Capitolo 11

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Amy

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Amy

Una voce molto infuriata mi strappa dai miei pensieri.

-Ma io dico, si può essere più stupidi?! Una custode che si fa stappare l'amuleto da sotto il naso! Quale parte di "il mondo dipende dall'amuleto" non ti è chiara?! Sei un'egoista ecco cosa sei, un'irresponsabile- Yulya continua ad inveire, facendomi sentire ancora più in colpa di quanto non lo sia già.

-Potresti darmi cinque minuti di tregua, non ci conosciamo nemmeno e non hai fatto altro che urlarmi contro, è l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento- ribatto freddamente.

-Oh e sua grazia gradirebbe anche un massaggio rilassante? Ti importa minimamente della vita degli altri o sei così meschina da pensare solo a te stessa?!- Quelle parole mi colpiscono come uno schiaffo.

-Adesso basta, lasciala in pace- Aiden si pone minacciosamente tra noi, dedicando un'occhiataccia alla ragazza.

-Attento a come ti rivolgi a lei!- Interviene il ragazzo dai capelli scuri, che non si è staccato un momento da lei. Sono convinta che si tratti del suo protettore.

-Non mi pare che la tua amica abbia bisogno dell'avvocato difensore- dice Jess, intromettendosi anche lei nel battibecco.

-Beh, nemmeno la tua amica ne ha bisogno- risponde lui a Jess, quel tono con cui le si rivolge, fa infuriare non poco Aiden.

-Adesso basta! Voglio essere lasciata in pace da tutti! Ho bisogno di aria...- Senza dedicare uno sguardo a nessuno, corro via, per rifugiarmi in giardino.

L'aria fresca mi colpisce il viso e sembra schiarire leggermente i miei pensieri.

-Ci spieghi per bene e quello che è successo?- Chiede Jess raggiungendomi, Aiden è accanto a lei.

Dai loro volti capisco che non accetteranno un no come risposta. Quindi con molta fatica, inizio a raccontare tutto dal principio.

Sono più di cinque minuti che nessuno dei due dice una parola. Aiden stringe soltanto i pugni, mentre Jess ha lo sguardo vacuo.

-Forse era meglio non dire nulla...- Non voglio la loro pietà.

-Lo uccido. Giuro su ciò che ho di più caro, che quando me lo ritroverò davanti, rimpiangerà di essere tornato- Aiden colpisce con un calcio un vaso di fiori, mandandolo in frantumi.

-Aiden calmati. Ora almeno so che non è stato lui, ma sono stati i flussi negativi, qualsiasi cosa siano, a fargli fare ciò che ha fatto. Aggrapparmi a questa consapevolezza, è l'unica cosa che mi fa stare meglio- per quanto io cerchi di convincermi, di credere a ciò che dico, quello su di me era il corpo di David. Erano le sue mani, le sue labbra, i suoi occhi, come potrò mai superarlo? Anita non ha avuto il tempo di convivere con ciò che era successo, di elaborarlo, è morta il giorno dopo. Io invece ho rivissuto per intero quel momento, dovrò conviverci e farci i conti. Forse questa seconda vita non è una seconda possibilità, il pensiero che sia una punizione si fa sempre più reale. Una punizione da scontare.

Remind: Il Disegno del Destino|| WINNER OF Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora