23. Occhi

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Dopo ciò che era successo nella stanza delle necessità quel pomeriggio, Draco non si era fatto vedere a cena. Hermione aveva cercato disperatamente il suo sguardo di ghiaccio tra i tavoli, in direzione di quello di Serpeverde, ma aveva solo scontrato i suoi occhi con quelli di Blaise, che guardava in maniera sospetta il loro tavolo. Pensò che fosse strano ma non gli diede peso, probabilmente stava prendendo in giro i suoi amici con qualche suo compagno, cercò di giustificarlo senza però notare alcun ghigno sul suo volto. Harry al suo fianco parve irrequieto, osservava il suo orologio ogni minuto. "Harry, sicuro che vada tutto bene?" chiese l'amica. "Oh si Hermione, devo solo finire di fare una cosa, ci vediamo nella Sala Comune più tardi." e senza dare ulteriori spiegazioni scappò via. Lei e Ron rimasero un'altra manciata di minuti al tavolo, parlando di compiti e lezioni noiose, per poi dirigersi alla torre di Grifondoro. Il pensiero di Draco parve scomparire dalla mente della Grifona almeno per un po'. Si posizionò su una delle tante poltrone comode davanti al fuoco, provò ad immergersi tra i libri, dando di tanto in tanto un aiuto a Ron con i compiti. Era quasi mezzanotte quando Harry fece la sua comparsa nella Sala Comune. "Harry, dove sei stato?" gli domandò Ron. "Oh niente, Silente voleva vedermi." rispose con un tono poco convinto. "E sei stato a parlare con Silente tutto questo tempo?" chiese insospettita Hermione, scrutandolo attraverso le palpebre semichiuse. "Emh sì." rispose loro grattandosi la nuca. "Va bene.." si arresero Ron ed Hermione. Si salutarono e si diressero rispettivamente ai loro dormitori. Per la ragazza era arrivato il momento tanto temuto, non appena la sua testa piena di capelli si appoggiò al morbido cuscino, la sua mente prese a vorticare intorno ad un unico pensiero: Draco. Perché non si era presentato a cena? Si era già pentito di ciò che era successo nella Stanza delle Necessità? Improvvisamente un macigno le si posò all'altezza dello stomaco. Si diede mentalmente della stupida, con ogni probabilità si era fatta solamente abbindolare da lui. Per lei era stato importante quel bacio, forse lui si era già pentito di aver anche solo baciato una Mezzosangue come lei. Forse aveva provato ribrezzo. Eppure quel pomeriggio lui le era sembrato così deciso, così sicuro. L'aveva stretta tra le braccia e non l'aveva lasciata fuggire, non voleva lasciarla fuggire. Con mille pensieri che le offuscavano la mente, Morfeo iniziò ad insinuarsi in lei, fino ad accoglierla tra le sue dolci braccia.

Non appena si svegliò, Draco si maledisse mentalmente per aver dormito così poco. I suoi occhi erano gonfi e stanchi a causa della lacrime, i capelli arruffati e la testa dolorante. Si alzò lentamente dal comodo letto mentre le immagini dell'incubo che aveva avuto quella notte si fecero strada nella sua mente. I gemiti di dolore di Hermione rimbombarono nella sua testa, forti, vivi. Avrebbe dovuto starle lontano, lo sapeva. Ora sarebbe stato ancora più difficile evitarla completamente. Si diresse verso il bagno, aprì il rubinetto e si portò sul viso una grande quantità d'acqua gelata. Il suo cervello rispose subito alla provocazione e iniziò a sentirsi più sveglio. Cercò di sistemarsi i capelli e di riprendere un minimo di dignità, prima di scendere a fare colazione. Non appena si fu vestito, sentì bussare alla porta. Pronto per avviarsi di sopra, andò ad aprire e si trovò davanti Blaise, sorridente già a quell'ora del mattino. "A cosa devo tanta gioia a quest'ora?" chiese ironicamente Draco all'amico. "Oh, emh, a niente credo. Mi sono semplicemente svegliato così, in tutta la mia bellezza, come sempre direi." ghignò Zabini. "Oh smettila coglione. Muoviti a toglierti dalla mia vista e dalla mia porta. Scendiamo di sotto." ordinò Draco in un tono che non ammetteva repliche. Quando entrano nella Sala Grande era ancora abbastanza presto, si misero a sedere e iniziarono a mangiare con comodo. Draco dal canto suo aveva un groppo alla gola che non gli permetteva di toccare cibo. Alzò gli occhi per la prima volta da quando aveva varcato la soglia della stanza e incontrò subito ciò che cercava. I suoi occhi dorati erano davanti a lui, lo stavano fissando, scrutando. Pensò che riuscisse a leggere i suoi pensieri, tanto lo sguardo che gli riservava era deciso e penetrante. Si ricompose quasi subito e non distolse lo sguardo da quei meravigliosi occhi. Hermione dall'altra parte sentì le guance riscaldarsi e la decisione vacillare, accennò un lieve sorriso imbarazzato. Draco provò a rimanere indifferente e ci riuscì tanto quanto bastava perché la ragazza distogliesse quello sguardo da lui. Non avrebbe potuto resistere ancora a lungo.

SPAZIO AUTRICE

Chiedo scusa ai miei lettori per non aver aggiornato per così tanto tempo, spero che qualcuno ancora si ricordi della mia storia. Un bacione.

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