Maddie: "Torta panna e fragole"

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Non fatico a trovare il suo appartamento, che si trova al tredicesimo piano, in una delle zone più lussuose della City. Citofono e lei apre senza neppure chiedere "Chi è?".

La trovo sulla porta del pianerottolo in vestaglietta in seta rosa, scalda-cuore dello stesso colore e tacco vertiginoso. Dio mio, è davvero bella, così bella che non riesco a toglierle gli occhi di dosso, incredibilmente sexy. Scommetto che ha le autoreggenti.

«Ciao, Maddie. Benvenuta» mi saluta, chiudendosi la porta pesante alle spalle.

«Buonasera, Laureen.»

L'appartamento è enorme: entrando dalla porta principale ci si trova in un salone con divano e quattro poltrone. Il rosso sangue è il colore che privilegia. L'atmosfera è scaldata da una stufa a legna imponente e moderna, molto romantica. Proseguendo nella stanza dopo, si arriva in cucina, stile moderna e perfettamente pulita, tanto che sembra intonsa. Ogni singolo oggetto è al proprio posto e ovunque c'è la giusta luminosità: più soffusa in sala, equilibrata ma potente in cucina.

«Accomodati pure, la cena è quasi pronta» mi dice, indicandomi uno sgabello accanto ad un tavolo isola piazzato nel bel mezzo della cucina.

«Laureen, io mi sono dimenticata di dirti che sono...» Ma non mi dà il tempo di finire la frase.

«Vegetariana. Lo so.»

E come fa a saperlo? Non mi pare di aver mai toccato quest'argomento con lei. Ma risponde alla mia domanda interiore senza che io le chieda nulla.

«L'ho letto nel tuo fascicoletto.»

Già che c'erano potevano scrivere anche il mio profilo genetico e il mio gruppo sanguigno. «Maddie» prosegue, fissandomi sempre negli occhi «ti ho invitata qui perché abbiamo bisogno di privacy e vorrei conoscerti meglio. Parlami un po' di te. »

«Non c'è molto da dire. Lavoro in profumeria da poco tempo e vivo da sola.» Non capisco bene cosa questo c'entri con il fattore lavorativo, ma sto al gioco, cercando di rivelare il meno possibile della mia vita privata, la quale è, appunto, privata.

«Queste cose le so già. Voglio sapere quello che non c'era scritto nel tuo fascicoletto. Parlami delle tua passioni, cosa fai nel tempo libero, se hai un ragazzo. Cerca di vedermi come la tua confidente.»

Mi concentro e provo a tirare fuori un discorso di senso compiuto: «Mi piace correre, ascoltare la musica e mangiare sano. Sono single, non ho un ragazzo, ma sono molto legata mio migliore amico, Maddox.» E già questo significa sapere tutto di me.

«Molto concisa.» Sorride. «Sei molto bella stasera.»

«Grazie.» Certo, vorrei sapere perché io sono vestita e lei è in déshabillé, ma sono dettagli che giusto mi attraversano la testa per poi lasciare spazio al menù molto chic della cena: mousse di Roccaverano e porcini per cominciare, risotto alla zucca come primo piatto e sformato di parmigiano come secondo. Tutte piccole porzioni, ma ho la pancia piena e il vino che ha accompagnato le portate mi inizia a far girare un po' la testa.

«Come dessert ho preparato torta panna e fragole; vai pure sul divano, la mangeremo lì.»

Così, mi avvio verso la sala e mi accomodo sul divano, aspettandola diversi minuti. Laureen arriva con un vassoio su cui ci sono due fettine di torta, i rispettivi piattini con cucchiaio e un pacco regalo. Si siede accanto a me e poggia il vassoio sul tavolo mignon davanti a noi.

«Maddie, vorrei che tu ti fidassi di me. Apri il regalo e dimmi cosa ne pensi.»

Non riesco a proferire parola e, con mani tremanti, scartoccio il regalo, ritrovandomi tra le mani un completino intimo sexy, bianco e con dei fiocchi rosa confetto. Il reggiseno è leggermente imbottito ed ha il ferretto, mentre la mutanda è una brasiliana tutta in pizzo bianco con un fiocco rosa sulla parte posteriore. Pizzo e seta. È bellissimo e sarà sicuramente costato un occhio della testa.

«Grazie, non avresti dovuto.»

