Cannibale

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Consolami e non farmi male,
consumerai ciò che rimane.

Non pensai ad altro che a quel suo modo di fare. Le ore passavano, non ascoltai nulla. Nessuno. Nella mia mente, solo quel episodio a loop. Perché? 'In fondo lo desideri? Vuoi che Salvatore ti salvi da lui?', mi domandavo sempre. Durante la ricreazione si alzò e corse dai suoi amici. Rimasi sola in aula, a fissare un punto comodo del cortile. Avrei voluto alzarmi. Quando presi una decisione la campanella che suonava la fine della lezione mi si ficcò nelle orecchie. La professoressa era in classe.

-Prof, posso andare fuori? Non mi sento bene.- le dissi avvicinandomi.

-Non hai una bella cera, va pure. A patto che ti accompagni qualcuno, tipo Cinquegrana. Forza acompagni Rosselletti fuori, non sta bene.- 'Merda, merda, merda, merda' lui scollò le spalle e mi indicò la porta con il braccio. Oltrepassai la porta e lui dietro di me. Lo potevo sentire il suo sorriso, dentro l'anima mia.

-Grazie.- mormorai una volta lontani dall'aula. Lui sorrise, sorrise e basta. Non era un sorriso dolce, no. Era un sorriso che celava malizia.

-C'è un solo modo per ringraziarmi come si deve.- si avvicinò lentamente, intrappolandomi tra il muro ed il suo petto. 'Sei spacciata' pensai subito, senza riuscire a trovare una soluzione alternativa. Il suo profumo entrò di prepotenza nelle mie narici, il suo calore così vicino, mi riscaldò, i suoi occhi, così profondi nei miei, come a scavare sotto i miei muri di protezione. Avrei voluto scomparire. I miei muscoli irrigiditi lo fecero sorridere. L'indice della sua mano, tracciò qualche linea immaginaria sul mio collo. 'Non lasciarti andare.'

-Quanto tempo ci ho messo per arrivare a questo punto?- sussurrò sul collo. Sentì un bacio, sussegiuto da altri, che mi portarono a desiderarlo, a volerlo. Cominciò a succhiare quella parte. Mi sarebbe rimasto un bel livido viola. Si staccò un poco per osservare la sua opera d'arte. La contemplò e, sempre baciando, risalì sulla mia guancia.

-No, non qui.- disse infine, lasciandomi li, come un idiota. Fissai la meta verso il bagno, dove mi stava anche aspettando.

-Vai, sennò ti salto addosso. Io ti aspetto qui.- sorrise e quasi quasi mi presi il diritto di perdermi un po in quel sorriso. Di rimando annuì, ricambiando il suo sorriso.

Una volta in bagno, notai il collo rosso e una chiazza viola scura, che sulla mia pelle chiara, ristava tre volte di più. Ripensai alle sue parole 'vai o ti salto addosso', tastavo la chiazza viola. Provai a coprire tutto con i capelli. Ero contenta che non si sarebbe visto nulla. Uscì dal bagno e trovai Salvatore intento a digitare sul cellulare. Non appena sentì dei passi alzò la testa incontrando sia i miei occhi che quelli della bidella.

-Che ci fai davanti al bagno delle ragazze?- gracchiò la bidella squadrandolo.

-Lui è stato mandato dalla prof fuori con me, ho dei...- tentennai e mandai un occhiata a Salvatore che prontamente mi fece da sostegno.

-...cali di zuccheri e stavamo andando a prendere qualcosa di zuccherato.- conclusi aggrappandomi a lui.

-Ah. Se vi riprendo un altra volta andate dal preside!- urlò andando via.

-Sei un attrice nata.- sussurrò nel mio orecchio. Era un complimento. Dio solo sa quanto mi sentii onorata nel sentirlo.

-Grazie.- sussurrai di risposta.

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