Faded 0.1

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You were the shadow to my light
Did you feel us
Another Start
You fade away
Afraid our aim is out of sight
Wanna see us
Alive

Where are you now
Where are you now
Where are you now
Was it all in my fantasy
Where are you now
Were you only imaginary
Where are you now?
Atlantis
Under the sea
Under the sea
Where are you now?
Another dream
The monster's running wild inside of me
I'm faded
I'm faded
So lost, I'm faded
I'm faded
So lost, I'm faded

Già. L'oscurità nella mia luce, come un ombra. Ci hai provato a darmi un nuovo inizio ed il resto svanisce nel nulla. Temo che abbiamo perso il nostro obiettivo, perché vuole vederci vivi. Dove sei ora? Esisti solo nella mia fantasia? Come Atlantide sotto i mari, dove sei. Un altro sogno pieno di demoni, mi sento così persa, sto sparendo.
Sto sparendo.
Mi sento così sola, sto sparendo.
Mi risvegliai nel cuore della notte. In un letto che mio non era. Con la testa pesante ed il mio cellulare squillava. Era mia madre.

-Ginevra come stai?- mi chiese urlando.

-Mamma tutto bene, ho fatto un incidente.- continuò a parlarmi spaventata e cercai di tranquillizzarla. La chiamata finì e un infermiera si avvicinò.

-Il ragazzo con cui si è scontrata, sta bene è uscito adesso.- ragazzo? Quale ragazzo?

-Salvatore, non si ricorda?-

-Oh si, certo!- mentì e se ne andò. Salvatore? Ma non avevo fatto un incidente con Clara? Visionai il mio cellulare e non era ottobre. Era fine gennaio. Del mio quinto anno. Non vi era alcuna traccia di conversazioni con Salvatore, nulla.
Dalla finestra filtrava un po di luce solare, decisi di alzarmi.
L'ho immaginato. Sognato. Così vivido da sembrare vero.
La realtà stava tornando. Salvatore, mio compagno di classe che aveva perso interesse per me. Nemmeno mi salutava. Ero uscita con Sascha un paio di volte, ma lui abitava lontano. Mi sentivo così stupida. Tornai a letto, mi lasciai cullare dal solito sonno da ospedale. Mi risvegliai il giorno dopo. Con un piatto di minestra fumante, una fetta di prosciutto cotto e due patate lesse senza condimento alcuno. Avevo cominciato a mangiare, ma qualcuno bussò alla porta. Pensai fosse strano, dato le mie esperienze mai fidarsi. Senza aspettare ulteriormente la persona dietro la porta entrò lo stesso. Abbandonai la vista del mio pranzo per dedicarmi alla persona che aveva fatto irruzione nella mia stanza. Era lui. Mi cadde la forchetta per terra. Lui rimase a bocca aperta quasi quanto me. Rimase li, a fissarmi.
Si avvicinò lentamente, fissando la mia fasciatura sulla testa.

-Stai bene.- mormorò interdetto sul da farsi.

-A quanto pare respiro.- scoppiò a ridere accarezzando la mia guancia.

-Ti ho sognata. Stavamo insieme, abbiamo fatto l'amore, il pennarello al cioccolato, hai detto di amarmi. Sono stato così male nel sapere che non è così. Mi ero così abituato. Poi Clara e l'incidente.- disse tranquillo, mentre morivo ad ogni parola.

-Anche io...anche io ho fatto lo stesso sogno. Quando l'infermiera ha detto che avevo fatto un incidente, con te, mi è crollato il mondo. Mi sono sentita così sola.-

-Adesso ci sono io. Va tutto bene.- mi abbracciò e riassaporarai il suo profumo e la sua stretta.

-Avevo paura che mi avresti respinto, è tutto così assurdo, mi è sembrato così vero. Tu ed io, i tuoi baci..- lasciò in sospeso facendomi rabbrividire.

-Della macchina, non me ne frega un cazzo. Non avrei potuto convivere con quello che ci è successo. Lo stesso sogno.- concluse accarezzando la mia schiena.

-Mi dispiace, non l'ho fatto a posta.-

-Se è per il sogno, se è colpa tua, ti prego, rifallo mille volte.- si accasciò nell'incavo del mio collo e ispirò forte.

-Dirlo forse farà più male che bene, ma io voglio stare con te.-

...

Salvatore chiese se poteva stare una notte a dormire con me. L'infermiera acconsentì e tornò a casa per prendere le sue cose. Come mi sentivo, capitlo sarebbe stato troppo. Di ritorno, Salvatore mi portò un regalo.

-Questo l'avevo preso davvero dalla Costa Rica per te, solo che non l'hai mai ricevuto.- divenne rosso in viso mentre mi porgeva la scatolina.

-Sei dolce proprio come nel mio sogno. Sei esattamente come tu avevo immaginato.- provai a baciarlo ma no. Non era come nel mio sogno. Mi bloccai.

-Ricordati che il colpevole sono io.- sussurrò sulle mie labbra per baciarle subito dopo. Non fu un bacio approfondito, ma bastò per fat capire ad entrambi quanto fosse giusta la nostra decisione.

Arrivò la cena e decise di voler cenare con me. Si era preso un panino al bar dell'ospedale. Mi incoraggiò a mangiare tutto, perché non sarebbe riuscito a stare senza di me a scuola. Mi sembrò che il mil assurdo sogno fosse avvenuto per davvero. Scherzammo fino alle nove, momento in cui spegnevano le luci.

-È ora di andare a dormire piccola.- storsi il naso e sorrise.

-Oh lo so che lo odi. Ma amo la tua espressione.- aveva detto una certa parola che mi fece arrossire. No, nessuno dei due si era ancora lasciato scappare quelle due parole. Forse perché, si, era un sogno in fondo. Si accoccolò vicino a me e si addormentò subito. Mi presi un attimo per osservarlo. Era proprio lui, così vero. Non più un sogno. Impostai la sveglia. Non volevo che l'indomani saltasse la scuola.
Era così dolce quando dormiva, che quasi quasi mi stava facendo venire sonno. Lo abbracciai e lui fece lo stesso, mi abbandonai a quella dolcezza, per farmi cullare dalla amata realtà, che per una volta girava dalla mia parte.

936 parole

Angolino dell'autrice
CHE VI AVEVO DETTO?
Eccolo il primo capitolo.
Ma guarda che faccia, EH VOLEVI!
Che ne pensate della birbantella melovemates? Mi volete bene lo stesso, vero?

P.s. ho wattpad buggato, mi dite se leggete la storia?

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