Just a perfect day
You made me forget myself
I thought I was someone else
Someone goodMi ritrovavo seduta, con una sigaretta tra le dita, su una delle sei panchine della piazza difronte alla provincia, però la prima di tre a sinistra. L'ultima della mia fila era occupata da una coppia che secondo me avrebbe scopato a momenti, davanti a me una signora di spalle, alla panchina di fianco un signora anziana con i capelli rossi. La panchina al mio fianco occupata da una coppia con un po più di pudore. Il rumore scaturito dalla fontana nel mezzo cominciava a darmi sui nervi. Mi arrivava qualche goccina di tanto in tanto. Riflettevo su quanto il destino, che ci scriviamo fosse stronzo. Alla fine della fiera la stronza ero proprio io. Non avevo agito di coscenza. Se avessi potuto mi sarei schiaffeggiata da sola. Ognuno fa quello che ritiene, io no. Faccio quello che non mi ritiene mai. Le conseguenze erano troppe? Assolutamente no. Dovevo pagare per le mie azioni. Non avrei mai accettato quella azione. Mai. Salvatore in cuor suo lo sapeva.
Il tempo, per me una piaga e una delle cose più preziose al mondo. Ne perdevo tantissimo, per via della mia innata pigrizia, ma se riservavo del tempo per qualcuno, allora voleva dire che almeno un minimo aveva influenzato la mia vita. In quel momento, Salvatore aveva di certo influenzato la mia vita.Il cellulare vibrava da un tempo indefinito. Lo sbloccai e notai mille chiamate di Marina. Risposi ad una sua chiamata preparandomi alla scelerata del secolo.
-Dove sei?- chiese con tono normale, la cosa mi stupì.
-Sto a casa, mi sono fatta una doccia ed ho perso la concezione del tempo.- mentii e sta volta ci cascò.
-Ah, non mi avevi dato un orario preciso ed io non sapevo quando saresti passata.- ammise e tirai un piccolo sospiro di sollievo.
-Arrivo tra mezz'ora, okay?-
-Perfetto, ti aspetto.- richiuse subito la chiamata. Decisi di tornare alla macchina per passare da casa e mangiare qualcosa, dato che avevo dei soldi che mi sarebbero bastati per la benzina e un caffè.Notai che mia madre, mio padre e mio fratello non erano in casa. La felicità cominciò a farsi strada sul mio viso. Sorrisi e velocemente mi feci una doccia e misi qualcosa nello stomaco. Dopo poco tempo mi trovai davanti casa di Marina, il quartiere mi era famigliare. La casa blu. La casa di Salvatore. Mi pentii immediatamente. Sperai che non fosse in casa, pensai addirittura che mi stesse osservando. Avevo una voglia matta di andare via. Marina uscii di casa salutando sua madre.
-Data l’ora, aperitivo?- chiese sorridendo. Mi sforzai di dirle di si, di sopportare e sostenere ogni suo sorriso, anche se non mi andava. Non perché l’odiassi, perché il mio umore faceva schifo. Verso e 20 la riportai a casa. Non appena essa sparì dietro la porta di casa sua sprofondai sul sedile sospirando. Rimasi li per non so quanti minuti. Sentì bussare al finestrino. Il mio sguardo si fissò immediatamente su Salvatore che cercava di sorridermi. Lui si prese il privilegio di aprire il mio sportello.
-Hey.- disse ritornando con la stessa sorta di sorriso di prima.
-Hey.- mormorai a mia volta abbassando lo sguardo, non riuscivo a sostenere i suoi occhi.
-Come stai?- chiese dolcemente sciogliendo le mie barriere.
-Io...io sto, ne bene ne male.- cambiò espressione.
-L’importante è che sei qui, in mezzo ai vivi.- sorrise davvero, sta volta di cuore.
-Grazie a te, però.- sorrisi anche io, in fondo mi aveva avvisata e salvata da un attacco di panico imminente.
-Io vado, sennò faccio tardi.- mormorò incerto.
-Okay, ci vediamo domani. Buona cena.- dissi aspettando che si allontanasse dal mio sportello.
-Anche a te, ciao.- richiuse la portiera e scomparì anche lui a casa. Finalmente potevo scomparire nella mia. Una volta dentro arrivai giusto giusto sul mio letto e crollai dal sonno.
La mattina seguente uguale alle precedenti. Non me ne resi nemmeno conto e già ero con la testa sul banco aspettando che cominciasse.
-Buongiorno Ginevra.- disse con allegria.
-Ciao.- dissi stranita cercando di darmi un tono. Si sedette al suo posto senza parlare. Durante la lezione chiacchierammo del più e del meno, non fece ne allusioni ne riferimenti al bacio avuto il giorno precedente. Pensai che Salvatore fosse bipolare, o mestruato, in ogni caso quel giorno era particolarmente felice. Passò anche quella giornata.
-Ci vediamo domani.- urlò scappando nella sua macchina. Lo salutai con la mano.
Un altra settimana passò, facendo spazio ad un altra ancora. Salvatore era più o meno quello di prima. Stava attento in classe, sorrideva. Insomma, non aveva più quella sorta di aria strana. Le ore scolastiche con lui erano piacevoli, mi aiutava quando non capivo qualcosa e viceversa. Sembrava davvero tutto tranquillo e sereno. Non aveva nemmeno accennato quello che temevo. Come se l'avesse rimosso.
Una mattina mi alzai con una strana sensazione. Arrivai a scuola e questa sensazione si amplificava sempre di piu.
Salvatore e la sua ex ragazza si stavano baciando.
Nulla di strano, si amano. Le lacrime minacciavano di uscire, cercai in tutti i modi di tirarle indietro. Perché? Forse mi stavo innamorando di lui? Aveva gettato la spugna con me. Il cuore mi salì in gola quando ci passai vicino, senza nemmeno guardarli mi ficcai a scuola. Come al solito sprofondai sul banco.-Hey!- urlò salutandomi.
-Ciao.- sforzai un sorriso e ovviamente se ne accorse.
-Che hai?- chiese preoccupato.
-Niente io...- la prof di fisica fece il suo ingresso stoppando la mia frase che in ogni caso non avrebbe avuto una fine. Le lezioni cominciarono, la ricreazione a seguire e lei sulla porta ad aspettarlo.
-Ginevra, ti prego, vieni un attimo?- supplichevole comparì davanti al mio banco. Puntai lo sguardo per terra, non avevo la minima voglia di assecondarlo.
-Abbiamo cominciato con il piede sbagliato.-
971 parole
Angolino dell'autrice
Hello it's me, la spacca feels.
Ciao.
Questo capitolo fa schifo.
Io vi voglio sempre bene.
Voglio che un clone di Salvatore Cinquegrana si innamori di me
Va bene anche un clone
Sono disperata
Sto sclerando
Vi voglio bene e spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima! ♡melovemates
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•Faded•
FanfictionDestinati ad essere uniti. In ogni caso, in ogni modo. Se avessi saputo della tua bellezza, prima, credo che il mio amore ti avrebbe raggiunto prima.