Capitolo 7

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Siamo usciti di corsa, dobbiamo raggiungere il palazzo pubblico il prima possibile

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Siamo usciti di corsa, dobbiamo raggiungere il palazzo pubblico il prima possibile.

-Non posso credere che tu abbia lasciato Aiden solo con quel ragazzo!- Mi rivolgo a David, con un tono di rimprovero. Lui mi fissa di rimando infastidito.

-Come potevo sapere che si sarebbe fatto arrestare?- Risponde lui. Ha ragione, non ha colpa.

A volte semplicemente devo sfogare la rabbia. David non poteva sapere del passato di Aiden. Non poteva immaginare delle continue risse e della rabbia repressa, ci abbiamo messo molto tempo per tranquillizzarlo. Mentre era con noi era totalmente un altro, ma quando tornava a casa e stava con la sua famiglia, tutta la rabbia veniva a galla travolgendolo. Ha lavorato molto per diventare il ragazzo pacato e tranquillo che è oggi.

-Scusami, è solo che, non so, vorrei un po' di tranquillità. Ma so che non ci sarà più nulla di normale e tranquillo nella mia vita...- stringo l'amuleto, a volte mi sembra più una condanna che un dono, come lo definisce Aleksej. Questo ciondolo, è ciò che mi lega ad una realtà assurda ed inimmaginabile, una realtà che per quanto in questa situazione non c'entri nulla, vedo come la fonte di tutti i miei guai.

Lui si volta, distogliendo per un momento lo sguardo dalla strada ed una mano dal volante.

Stringe la mia mano nella sua e mi imprigiona con le sue lame d'argento. Il suo viso è serio e carico di promesse.

-Ci sono io con te, affronteremo insieme ciò che il destino ci ha riservato- la sua profonda e roca voce, tranquillizza come sempre il mio animo tormentato.

Poi ritorna a guidare, come se niente fosse, lasciandomi a bocca aperta. Più passa il tempo, più impara ad esternare i suoi sentimenti, spero che almeno tra di noi le cose si siano sistemate, una volta per tutte.

Arrivati al palazzo pubblico, veniamo indirizzato agli uffici della Sicurezza dello Stato. Attraversiamo il lungo corridoio, David, accortosi della mia ansia, prende di nuovo la mia mano nella sua. Da lontano, notiamo una ragazza che sta uscendo da uno degli uffici.

È di media altezza, ha lunghi capelli castani, che scendono in morbide onde, un viso delicato e degli occhi grandi e duri, di un verde acceso. È truccata in maniera appariscente, anche i suoi abiti aderenti, lasciano poco all'immaginazione. Ha l'aspetto di una dura.
Appena si accorge di noi, inizia a venirci incontro, con un passo a dir poco infuriato.

David si irrigidisce immediatamente e stringe più forte la mia mano.

-Tu! Maledetto bastardo! Sapevo che era colpa tua. Non ti è bastato rovinarmi la vita?!?!- Urla, a pochi centimetri dal suo viso, poi gli dà uno spintone. Lui resta immobile, non reagisce, è totalmente sconvolto. Ora chi è questa pazza?

-Celine...- Sussurra David spiazzato, la guarda come se avesse visto un fantasma.

-Bene stronzo, almeno il mio nome lo ricordi! Stavolta la pagherai Van Dalen, ho denunciato il tuo amico. Se non posso colpire te, colpirò lui al tuo posto. Ciò che avete fatto a mio fratello, vi si ritorcerà contro!- Digrigna i denti, dal suo sguardo si nota un odio talmente profondo, da farmi paura.

Remind: Il Disegno del Destino|| WINNER OF Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora