantissimo, ma è un fastidio ancora sopportabile e, mi pare, le frange sono più morbide rispetto al singolo frustino di prima.

«Venti. Brava. Ora ti darò quello che meriti.» Tiene il frustino in mano e me ne appoggia un'estremità vicino al sedere, dando dei colpetti delicati e senza mai spingerlo dentro. Nel frattempo, con l'altra mano mi accarezza il clitoride, prima lentamente poi con violenza e mi porta nel paradiso dell'orgasmo.

«Vieni, vieni per me, Maddie» mi mormora all'orecchio, mordicchiandomi il lobo. Vorrei tanto mettermi sul fianco e godermi, per almeno qualche minuto, questa sensazione d'incanto: i miei muscoli stanno ancora tremando e le mie parti intime palpitano convulsamente.

Sfortunatamente per me, le fascette mi impediscono ogni tipo di movimento.

Un colpo all'interno delle cosce mi sconvolge, così cerco di girarmi a guardare per capire cosa sta succedendo e scorgo la parte lunga e sottile del frustino che sta per ricolpirmi nello stesso punto. È proprio a forma di righello, cosa che prima non avevo notato. Il contatto è freddo e non dà nessun tipo di piacere.

Vedo anche Laureen alzarsi e prendere un piccolo foulard nero, con cui mi copre gli occhi.

«Devi resistere. Sei direttrice adesso. Scriverò domattina in sede per confermare la tua posizione.»

Finalmente ce l'ho fatta, ho resistito e sono stata premiata. Ora posso respirare un attimo. Ma allora perché mi ha appena bendata? A cos'altro dovrei resistere? La risposta non tarda ad arrivare.

Un terzo colpo si scaglia di nuovo sulle cosce. Non ce la faccio più, così cerco di muovermi. Niente da fare, sono bloccata. Lei continua senza sosta, spostandosi sulla schiena. Reggo forse una ventina di colpi, poi sento dolore, molto dolore.

«Laureen, basta!» sto urlando, ma le sferzate continuano, seppur con una velocità inferiore.

«Devi dire la parola, Maddie. La TUA parola! Dilla e smetto.»

Provo ad aprire la bocca, ma il dolore mi blocca tutto. Sento la pelle aprirsi e vedo la stanza girare, facendomi sentire nel bel mezzo di un tornado. La frusta continua a colpirmi e io non ho idea di quale parola dovrei dire, ma, anche se ce l'avessi, ogni secondo che passa mi toglie la linfa vitale. Come se tutto questo non bastasse, le corde ai polsi e alle caviglie mi tagliano la pelle e sento l'odore del mio sangue che si interseca con le fibre della seta.

Prima di svenire, riesco a emettere ancora poche parole: "Laureen-fermati-ti prego."

«Maddie?» mi sveglia una voce angelica. È lei. Sono ancora nuda sotto le lenzuola di seta e Laureen mi sta passando un fazzolettino gelido sulla fronte. Mi guardo i polsi arrossati e sento alla schiena un dolore da capogiro.

«Devi essere svenuta. Ti prego, dimmi che stai bene» mi implora.

Faccio mente locale e, appena ricordo tutto quello che è successo, salto giù dal letto e inizio a vestirmi velocemente. Non trovo le calze, ma non m'importa.

«Maddie, dove vai? Ti prego, non andartene!» Ma io non voglio sentire una parola di più e mi avvio verso l'uscita. Lei cerca di prendermi per un braccio, con timore e delicatezza e con molte altre doti che non aveva mentre mi frustava.

«Sei una psicopatica furiosa. Non cercarmi più» urlo, mentre esco dalla porta. Lei infatti ha lasciato la presa ed è rimasta di pietra.

Scappare, ecco cosa mi rimane da fare. Da lei, dai ricordi, dal dolore. Salgo in macchina e faccio raggiungere al tachimetro la velocità massima. Le strade sono completamente vuote, c'è solo qualche prostituta qui e là agli angoli dei quartieri più oscuri. Percorro una decina di chilometri, quando il respiro diventa affannoso e mi manca l'aria. Accosto, parcheggio e scendo dalla macchina, iniziando a correre via dai pensieri che ancora mi battono in testa come un martello penumatico. Quando finisco il fiato, mi accartoccio in un angolo, senza nemmeno più la forza di camminare o di pensare. Prendo il cellulare: è solo l'una di notte e c'è solo una persona che vorrei ora: Maddox. Lo chiamo e in un attimo risponde.

Un incantevole fiocco #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora