20. Contrario

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In biblioteca quel giorno non regnava il silenzio, al contrario un leggero brusio aleggiava tra gli scaffali pieni di libri vecchi e polverosi. Il compito di Piton aveva trascinato in biblioteca la maggior parte delle coppie di studenti che si erano formate. Serpeverde e Grifondoro cercavano di lavorare pacificamente insieme, cercando di portare a termine la ricerca. Malfoy, sulla porta, aspettava l'arrivo della sua compagna di lavoro. "Finalmente Granger ci degni della tua presenza." le disse ironicamente non appena la vide arrivare frettolosamente. "Scusa Malfoy, ho avuto un contrattempo.". Sempre che passare un quarto d'ora in più davanti allo specchio si potesse definire un contrattempo. "Dai entriamo. Prima iniziamo e prima finiamo." continuò a parlare la ragazza, iniziando a dirigersi all'interno della biblioteca. Ma non fece in tempo a fare un passo, che la mano di Draco intercettò il suo braccio e la costrinse ad indietreggiare, mentre un brivido le percorse la schiena. "Malfoy non cominciare." sbuffò la Grifondoro. "Granger calmati. Stavo pensando che la biblioteca oggi è un po' troppo affollata, sarebbe poco produttivo lavorare in quelle condizioni." fece una pausa e notò lo sguardo stupito della ragazza per poi proseguire: "Io direi di andare nella Stanza delle Necessità." concluse il biondino. "Ma sei fuori? Come ti viene in mente?" esclamò Hermione. "Dai Granger non fare storie." e detto questo la prese per il polso e provò a trascinarla con sé. "E va bene, però lasciami immediatamente." affermò perentoria. Arrivarono al settimo piano accompagnati da un silenzio teso, imbarazzante. Quando la porta apparve davanti ai loro occhi tirarono un sospiro di sollievo, si guardarono intorno ed entrarono furtivamente uno dopo l'altro. La stanza presentava un tavolo spazioso al centro, due sedie dall'aspetto decisamente comodo e due poltrone sopra un bellissimo tappeto persiano, posizionate davanti ad un caminetto scoppiettante. C'era tutto ciò di cui avevano bisogno. Sopra il tavolo trovarono pergamene e due piume pronte per essere utilizzate. Si sedettero e iniziarono a lavorare sui testi che la stanza aveva messo a disposizione per loro. Parlarono poco, si scambiarono qualche informazione, qualche consiglio di tanto in tanto. In un'ora la loro ricerca era stata portata a termine con successo ed entrambi si rilassarono sulle loro sedie. "Sei un ottimo compagno di lavoro Malfoy, non l'avrei mai detto." si complimentò con lui Hermione. "Oh Granger, quante cose non sai di me. Sono un ragazzo dalle mille risorse." e rise maliziosamente guardandola intensamente negli occhi, tanto che la ragazza non riuscì a reggere il contatto visivo. Abbassò gli occhi e iniziò a giocherellare nervosamente con la sua camicetta. "Cosa succede Grifondoro? Siamo nervose?" fece una piccola pausa senza nemmeno darle tempo di rispondere: "Lo so, lo so. Faccio questo effetto a molte, per non dire a tutte." e un ghignò gli curvò le labbra. "Malfoy smettila di pavoneggiarti, non mi fai nessun effetto. Non è forse il contrario?" gli chiese lei in un slancio di coraggio sfacciato. Sorrise vittoriosa quando si accorse che le sue parole avevano avuto l'effetto desiderato su quella maledetta serpe. Il ragazzo era infatti rimasto stupito dalla risposta della ragazza. Il sorriso malizioso di lei l'aveva completamente spiazzato. Non poteva rimanere ancora a lungo al di là del tavolo, potendola solo guardare negli occhi. Si alzò automaticamente, quasi non riuscisse più a controllare i movimenti del suo corpo e si avvicinò a lei. Hermione continuava a fissarlo negli occhi e come se anche il suo cervello avesse improvvisamente smesso di funzionare, si alzò non appena lui le fu vicino. "Granger.." le sussurrò lui, immerso nei suoi occhi dorati. "Malfoy, cos-." ma fu bruscamente interrotta. Gli occhi color ghiaccio di lui la risucchiarono completamente, quando la tirò a sé per i fianchi e fece toccare le loro labbra. I loro corpi premettero l'uno contro l'altro, Hermione allungò le braccia e le strinse attorno al collo di Draco, mentre con le mani gli tirava i capelli. Lui aveva annullato lo spazio che rimaneva tra loro, stringendola ancora di più a sé, cingendole completamente la schiena con le braccia. Dio quanto la voleva. Si staccarono lentamente, rallentando a poco a poco il ritmo inizialmente violento del bacio. Lui la guardò intensamente negli occhi e serio le sussurrò: "Questa volta non voglio farti scappare.".

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