Maddie: "Arcobaleno"

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Il pomeriggio vola e alle otto devo già trovarmi a casa di Laureen. Mi apre in vestaglia corta color blu e panna e mi bacia appena varco la porta di casa sua. Il bacio è violento, mi morde le labbra e sento la sua lingua calda e dolce sulla mia, senza freni. Io mi lascio baciare, immobile e sottomessa al suo volere, cosa che sembra eccitarla ancora di più. Quando si stacca sento la mia bocca ardere di piacere, voglio assaporarla ancora; tuttavia, rimango buona e ferma e aspetto che sia sempre lei a fare le prime mosse.

«Ho passato tutta la mattina a trattenermi, volevo baciarti e non potevo davanti a tutti. Non hai idea dell'effetto che mi fai, Maddie» dice, facendomi strada verso la sala. Sul tavolino al centro delle poltrone e dell'immenso divano c'è un vassoio con un coperchio in acciaio che non fa intravedere cosa si nasconde sotto. La mia è solo curiosità, la fame è l'ultima delle mie preoccupazioni e dopo due anni di pasti irregolari, lo stomaco si è abituato anche a saltare il giro.

«Maddie, ora dobbiamo lavorare. Ti fidi di me?» mi sussurra all'orecchio e mi accarezza i capelli, cosa che adoro.

«Sì.»

«Farai tutto quello che ti dico senza fare storie?»

«Sì.»

«Molto bene. Tutto quello che sto per farti serve per il tuo addestramento e non per il tuo bene. Devi fortificare le tue difese, fisiche e psicologiche.»

Laureen prende un piccolo foulard in seta rossa, si mette davanti a me e mi benda, poi mi prende le mani e me le fa appoggiare alle sue spalle. Non vedo più nulla, posso solo affidarmi a lei.

«Non aver paura. Ti voglio spogliare» mormora lei. Mi toglie la giacca, poi si abbassa e mi fa scivolare giù la gonna, facendomi rimanere solo con il bustino e le autoreggenti e, nel frattempo, con le labbra umide, mi bacia le gambe.

«Vieni. Mettiti qui sul divano. Ti voglio a novanta gradi» mi ordina con voce soave e maliziosa. Io obbedisco, poi la sento al mio fianco, in piedi, mentre mi accarezza la nuca, la colonna vertebrale, le natiche ed il sedere.

«Sei perfetta, Madeleine.» Sento che sta tirando su il pesante coperchio dal vassoio. «Adesso ti farò assaggiare qualcosa e dovrai capire cosa ti metterò in bocca. Se indovinerai, ti premierò. Se fallirai, sarai punita. Hai capito, Maddie?»

«Sì.» E non mi escono altre parole dalla bocca.

«Ora apri la bocca» mi ordina e con la mano delicata mi tira leggermente su il mento, mentre con l'altra spinge qualcosa sulle mie labbra roventi. È dolce, buona e succosa.

«Fragola.» Sono sicura al cento per cento.

«Molto bene. Hai indovinato, ora rilassati.» Laureen inizia a massaggiarmi la schiena e pian piano scende, slacciando il fiocco del bustino, che si allenta, e prendendo il mio seno tra le mani. Ci gioca, lo trastulla, lo tira e io inizio a fremere. Poi si ferma e sento di nuovo le sue mani che seguono il procedimento di prima, quasi fosse un movimento ripetuto migliaia di volte. E non con me. Il suo dito stavolta va sotto la mia lingua e assaporo qualcosa di spumoso e di nuovo molto dolce. Mi viene subito alla mente il colore bianco. È facile anche questa volta.

«Panna montata» affermo dopo pochi secondi. Lei toglie il dito bagnato dalla bocca e si fionda di nuovo sui miei capezzoli duri, prima picchiettandoli poi mordicchiandoli con i denti.

«Sei una ragazza che si applica molto bene» si complimenta.

Dopo cinque minuti di paradiso, smette di toccarmi e si torna nel limbo.

«Ora concentrati e leccati le labbra» mi ordina. Io eseguo e, appena ho fatto, mi appoggia una polvere; dall'odore, sembra una spezia. Mi brucia la pelle e mi sembra di avere il fuoco sulla bocca, così, velocemente, mi lecco le labbra e, purtroppo, altrettanto velocemente, rispondo.

«Paprika.»

Passa qualche secondo, quando improvvisamente vengo colpita sul sedere.