«Dovere, Madeleine. » Come sarebbe a dire "dovere"? Non dovrò mica andare in negozio vestita così? «Vai a metterlo, tra poco iniziamo l'addestramento. Il bagno è di là» mi suggerisce e mi indica una porta.

Io vorrei ribattere e farle mille domande, ma in testa ho mille pensieri, tutti contrastanti e scoordinati.

Il bagno è tutto in marmo e sovrastato da profumi costosi. Mi cambio velocemente e, tenendo le scarpe per non stare scalza, torno da lei.

«Meravigliosa, Maddie. Siediti su quella poltrona.» E appena mi siedo, lei si alza e inizia a girarmi attorno. «Sono contenta che tu sia venuta» dice, accarezzandomi i capelli, poi prosegue: «Ora voglio che tu ti rilassi e che liberi la mente. Ti ho fatto mettere quel completino perché voglio che tu sia sempre a tuo agio con me. Ora lasciati andare.»

Si ferma dietro la poltrona e inizia a massaggiarmi le spalle. È una sensazione molto piacevole, ma sono ancora confusa; tuttavia, decido di godermi il momento e di non pensare a nulla.

«Devi provare questo anche quando sarai direttrice: mai perdere la calma o farsi confondere dai cattivi pensieri.» Pian piano, le sue mani scendono vicino al seno, massaggiando e accarezzando, finché arrivano ai capezzoli.

Il mio respiro, già scombussolato, aumenta ancora di più e diventa irregolare. Mi sembra di essere sulle montagne russe, quei dieci secondi prima che il mio sedile cada a strapiombo dalla rampa più alta.

«Respira, Maddie, va tutto bene. Rilassati.» Le sue mani sono morbide ed esperte e le sue unghie lunghe mi danno piacere: sa esattamente cosa fare, dove toccare e che pressione esercitare. Laureen si toglie lo scalda-cuore e lo fa cadere per terra, facendo intravedere un seno sodo e i capezzoli duri. Poi si inginocchia davanti a me e, facendo il gesto di un abbraccio, mi slaccia il reggiseno e lo butta a terra. Inizia a baciarmi il collo, poi le scapole e, una volta arrivata al seno, inizia a farmi dei piccoli succhiotti. Penso di stare per entrare in paradiso. Si gira leggermente e prende col cucchiaino un po' di torta, me la mette sulle gambe vicino all'inguine e inizia a mangiarla.

«Sei molto brava, Maddie. Ora tocca a te mangiare il dessert.» Abbassa leggermente le spalline, ma non si spoglia e si mette la torta vicino al collo. Io mi abbasso leggermente e inizio a succhiare dalla sua pelle dolce. Nel frattempo, mi dà un colpetto all'inguine e sussulto per il piacere inaspettato.

«Sei bagnata. Vuol dire che l'addestramento è andato bene. Ora rivestiti. domani andremo avanti, abbiamo tempo.» mi rassicura, ma io non mi muovo e non capisco cosa fare, finché non mi dà un bacio a stampo sulle labbra, mi passa i vestiti e mi indica di nuovo la porta del bagno.

Quando torno nella sala, la sua espressione sembra indurirsi: «Mi fido di te e sono sicura che quello che è successo qui questa sera non verrà divulgato. Domani parleremo ancora e andremo oltre.»

«Oltre?» chiedo, curiosa, ma la testa mi gira ancora di più. E ormai l'effetto del vino è passato.

«Non temere. Presto ti farò leggere il contratto e potrai firmarlo. Solo allora tutto ti sarà più chiaro. Immagino che tu sia vergine, corretto? »

«Sì, lo sono» dico in modo sincero.

«Non avere in nessun modo paura per questo. Non ti farò del male. Devi fidarti di ciò che ti viene detto. Ora vai a casa, ti voglio in forze per domani sera.»

«Va bene, Laureen. Grazie della cena» dico, avviandomi verso la porta d'uscita.

«Nessun problema, è stato un piacere. Vieni vestita così, con quel tubino nero, domani in profumeria, dalle 13 alle 20. Ci vedremo dopo cena, il negozio ha bisogno di noi domani. E ricorda l'insegnamento di stasera: se si indossa qualcosa di sensuale, ci si sente più disinibiti davanti agli altri.» Mi apre la porta, salutandomi con il mio nome di battesimo.

«A domani» la saluto anche io e mi dirigo verso l'ascensore.

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