Draco camminava lentamente per i corridoi bui di Hogwarts, una strana sensazione lo stava guidando verso la Stanza delle Necessità. La porta apparve dopo alcuni secondi e il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, entrò al suo interno. Quello che vi trovò lo sconvolse: una stanza illuminata appena da una candela che emanava una luce fioca e spenta, nessun oggetto, nessun mobile. Solo lei, nel centro della stanza, con i polsi e le caviglie legate. Il cuore di Draco si fermò, le corse incontro. La ragazza sembrava inerme, stesa in maniera scomposta sul pavimento freddo della stanza. "Hemione, Hermione, ti prego rispondimi!" urlava mentre la scuoteva per le spalle. Dalla bocca socchiusa della ragazza fuoriuscì solo un gemito di dolore, leggero, appena udibile che fece contorcere il cuore del biondo. Chi aveva potuto ridurla così? "Draco caro, ma che piacere vederti." ghignò una voce metallica, fredda. Il ragazzo si girò lentamente, mentre piccole gocce di sudore freddo si facevano spazio sulla sua schiena, stava tremando dalla paura. "Mi-mio signore." sussurrò incerto. "Allora non ti sei dimenticato di me e mi auguro nemmeno della tua missione." sorrise malevolo Voldemort, poi continuò: "Dal tuo comportamento mi sembra però di capire che tu non abbia molto chiara la situazione. Forse dovrei schiarirti le idee!" e iniziò ad avvicinarsi lentamente al corpo di Hermione steso a terra. "No!" urlò Draco senza nemmeno rendersene conto. "Non le faccia del male." supplicò il ragazzo. Poco dopo una risata terrificante occupò la stanza. "Malfoy, non vorrai difendere una lurida Mezzosangue. Deve soffrire come tutti quelli della sua stessa sporca razza. Crucio!" e un raggio verde illuminò la stanza tetra, per colpire in pieno il corpo indifeso della ragazza che, preso da spasmi di dolore, iniziò a contorcersi su se stesso. Con le sue ultime forze Hermione urlò debolmente a causa del dolore lancinante, che sembrava distruggerle le membra. A quei gemiti di dolore il cuore di Draco si spezzò. "Basta! Basta!" urlò il ragazzo, e il fascio di luce verde cessò poco dopo. "Vedi caro ragazzo, devo renderti consapevole di ciò che ti aspetta." e un ghignò gli deformò il volto mentre continuava a parlare: "Non tradire la fiducia del Signore Oscuro, mai. O le conseguenze potrebbero essere tremende. Chiedi a pure a tuo padre." e detto ciò sparì in una nuvola di fumo nero. Il Serpeverde distrutto, si lasciò cadere in ginocchio di fianco al corpo di lei. Si prese il viso tra le mani e iniziò a piangere rumorosamente, chiamando il suo nome: " Hermione, ti prego. Hermione rispondimi."
Quando la ragazza esalò il suo ultimo respiro, Draco si svegliò di soprassalto, madido di sudore e spaventato come non mai. Aveva gli occhi sbarrati e i capelli scompigliati. Il viso rigato dalle lacrime e gli occhi arrossati. L'orologio segnava la mezzanotte. Consapevole che non sarebbe più riuscito ad addormentarsi, si diresse verso il bagno, tremante. Si sciacquò il viso con acqua gelida, cercando di riprendere coscienza di ciò che aveva appena visto. Iniziò a chiedersi se fosse un semplice sogno o meno. L'ipotesi più spaventosa era che il Signore Oscuro avesse cercato di mettersi in contatto con lui. Che sapesse tutto? Draco rabbrividì a quell'idea. Non sarebbe mai riuscito a perdonarsi se fosse successo qualcosa ad Hermione, per colpa sua. Avrebbe dovuto allontanarla da lui. Doveva concentrarsi sul suo compito e portarlo a termine. Questa era la sua vita e la sua scelta. O meglio quella che la sua famiglia aveva fatto per lui, non aveva scampo, non aveva possibilità. Tirò su lentamente la manica del pigiama e soffermò lo sguardo sul segno che portava sul braccio, indelebile. Lui era ciò che portava disegnato sul braccio, niente di più, niente di meno. Quello era il suo destino, nessuno poteva cambiarlo, tantomeno lui. Doveva solo ubbidire, senza mettere nei guai la sua vita o quella di tutta la sua famiglia. Non doveva fallire. Mentre questi pensieri continuavano a vagare nella sua mente stanca, con la mano sinistra strinse l'avambraccio che portava il magico sigillo e lo sentì pulsare, pieno di vita. Si guardò allo specchio per un'ultima volta, il Marchio Nero stretto nella mano e tornò in camera. Si sdraiò lentamente e chiuse gli occhi, iniziando a pensare, forse veramente per la prima volta, ad un modo per portare a termine la missione. Con queste agghiaccianti elucubrazioni nella mente, si addormentò.
STAI LEGGENDO
Dramione. ♡
FanficSalve a tutti, questa è la mia prima fan fiction e la prima volta che pubblico qualcosa di mio. Spero tanto che vi piacerà ciò che scrivo! Un bacio ☆