«Ahi!» urlo io.

«Maddie, sei stata frettolosa. Era peperoncino» mi informa.

"Cazzo, ecco perché bruciava così tanto. Rimani concentrata!" mi suggerisce la mia vocina interiore.

«Stai ferma ora» prosegue Laureen. Arrivano altri due colpi, rapidi ma forti ed intensi e io mi sento confusa. La pelle del sedere adesso brucia quanto quella delle labbra; tuttavia, sento un gran calore anche nella mia zona più intima. Ho tanta voglia di Laureen, delle sue carezze e dei suoi baci. Sto impazzendo.

«Apri la bocca» mi ordina. Io la apro, tremante. Mi appoggia qualcosa di freddo e duro, è un bicchiere, che lei inclina e mi permette di bere il nettare contenuto all'interno. È fresco, inebriante e leggero. Ho un po' paura a rispondere, esito qualche secondo.

«Devi rispondere, non aver paura» mi incalza la mia Dea bionda.

«Vino bianco» dico con timore e attendendo un'altra sculacciata, che però non arriva.

«Brava.»

Sento delle gocce sulla schiena e subito dopo le sue labbra che cercano di succhiarmele via dalla pelle.

«Sdraiati, adesso puoi rilassarti» mi sussurra all'orecchio, ma io sono bloccata e i muscoli restano immobili, non riesco a muovermi e, per di più, non vedo nulla attorno a me. Sento la sua mano sulla mia schiena che mi spinge delicatamente verso il basso.

«Ora puoi stare tranquilla. Staserà ti insegnerò come i sacrifici vengono ripagati.»

Mi versa altre gocce di vino: sul collo, sulla schiena, sulle natiche, dopodiché inizia a baciarmi con lo stesso morboso ordine e io non faccio altro che iniziare un viaggio verso il piacere. Quando arriva alle natiche, si aiuta anche con le mani per massaggiarmi e mi ritrovo le sue dita sul mio clitoride. Sussulto per il piacere. Continua a toccarmi con una mano, mentre con l'altra mi toglie il foulard.

«Maddie, stasera ti farò arrivare all'orgasmo, ma prima devi fare una cosa per me» dice, togliendo le mani dal mio corpo e prendendo dei fogli da sotto il vassoio.

«Mettiti un attimo qui vicino a me» mi ordina con autoritaria dolcezza. «Leggi questo e metti due firme in fondo» prosegue. La guardo sconcertata e la mia vocina interiore si lamenta: "Devo farlo proprio adesso? Ti prego, andiamo avanti con..."

«È il tuo nuovo contratto in veste di direttrice di negozio; se lo firmi, da domani non sarai più una semplice commessa.»

«Dice solo questo?»

«Dice anche che ti dovrai sottoporre all'addestramento fino a quando io non ti riterrò pronta a dirigere da sola il negozio.»

«Non voglio dirigerlo da sola. Ti voglio accanto a me, lavorativamente e non solo» mi lamento. Firmo e, nel frattempo, lei riprende il massaggio.

«Non preoccuparti di questo adesso, mettiti giù e pensa a rilassarti» mi ordina, di nuovo, con voce pacata. Mi sdraio, stavolta a pancia in su e percepisco sensazioni mai provate prima. Paura, piacere, sussulti, arcobaleno, esplosione... Le gambe mi tremano e mi sento implodere.

«Vieni, Maddie, vieni per me» mi sussurra all'orecchio.

Il mio primo orgasmo, bellissimo e superficiale come le ultime foglie autunnali che cadono da un maestoso albero dopo lunghi mesi di fatica e finiscono a terra, per poi essere calpestate da un comune mortale.

Laureen è seduta qui vicino a me e assapora le dita con cui mi ha appena fatta venire.

«Sei così buona.» Io sorrido, appagata.

«Quando potrò dire lo stesso di te?» chiedo, curiosa e frettolosa

«Presto. Sei una ragazza obbediente.»

Lo squillo di un telefono interrompe la nostra conversazione, deve essere quello di Laureen. Guardo velocemente l'orologio della sala e mi accorgo che è tarda notte: chi può cercarla a quest'ora?

«Scusa, devo rispondere» dice, alzandosi in tutto il suo splendore, prendendo il cellulare e andando in cucina per non essere ascoltata da me.

Io mi accoccolo sul divano e sprofondo nei cuscini morbidi. Ho davvero sonno.

Un incantevole fiocco #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora